Dopo anni di studio, ricerche ed impegno, un sogno sta per diventare realtà: raccogliere ed esporre in un museo le principali tipologie di abiti e costumi d’epoca, indossati dalle donne nel giorno delle nozze, almeno da due secoli a questa parte. Una wedding collection esclusivamente campochiarese, tra merletti, ricami ed accessori di pregio. Il tutto, in perfetta sintonia col susseguirsi dei diversi periodi storici, con particolare riguardo alle vicende legate all’emigrazione. Il protagonista di questa singolare ed interessante ricostruzione è stato Igor Picciano, classe 1991, Assessore Comunale con delega alla Cultura e Tradizioni popolari. <<A Campochiaro, la tradizione femminile di indossare il costume nel giorno del matrimonio – spiega Picciano –è stata molto sentita fino a circa la metà degli anni ‘40 del Secolo scorso. Costumi di pregio cui le donne erano molto legate, tanto da recarli al seguito anche durante i non facili periodi dell’emigrazione, che riguardarono principalmente due fasi: una prima, “La Grande ondata migratoria” dal 1883 al 1917 circa ed una seconda, immediatamente successiva al Secondo Conflitto mondiale>>. A distanza di decenni, un certosino lavoro di censimento e ricerca ha consentito l’individuazione di numerosissimi capi, dal Canada agli USA, fino all’America latina. <<Proprio così – continua Picciano – grazie alla disponibilità offerta dai discendenti di molti emigranti, abbiamo recuperato numerosi costumi che, sommati a quelli reperiti in loco, alcuni dei quali posti a disposizione dalla mia famiglia, raggiungono la cifra di 60 circa, abbracciando più epoche e contribuendo a ricostruire importanti spaccati di storia locale. In questi giorni, altri due capi sono in arrivo da USA e Argentina. L’intenzione è quella di dedicare una apposita sezione nell’ambito di un museo omnicomprensivo della Civiltà Contadina, da collocare nel Palazzo Pittarelli, acquisito dal Comune dopo complesso iter. L’edificio dispone di ben tredici locali e costituirà degna cornice, in grado di imprimere il giusto risalto alla cultura e alle tradizioni campochiaresi>>. Con non poca emozione, aggiunge che <<talvolta i costumi ci sono stati recapitati nello stesso baule che ha accompagnato i nostri emigranti sia nell’immediato dopoguerra che nei restanti anni 50. Tutto è stato da noi conservato e preservato con cura, adottando, tra l’altro, la tecnica della custodia con i fogli di carta di giornale, il modo meno invasivo e maggiormente efficace contro tarme e logorio>>. Qualche giorno fa, ha raggiunto Campochiaro Antonio Mucciardi, al vertice dell’Associazione che riunisce i campochiaresi a Montreal. Era in Italia per il Giubileo ed ha reputato doveroso visitare la terra dei propri avi. Nella foto, Mucciardi è ritratto con l’abito nunziale della propria madre, coniugata nel 1933, poi emigrata nel 1962: il costume è rientrato a Campochiaro lo scorso anno grazie al prezioso raccordo dell’Assessore Picciano, operativo a tutto campo su vari fronti di ricerca storico-antropologica ed in sinergia con più studiosi, tra i quali, precisa <<Elena Biondi, attiva negli Stati Uniti e Mario Pittarelli da Montreal, entrambi da tempo impegnati nella realizzazione di un database informatico relativo alle origini genealogiche dell’intera popolazione di Campochiaro negli ultimi due secoli>>. In dirittura d’arrivo anche un testo storico, a cura di Picciano, dedicato esclusivamente ai costumi nunziali femminili campochiaresi. Anche qui, uno studio approfondito farà luce sulle diverse tipologie di foggia ed ornamenti, riconducibili soprattutto al periodo 1910-1940.
Antonio Lanza



