“Tre suicidi in carcere nelle ultime ore: a Santa Maria Capua Vetere un detenuto dell’articolazione psichiatrica dell’istituto, a Sassari per sospetta overdose e a Campobasso detenuto trovato impiccato in cella”.
A aggiornare il drammatico bollettino delle morti negli istituti di pena d’Italia è Aldo Di Giacomo, segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria.
“Salgono a 38 i suicidi dall’inizio dell’anno e cresce il numero di malati psichici e tossicodipendenti, le due categorie che insieme a quella degli extracomunitari, sono a maggiore rischio”.
Di Giacomo sottolinea che solo in Campania i suicidi in cella sono già cinque: due nel carcere di Poggioreale, uno a Secondigliano, quello recente a Santa Maria Capua Vetere, uno nella REMS di San Nicola Baronia (Av).
“Due decessi – continua Di Giacomo – che riprovano la profonda sottovalutazione dei problemi della salute della popolazione carceraria che per un terzo è formata da detenuti affetti da malattie psichiche e per un altro terzo da tossicodipendenti o comunque che hanno utilizzato sostanze stupefacenti. Tutto ciò mentre risorse finanziarie e personale destinato alla sanità penitenziaria sono ampiamente insufficienti, con l’aggravante che medici e personale sanitario, non adeguatamente tutelati e vittime di continue aggressioni e minacce dei detenuti, vanno via. Il sovraffollamento e l’assenza di servizi di assistenza psicologica e sanitaria sono le prime cause mentre il costo complessivo di ciascun detenuto per lo Stato sfiora i 150 euro al giorno che non trova riscontro nell’assistenza da garantire. La situazione è allarmante e registriamo che sul problema del sovraffollamento delle carceri il Ministro Nordio nel giro di poco tempo è passato dalla ristrutturazione di ex caserme militari alle celle container sino alla impossibilità di costruire nuovi istituti penitenziari. È la riprova che rispetto alla necessità da tutti sostenuta di predisporre un vero e proprio piano di edilizia carceraria si brancola nel buio e l’unico che non se ne rende conto è proprio il “surreale” Ministro. Piuttosto si preferisce ricorrere a soluzioni estemporanee come nel caso delle celle-container che produrrebbero uno spreco di denaro perché oltre 80 milioni di euro potrebbero garantire appena 380 posti-cella che corrisponde più o meno al numero di ingressi in carcere di nuovi detenuti ogni mese. I problemi resteranno gli stessi soprattutto quelli del sovraffollamento che in alcuni istituti è superiore al 130 per cento della disponibilità reale. L’edilizia penitenziaria – dice ancora il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria – ha bisogno di un serio piano di interventi a breve e medio termine soprattutto negli istituti che hanno oltre un secolo di vita oltre alla priorità da dare alle assunzioni di nuovo personale penitenziario per garantire il rispetto del regolamento carcerario “calpestato” dalle continue aggressioni e violenze agli agenti e di assistenza psicologia e sanitaria e se realmente si vuole mettere fine ai suicidi di detenuti”.
Il caso a Campobasso.
Il 38° suicidio nelle carceri italiane si è verificato oggi 12 giugno nel carcere del capoluogo molisano. Le carceri molisane sembravano essere immuni da un fenomeno che negli istituti di pena italiane è quotidiano. A dichiararlo è il segretario generale S.PP. Aldo Di Giacomo: “È un detenuto di 60 anni circa di origine campane ad essersi impiccato nelle prime ore della mattina nell’istituto di Campobasso. All’origine del gesto sembrerebbe esserci una grave depressione a seguito della morte della madre e della poca vicinanza dei familiari”.