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Home»1. Categorie news»Attualità»Castel del Giudice, firmato il Patto di Comunità: due anni di rigenerazione nel cuore dell’Appennino molisano

Castel del Giudice, firmato il Patto di Comunità: due anni di rigenerazione nel cuore dell’Appennino molisano

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Di MoliseTabloid il 11 Luglio 2025 Attualità, Castel del Giudice
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Castel del Giudice ha il suo Patto di Comunità. Il 5 luglio 2025, nel corso dell’assemblea pubblica sullo stato di avanzamento dei lavori legati al PNRR dopo due anni dall’inizio delle attività del progetto “Castel del Giudice Centro di (ri)Generazione dell’Appennino”, è stato siglato insieme a Next – Nuova Economia per Tutti l’importante strumento di partecipazione e di animazione territoriale per coinvolgere in maniera attiva l’intera cittadinanza alla vita sociale, politica, economica di Castel del Giudice. Tramite la condivisione di idee provenienti dall’intero tessuto sociale del paese è infatti possibile programmare e progettare insieme interventi a favore della sostenibilità del territorio orientando le scelte. Il sindaco Lino Gentile ha aggiornato i partecipanti sullo stato dei lavori realizzati ed in fase di realizzazione previsti dal Bando Borghi – Linea A. Successivamente, il gruppo di lavoro coordinato dall’ing. Rosita Levrieri ha dettagliato ciascuna iniziativa con un focus particolare sulla CER – Comunità Energetica Rinnovabile, sul sistema di rendicontazione del PNRR del quale ha approfondito Elisabetta Gizzi, sulle procedure di acquisizione degli immobili, curate da Federica Di Salvo, della gestione MEPA, di cui si occupa Debora Marcovecchio e sulla progettazione culturale, a cura di Luciana Petrocelli. Dal 2023, quando il progetto è entrato nella fase operativa con il supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, rigenerazione urbana e culturale procedono di pari passo, rendendo Castel del Giudice un laboratorio pilota per una nuova strategia di crescita demografica basata su nuova residenzialità, imprenditorialità affettiva e cultura.

Tre assi strategici per ripopolare il territorio.
Il primo pilastro del progetto sta puntando sulla ricostruzione del tessuto sociale e demografico attraverso soluzioni abitative innovative. Il Comune sta lavorando in particolare su due azioni strategiche: l’attivazione di residenze sociali per anziani con il Senior Social Housing, che trasforma edifici in disuso in residenze indipendenti organizzate intorno a servizi comuni per over 65 che vogliano mantenere la propria indipendenza, e la promozione di un’edilizia sociale diffusa per garantire alloggi a prezzi accessibili ai nuovi residenti. Tra le realizzazioni più significative spicca l’Hub di lavoro digitale “Riabitare Digitale”, uno spazio ecosostenibile dedicato al co-working e smart working, progettato secondo principi di edilizia green e design inclusivo. Include un laboratorio di triage e telediagnostica per migliorare i servizi alla persona e al benessere della comunità. Inoltre, saranno operative le Residenze Smartworking, cinque alloggi autonomi certificati come “Best Place to Smart Work” ricavati da due edifici del centro storico, progettati secondo elevati standard tecnici per offrire ambienti ideali dove vivere e lavorare in equilibrio tra comfort, produttività e qualità della vita.
Il secondo asse del progetto mira a trasformare Castel del Giudice in un modello concreto di sostenibilità ambientale. Il laboratorio per la transizione ecologica è operativo con sperimentazioni concrete per rendere il borgo a basso impatto ambientale. Un traguardo importante è stato raggiunto con la costituzione ufficiale della CER – Comunità Energetica Rinnovabile, che vede l’adesione di oltre 70 cittadini come “consumatori virtuali” dell’impianto fotovoltaico installato nell’area industriale comunale. L’obiettivo è fornire benefici ambientali, economici e sociali attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e all’indipendenza energetica del paese.
Il terzo pilastro del Centro di (ri)Generazione punta sull’integrazione tra turismo, cultura e residenzialità. L’Albergo diffuso Borgotufi, realizzato attraverso una innovativa Società di Trasformazione Urbana (STU), continua a essere il punto di riferimento per l’accoglienza, ospitando eventi culturali e di formazione e ampliando le sue strutture con nuovi servizi, tra cui un parcheggio e una piscina esterna. Tra le nuove strutture in corso d’opera ci sono la Casa dell’Artista, uno spazio di residenza temporanea ricavato da una vecchia stalla dove gli artisti ospiti realizzeranno opere dedicate al territorio, e l’Incubatore Agrifood Tech, che unisce tre edifici storici per creare un luogo centrale di trasformazione e somministrazione dei prodotti locali.

Un team di professioniste, governance innovativa e partecipazione comunitaria.
Il successo del progetto è anche merito dell’Ufficio di Rigenerazione, un gruppo di professioniste tutto al femminile formato ad hoc per valorizzare le competenze locali, guidato dall’ingegnere Rosita Levrieri, responsabile unico e coordinatrice del progetto Bando Borghi. Questo approccio innovativo ha garantito un coordinamento efficace e una visione integrata degli interventi. Ciò che rende unico, inoltre, il modello di Castel del Giudice è la sua governance partecipativa. Le tre società miste pubblico-private coinvolgono direttamente cittadini e “imprenditori affettivi” – persone originarie del borgo che hanno deciso di ritornare e reinvestire nella comunità dopo esperienze professionali altrove.

Un fumetto per raccontare le aree interne.
Il 2025 ha visto anche il rafforzamento della dimensione culturale del progetto. Iniziative innovative come il workshop di fumetto “Da zero a eroe” – il primo appuntamento si terrà il 12 luglio (per iscriversi, Google form: https://bit.ly/DaZeroaEroeFumetto) per creare un personaggio iconico delle aree interne dimostrano l’attenzione del borgo alla valorizzazione della memoria e delle tradizioni locali attraverso uno storytelling innovativo e intergenerazionale. Oltre al laboratorio di fumetto, gratuito e aperto a tutti, l’illustratore e fumettista Marco Tarquini sta realizzando racconti visivi sulle aree interne dell’Appennino, che seguono le linee di un diario del tempo, con focus sul passato, sul presente e sul futuro. Le strisce vengono pubblicate ogni 15 giorni sulle pagine social di Castel del Giudice Centro di Rigenerazione. Tra le altre iniziative culturali, “Tela di Note”, il laboratorio musicale che trasforma oggetti e ricordi in colonne sonore della comunità e il ciclo di incontri “Le Radici Immateriali” sul turismo delle radici.
Il calendario culturale si arricchisce di eventi di richiamo nazionale e internazionale: il CastelDelGiudice Buskers Festival (16 agosto 2025), manifestazione internazionale e multiculturale di arte di strada quest’anno alla decima edizione, la Festa della Mela (11 e 12 ottobre), che coinvolge i migliori produttori biologici e artigianali con esperienze di agricoltura sostenibile, e Radicalmente (5 e 6 settembre), festival letterario che celebra le radici culturali del territorio con protagonisti di spessore.

Un modello che guarda oltre.
La metafora dell’alveare, che caratterizza il progetto sin dall’inizio, si sta concretizzando in una rete di iniziative che coinvolge l’intero territorio appenninico. Come sottolinea il sindaco Gentile: “Le aree interne devono diventare avamposto e laboratorio di riflessioni e pratiche utili all’intero Paese”. Il progetto di Castel del Giudice non è più solo un esperimento locale, ma un modello replicabile per la rigenerazione delle aree interne italiane, in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030. Il “Centro di (ri)Generazione dell’Appennino” rappresenta oggi un caso di studio internazionale su come le politiche innovative, la visione a lungo termine e la partecipazione comunitaria possano trasformare il destino delle aree marginali, trasformando la “marginalità” in opportunità. Non solo per i residenti, ma per tutti coloro che cercano modelli alternativi di vita e lavoro in un’epoca di grandi trasformazioni.

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