La consigliera Stefania Passarelli ha presentato una proposta di legge regionale – contraddistinta con il n. 74 del Registro Amministrativo delle iniziative legislative della XIII Legislatura – concernente: “Disposizioni legislative per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare”.
Il riconoscimento ufficiale del ruolo di caregiver familiare – spiega la presentatrice della pdl nella relazione illustrativa – è stato introdotto per la prima volta dalla Legge di Bilancio 2018 (Legge n. 205 del 2017, articolo 1, commi 254-256). Le nuove disposizioni – aggiunge -, in vigore dal 1° gennaio 2025, introducono misure volte al riconoscimento formale del caregiver familiare, programmi di formazione e supporto, e strumenti economici e sociali per migliorare la qualità della vita di chi svolge questo ruolo. Di qui le finalità dichiarate nell’articolato dell’iniziativa legislativa di riconoscere, tutelare e sostenere il valore sociale ed economico dell’attività del caregiver familiare quale componente della rete di assistenza alla persona e del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali regionali, favorendone la partecipazione alla programmazione sociale. Si specifica ancora che la Regione Molise è chiamata a riconoscere, quindi, il caregiver familiare come persona autonoma (titolare di diritti individuali propri, diversi da quelli della persona che necessita di cura e assistenza di cui si occupa) e, dunque, meritevole di vedersi destinare risorse aggiuntive rispetto a quelle previste per il sostegno alle persone con disabilità.
Il testo presentato specifica che il caregiver familiare sia la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76 (Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze). Tale status di caregiver familiare può essere riconosciuto anche a coloro che, in mancanza di familiari da parte dell’assistito, convivono con la persona bisognosa di assistenza, garantendone la permanenza nel proprio ambiente familiare. Al fine di facilitare il caregiver nello svolgimento della propria e nelle attività – si prevede ancora nella proposta di legge – che gli venga rilasciato un apposito tesserino identificativo o una certificazione sociale denominata Card del Caregiver.
Ancora, alla Regione, nell’ambito della propria programmazione sociale e nel rispetto della libertà di scelta del caregiver familiare, è affidato il compito di promuove azioni di sostegno in favore del caregiver familiare previo confronto con gli organismi di rappresentanza degli enti del Terzo settore e dei caregiver familiari nonché con le parti sociali, ponendo in essere:
a) attività formative per il corretto svolgimento della funzione di cura ed assistenza mediante corsi gratuiti tenuti da personale in possesso di specifiche competenze in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale;
b) supporto psicologico per il conseguimento e il mantenimento del benessere e dell’equilibrio personale e familiare, nonché per prevenire l’isolamento e i fattori di rischio di stress psico-fisico legati all’attività sociale prestata;
c) l’attivazione di forme di facilitazione nel disbrigo di pratiche amministrative svolte nell’interesse dell’assistito o del caregiver familiare a cui è stata rilasciata la scheda di riconoscimento del proprio status.
Nella relazione illustrativa, infine, la presentatrice evidenzia come nel testo da lei predisposto si preveda, poi, che: la Regione, a partire dal 2026, possa attivare contributi economici fino a 5.000 euro annui per caregiver in condizione di disoccupazione, nell’ambito delle risorse stanziate dal Fondo nazionale per il sostegno del ruolo di cura; il caregiver familiare sia considerato parte integrante della rete di welfare locale mediante la creazione di un rapporto strutturato con i servizi sociali, sociosanitari e sanitari, inclusa la possibilità di partecipare alla definizione del Piano personalizzato di assistenza; le competenze maturate durante l’attività di assistenza possano essere riconosciute come crediti formativi e valorizzate ai fini professionali.
Per quanto concerne la parte finanziaria che sostiene l’iniziativa, il testo prevede uno stanziamento complessivo di 800.000 euro per gli anni 2026 e 2027, finanziati attraverso il Programma Operativo Regionale FSE+. Per gli anni successivi, gli oneri saranno coperti dal bilancio regionale.
La pdl verrà ora assegnata dal Presidente del Consiglio regionale alla Commissione consiliare permanente che si occupa della materia che, dopo aver svolto l’istruttoria di competenza ed espresso il proprio parere, la invierà all’attenzione dell’Aula per le determinazioni conclusive.
mercoledì 6 Agosto 2025 - 03:34:03 PM
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