“Sulle vicissitudini di Stellantis Urso viene da un triennio di servo encomio, di tante chiacchiere, e di immobilismo. Adesso si fa un grande parlare del Piano Italia del gruppo, che però continua a dare impulso a produzioni ovunque tranne che nel nostro paese, dove ormai l’azienda si configura come un generatore automatico di cassintegrati. Sulla Gigafactory di Termoli, sono stati i lavoratori stessi scorsa settimana a sottolineare i silenzi del governo. Un menefreghismo che fa il paio con quello di Stellantis, che sul polo molisano scarica ogni responsabilità su ACC, come se non fosse uno dei principali azionisti della stessa. Oggi con Filosa ci aspettiamo un Urso a schiena dritta e non supinamente ossequioso, anche se i precedenti sono tutt’altro che incoraggianti: Stellantis su Termoli va inchiodata alle proprie responsabilità, perché ci sono 1800 famiglie che vivono di incertezza assoluta. Intanto, come M5s, abbiamo presentato la richiesta per far venire ACC in audizione alla Camera. Su Termoli è giunto il momento di tracciare una rotta certa, e Urso non può fare ancora lo spettatore”. Così in una nota i deputati M5s in Commissione Attività Produttive Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Enrico Cappelletti e Antonio Ferrara.
Il consigliere regionale Gravina: “Basta silenzi e scaricabarile. Servono scelte chiare e un tavolo a Palazzo Chigi”
“Dopo l’incontro avuto la scorsa settimana davanti ai cancelli di Termoli con lavoratori e sindacati, oggi arriva un passo importante: i nostri parlamentari del MoVimento 5 Stelle, tra cui Chiara Appendino, hanno formalizzato la richiesta di audizione dei vertici di ACC alla Camera.
È un atto concreto che va esattamente nella direzione indicata dai lavoratori: basta silenzi, basta scaricabarile. Stellantis non può far finta di non essere uno degli azionisti di ACC e limitarsi a generare cassintegrati nel nostro Paese mentre investe altrove.
Noi restiamo al fianco dei lavoratori. Ora il Governo non può più fare lo spettatore: servono scelte chiare e assunzione di responsabilità, a partire da un tavolo a Palazzo Chigi.”