Ferrazzano è uno dei paesi più caratteristici della regione. Con oltre 3mila abitanti, è finito spesso all’attenzione della cronaca nazionale (e internazionale) per fatti di grande curiosità e forte impatto mediatico, come quello sulle origini dell’attore statunitense Robert De Niro. Ma si contano purtroppo anche episodi drammatici e violenti. Negli ultimi 20 anni Ferrazzano è stato teatro di due macabri ritrovamenti, quello delle vittime di Angelo Izzo nel 2005, sotto terra, e quello, avvenuto ieri, del figlio più piccolo (senza vita) e della figlia (in gravi condizioni) di Salvatore Ocone, in un’auto. Due storie completamente diverse, quelle del “mostro del Circeo” e del “mostro” di Paupisi, la prima che ha visto i fatti compiersi nel comune molisano mentre la seconda iniziata e per gran parte consumata nel piccolo centro del beneventano, ma che hanno qualcosa in comune. A partire dalle vittime: una donna e un minore sia all’epoca, sia ora. Entrambi i ritrovamenti, poi, sono avvenuti nel territorio in agro del comune, al di fuori del fulcro del centro abitato. Ferrazzano è un paese che concentra le sue case in cima, ma ha radici numerose tutte intorno. Proprio su alcune di queste radici si sono fermati per alcuni drammatici e sconvolgenti momenti i semi della follia. Quella follia che ha mosso i protagonisti di queste due vicende. Pare che Ocone soffrisse di depressione e che il suo stato psicofisico fosse noto non solo alla famiglia ma anche alla comunità in cui viveva. In passato sarebbe stato sottoposto ad un tso. Una volta, raccontano i media locali, sarebbe stato ritrovato nudo in chiesa. Numerose inoltre le tensioni e le liti familiari testimoniate dai vicini. Appare quindi verosimile che qualcosa di più poteva essere fatto per evitare questa ennesima tragedia, senza che ciò giustifichi ogni singola azione dell’omicida che ha comportato una dolorosa conseguenza. L’uomo andava evidentemente allontanato affinché potesse essere messo al sicuro da se stesso e non facesse del male ai suo familiari.
Trovato senza vita uno dei figli di Ocone, la più grande grave in ospedale



