Mentre entra nel vivo la campagna olivicola, come ogni anno, cominciano ad affiorare le problematiche legate alla carenza di manodopera necessaria alla raccolta delle olive sull’intero territorio regionale. A fronte di un’annata che si preannuncia positiva, con rese maggiori rispetto allo scorso anno ed una buona qualità del prodotto, si registra, infatti, una insufficiente disponibilità di operai specializzati.
Le aziende lamentano, infatti, notevoli difficoltà nel reperire operai qualificati, formati secondo le vigenti normative; un problema, questo, che sta spingendo sempre più gli imprenditori olivicoli ad avvalersi di contoterzisti in possesso di attrezzature meccaniche, come scuotitori per trattori, in grado di sopperire la manodopera necessaria. Per la verità la mancanza di tali figure professionali è spesso correlata alla necessità di mettere in campo specifici corsi di formazione abilitanti.
A tal proposito Coldiretti Molise pone l’accento sulla necessità di sostenere le imprese nell’attività di formazione degli operai agricoli in modo da poterli poi impiegare in azienda in assoluta sicurezza, evitando di incorrere in pericolosi infortuni e per le imprese allontanare il rischio di subire pesanti sanzioni.
“Non va dimenticato – ricorda il direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – che l’olivicoltura rappresenta un settore strategico dell’agricoltura regionale la quale, oltre a generare valore economico, producendo oli di alta qualità e impiegando personale nelle aziende, costituisce un tassello fondamentale nella cura e difesa del territorio. Sono infatti gli agricoltori – sottolinea Asolese – che quotidianamente manutengono il suolo dal rischio di dissesto idrogeologico come di incendi; in altri termini – conclude il direttore – questi possono essere definiti le sentinelle che presidiando i loro campi combattono anche lo spopolamento delle aree più interne e marginali della nostra regione”.
Confcooperative Molise: “Previsto incremento fino al 30%”
Secondo i dati diffusi da Confcooperative Molise, i frantoi cooperativi sono pienamente operativi su tutto il territorio regionale, e le proiezioni annunciano un incremento della raccolta di olive fino al 30% rispetto alla scorsa stagione.
Un dato confortante, se si considera che lo scorso anno l’andamento climatico anomalo aveva ridotto sensibilmente la produzione. Solo in alcune aree — come una parte della piana di Venafro le condizioni metereologiche meno favorevoli, abbinate alle fasi fenologiche di maggiore sensibilità, hanno ridotto parzialmente i benefici della ripresa.
Le rese in olio mostrano un miglioramento significativo, oscillando tra il +15 e il +20% in gran parte del territorio.
L’unione tra un raccolto più abbondante e un rendimento più elevato disegna così una stagione complessivamente positiva per il comparto olivicolo molisano, che conferma la propria vitalità nonostante le difficoltà strutturali.
L’olivicoltura in Molise rappresenta una delle filiere agricole più identitarie e diffuse.
Secondo i dati ISMEA 2024, la superficie olivetata regionale supera i 19.000 ettari, con una produzione media annua che, in annate favorevoli, si attesta intorno alle 50.000 tonnellate di olive e oltre 7.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva.
La regione conta diversi frantoi attivi, molti dei quali organizzati in cooperative aderenti a Confcooperative Molise FedagriPesca. Tra i più rappresentativi figurano quelli di San Martino in Pensilis, Larino, Fornelli e Isernia, vere colonne portanti dell’economia agricola locale.
Sul piano qualitativo, il Molise vanta due DOP riconosciute:
“Molise DOP”, che copre gran parte della regione con cultivar autoctone come Gentile di Larino, Leccino, Rosciola e Sperone di Gallo;
“Venafro DOP – Colline dell’Alto Volturno”, nota per l’olio verde intenso e fruttato, prodotto in aree a forte vocazione olivicola.
Questi marchi, uniti a una crescente sensibilità verso la filiera corta e certificata, consolidano la reputazione del Molise come terra di oli pregiati e sostenibili.
In questo contesto, è stato accolto con interesse il recente decreto ministeriale che introduce l’obbligo di registrare i movimenti delle olive entro sei ore dall’acquisto, senza possibilità di sospensione.
Si tratta di una misura volta a rafforzare la tracciabilità e la trasparenza lungo tutta la filiera, tutelando il consumatore e garantendo la provenienza del prodotto.
Pur rappresentando un ulteriore onere amministrativo, la norma risponde alla crescente esigenza di contrastare le frodi e le importazioni non controllate, che da anni penalizzano i produttori italiani e in particolare quelli molisani, esposti alla concorrenza di oli stranieri a basso costo e qualità incerta.
Confcooperative Molise FedagriPesca, sta lavorando — in stretto raccordo con le strutture nazionali — nell’ambito della riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per semplificare gli adempimenti burocratici a carico degli operatori, senza però arretrare sul fronte dei controlli qualitativi e di sicurezza alimentare.
L’obiettivo è duplice: da un lato sburocratizzare il lavoro dei produttori, dall’altro rafforzare la tutela del marchio “Made in Italy” e la fiducia dei consumatori.
Una strategia condivisa con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF), che ha recentemente ribadito la volontà di valorizzare le produzioni locali e sostenere la competitività delle piccole imprese olivicole.
La speranza è che questa stagione segni non solo la rinascita di un raccolto, ma anche il rinnovato orgoglio di una comunità agricola che continua a credere nella propria terra e nella sua forza generativa.



