Questa è la storia di una donna che, grazie alla fiducia nelle Istituzioni, viene liberata dalle violenze del figlio e sconfigge l’incubo di una violenza domestica troppo a lungo sopportata. E’ quanto accaduto in una delle tante piccole realtà del Molise, quando un cittadino, chiamando il 112, chiede l’intervento dei carabinieri della Compagnia di Larino per una lite; i militari giungono sul posto e qualcosa non quadra.
Partono i primi accertamenti che si intensificano quando i militari intervengono nuovamente presso quell’abitazione; qui la vittima, un’anziana donna, per amor di madre verso il proprio figlio violento, nega tutto sia ai Carabinieri che ai medici del pronto soccorso e dice di essersi fatta male accidentalmente in casa.
Ma per la Procura della Repubblica di Larino qualcosa di ben più grave si nasconde dietro quelle parole e scattano le indagini, sofisticate ed accurate che fanno emergere tutta la verità di una storia tanto attuale quanto triste.
Il resto è cronaca giudiziaria, tutt’ora coperta da segreto istruttorio, con il figlio colpito da un’ordinanza cautelare emessa dall’Autorità Giudiziaria e scaturita proprio per le continue vessazioni compiute verso la madre.
La storia raccontata è, purtroppo, una delle tante che quasi, tristemente, non fanno più notizia ma che segnano indelebilmente la vita di chi tace, soffre e subisce.
Le fonti del sito del Ministero dell’Interno parlano chiaro: relativamente al periodo dal 1° gennaio al 30 luglio 2023 sono stati registrati 194 omicidi, con 71 vittime donne, di cui 57 uccise in ambito familiare/affettivo e, di queste, 35 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Analizzando gli omicidi del periodo sopra indicato rispetto a quello analogo dello scorso anno, si nota un uguale numero degli eventi (194), mentre diminuiscono le vittime di genere femminile, che da 77 diventano 71 (-8%).
Numeri in leggero calo ma comunque alti, anzi, altissimi e che spesso sono soltanto una punta di un iceberg che naviga nel mare dell’omertà e della paura di chi non sempre ha il coraggio di denunciare e chiedere aiuto.
Ma lo Stato c’è e, con una semplice telefonata al 112, gli incubi e le violenze possono essere spazzate via immediatamente.
Autorità Giudiziaria e Carabinieri insieme per il cittadino, al fianco delle donne e degli uomini che troppo spesso restano imbrigliati nella rete della violenza domestica. Ma in che modo?
E’ proprio il Procuratore della Repubblica di Larino, Elvira Antonelli, ad evidenziare gli importanti strumenti che sono a disposizione del cittadino.
Il sito istituzionale della Procura frentana, www.procuradilarino.it , nella pagina in alto a destra ha una sezione, di colore rosa, dedicata ai reati di genere denominata Sportello donna.
“E’ stata una delle primissime iniziative che ho assunto appena mi sono insediata”, riferisce il Procuratore che spiega come sia semplicissimo chiedere aiuto allo Stato anche tramite un click dal proprio smartphone, in ogni momento ed ovunque ci si trovi.
La Procura, infatti, ha istituito un indirizzo mail che verrà a breve inserito nel sito istituzionale della Procura stessa e che ha sia nel nome che nel dominio l’essenza dell’efficacia: tumeriti.procura.larino@giustizia.it.
Una delle grandi novità del link, infatti, è la possibilità di poter effettuare segnalazioni, anche in maniera del tutto autonoma, proprio a garanzia di quell’integrità e di quella segretezza che aiutano la vittima (o il cittadino che segnala) ad attivare l’intervento dello Stato.
L’Arma, dal suo canto, fa la sua parte in costante sinergia con l’Autorità Giudiziaria, adottando procedure di intervento rapide ed efficaci.
Innanzitutto l’applicativo interforze “SCUDO”, sviluppato dal Servizio per i sistemi informativi interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale, d’intesa con l’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di polizia, che consente di evidenziare i precedenti interventi degli equipaggi nei confronti di vittime di lite, o violenza, anche nei casi in cui non sia stata proposta denuncia o querela.
L’applicazione permette, altresì, di monitorare episodi rientranti nel cosiddetto “codice rosso”, non sempre caratterizzati da particolari gravità o aggressività, come le liti verbali, ma che, attraverso una condotta abituale, potrebbero assumere rilievo penale e diventare atti persecutori o maltrattamenti ai danni di familiari o conviventi.
“Abbiamo incrementato gli sforzi per contrastare la violenza di genere in ogni ambito, come ad esempio l’inaugurazione, proprio a giugno scorso, di Una stanza tutta per sé presso il Comando Provinciale Carabinieri di Campobasso”, precisa il Colonnello Luigi Dellegrazie.
Presso ogni Compagnia dei Carabinieri di Campobasso, infatti, è presente personale altamente specializzato per la raccolta di denunce di violenza di genere, che ha frequentato corsi qualificati ed è in continuo aggiornamento dal punto di vista legislativo in tale settore.
“Possiamo aiutarvi” è quanto ripete il Colonnello Luigi Dellegrazie che evidenzia quanto importante e fondamentale sia contattare il 112 per le segnalazioni di qualsiasi problematica.
Procura della Repubblica ed Arma dei Carabinieri insieme ed al fianco del cittadino, per contrastare la piaga della violenza di genere, perché “Tu meriti”.
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