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Home»1. Categorie news»Attualità»Fermate pullman non sicure sulla Bifernina. Anas: sono abusive. I sindacati difendono gli autisti. E in assemblea “volano” offese e minacce

Fermate pullman non sicure sulla Bifernina. Anas: sono abusive. I sindacati difendono gli autisti. E in assemblea “volano” offese e minacce

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Di MoliseTabloid il 19 Dicembre 2024 Attualità, Guardialfiera, Sindacale

“In queste ore, un amministratore locale, con toni eccessivi e fuori luogo, sta cercando di strumentalizzare la questione delle fermate del trasporto pubblico, scaricando tutte le responsabilità sugli autisti e alimentando l’ira, comprensibile ma mal indirizzata, di alcuni viaggiatori”.
E’ quanto denunciano i segretari dei sindacati dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl Autoferro e Faisa Cisal, in merito alla questione delle fermate dei pullman non sicure lungo la Bifernina e alla decisione degli autisti di non fermarsi a tutela degli utenti.
“L’amministratore in questione, ignorando le più elementari regole logiche e giuridiche, sostiene che le fermate siano sicure e vadano effettuate comunque, anche se non sono a idonee per la legge. Un ragionamento assurdo ed insostenibile, che si commenta da solo.
Gli autisti, in quanto lavoratori e pubblici dipendenti di un servizio pubblico, non possono disattendere le norme di legge relative alla sicurezza ed alla regolarità delle fermate. Se una fermata non è a norma, anche se ritenuta “sicura” da qualcuno, la responsabilità ricade comunque sugli autisti.
Il rispetto delle norme è obbligatorio e non soggetto a interpretazioni personali. I sindacati stanno semplicemente difendendo i lavoratori per evitare loro eventuali conseguenze civili o penali in caso di incidenti. Se un passeggero o un mezzo subisse danni presso una fermata “non a norma”, l’autista rischierebbe di dover rispondere con il proprio patrimonio personale.
L’argomentazione secondo cui “si è sempre fatto così” non è valida, soprattutto quando in gioco ci sono la sicurezza e il rispetto delle leggi. La cronaca è piena di esempi di prassi consolidate che hanno causato incidenti e danni.
Anche se in passato la fermata è stata utilizzata senza problemi apparenti, ciò non la rende legale o sicura secondo gli standard attuali. Continuare a ignorare la norma perpetua una situazione di insicurezza costante. Solo il rispetto delle leggi (il C.d.S. è una norma di sicurezza), può garantire una tutela adeguata e sollevare gli autisti da eventuali responsabilità.
La posizione dei sindacati, per quanto possa apparire inflessibile, è conseguenza di anni di ignavia ed incuria. La soluzione non può che venire dall’amministrazione pubblica e dalla Regione, che devono intervenire con urgenza per mettere la fermata a norma, evitando di scaricare il problema su autisti e cittadini.
L’Anas, ente gestore delle Strade Statali, ha ribadito che le fermate non sono state autorizzate e, pertanto, sono da considerarsi abusive. Difatti molti autisti vengono sanzionati dallo stesso Ente e dalla Polizia Stradale.
Un sindaco che decide arbitrariamente dove effettuare fermate, ignorando la legge – specialmente quando la non conformità è evidente – non agisce nell’interesse della comunità.
Durante un’affollata assemblea pubblica a Guardialfiera, convocata per affrontare il problema, l’unica proposta avanzata è stata quella di imporre agli autisti di fermarsi, per “buon senso”, al bivio di Guardialfiera, senza considerare le implicazioni penali e civili per gli stessi autisti in caso di incidenti. Le proposte dei sindacati di prolungare le corse fino alle fermate regolari, in attesa dell’adeguamento delle strutture, non sono state minimamente considerate. Ignorata anche la richiesta di esonerare gli autisti da eventuali spese legali e risarcimento danni da parte dell’azienda (nonostante fosse evidente che nessun partecipante all’assemblea accetterebbe di operare violando quotidianamente la legge e rischiando conseguenze penali e finanziarie gravi, come la perdita della propria abitazione.).
Durante l’assemblea, si sono verificati episodi spiacevoli: offese e minacce ai pochi rappresentanti sindacali presenti da parte di una minoranza, e il dubbio sollevato da una partecipante sul perché la SATI non imponga il rispetto delle norme di sicurezza a tutti. Dall’assemblea però non è scaturita la domanda più importante, cioè: se gli autisti avessero ragione, che intende fare l’amministrazione pubblica?
Questa situazione, aggravata da atteggiamenti inadeguati di un amministratore pubblico, sta generando un clima di tensione e intimidazione nei confronti degli autisti, che sono stati di recente oggetto di insulti e minacce da parte di individui irresponsabili durante lo svolgimento del loro lavoro.”

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