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Home»1. Categorie news»Attualità»Referendum 8 e 9 giugno: nasce il Comitato “Molise, 5 Sì per ricominciare”. Coscia: “Tutelare diritti cittadini e lavoratori”

Referendum 8 e 9 giugno: nasce il Comitato “Molise, 5 Sì per ricominciare”. Coscia: “Tutelare diritti cittadini e lavoratori”

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Di MoliseTabloid il 23 Aprile 2025 Attualità, Politica

In vista dell’appuntamento referendario del l’8 e 9 giugno nasce “Molise, 5 Sì per ricominciare” che aderisce alla piattaforma dei comitati nazionali e regionali composti dalle sigle sindacali, di partito e associazioni civiche a favore del Sì nei 5 quesiti referendari. Al comitato promosso dall’esponente del PD molisano, l’avvocato Simone Coscia hanno aderito diverse figure di spicco della società civile molisana, tra le altre il professore Franco Focareta, docente di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Bologna e la consigliera Comunale di Isernia e segretaria del circolo cittadino del PD di Isernia Alessia Panico. Il 29 aprile alle ore 18 nella sala conferenze di Casa Stephanus in piazza Duomo a Termoli sarà presentato il Comitato per illustrare le ragioni dei “5 Sì” al voto.

Coscia: “Senza la tutela dei diritti di cittadinanza e dei lavoratori non c’è futuro. Anche il Molise deve reagire per ripartire”.
“Il silenzio mediatico attorno ai quesiti referendari ci preoccupa. I cittadini in queste settimane sono privati di un dibattito pubblico approfondito sulle ragioni che hanno spinto milioni di persone a firmare a favore dei 5 referendum. Per questo motivo abbiamo ritenuto doveroso contribuire all’azione di informazione che i comitati referendari nazionali e regionali stanno portando avanti. Un contributo che si aggiunge in termini di presenza mediatica, di riflessione pubblica e di coinvolgimento alla campagna referendaria. Senza la tutela dei diritti di cittadinanza e dei lavoratori non c’è futuro. Soprattutto in regioni piccole come il Molise. Questo appuntamento può essere inoltre un primo momento di confronto con i cittadini per preparare una piattaforma programmatica di governo alternativa alle politiche delle destre al potere che in prima battuta vanno contro i lavoratori e le lavoratrici e contro i giovani “italiani” nati e cresciuti in Italia. Crediamo sia giusto abolire le norme che limitano il reintegro dei lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015, licenziati illegittimamente nelle aziende con più di 15 dipendenti e ripristinando maggiori tutele contro i licenziamenti ingiustificati; garantire ai lavoratori delle piccole imprese un risarcimento adeguato in caso di licenziamento illegittimo, avvicinando le tutele a quelle previste per le aziende più grandi; contrastare la precarietà lavorativa limitando l’uso dei contratti a tempo determinato e promuovendo l’occupazione stabile; rafforzare la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori negli appalti, garantendo che il committente condivida sempre la responsabilità per eventuali infortuni sul lavoro; dimezzare il tempo necessario affinché uno straniero residente possa richiedere la cittadinanza italiana, facilitando l’integrazione delle comunità migranti”.

I 5 quesiti – Referendum 8/9 giugno 2025

L’8 e il 9 giugno 2025, i cittadini italiani saranno chiamati: alle urne per esprimersi su cinque quesiti: referendari riguardanti: temi di lavoro e cittadinanza. Di seguito, una scheda analitica per ciascun referendum:
1. Abrogazione delle disposizioni sui licenziamenti del Jobs Act
Quesito: Si chiede l’abrogazione del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 23, che disciplina il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, introdotto dal Jobs Act.
Obiettivo: Eliminare le norme che limitano il reintegro dei lavoratori assunti dopo il marzo 2015 licenziati illegittimamente nelle aziende con più di 15 dipendenti, ripristinando maggiori tutele contro i licenziamenti ingiustificati, così da eliminare una inaccettabile disparità tra lavoratori assunti prima o dopo il marzo 2015.
Promotori: La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (CGIL) ha promosso questo referendum, raccogliendo oltre 4 milioni di firme.
2. Maggiori tutele per i lavoratori delle piccole imprese
Quesito: Si propone l’abrogazione parziale dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, per eliminare le limitazioni all’indennità risarcitoria, oggi prevista per un massimo di 6 mensilità , per i lavoratori licenziati senza valida motivazione nelle aziende con meno di 15 dipendenti.
Obiettivo: Garantire ai lavoratori delle piccole imprese un risarcimento adeguato in caso di licenziamento illegittimo, avvicinando le tutele a quelle previste per le aziende più grandi.
Promotori: Anche questo referendum è stato promosso dalla CGIL nell’ambito delle iniziative volte a rafforzare i diritti dei lavoratori.
3. Limitazione dei contratti a termine
Quesito: Si propone l’abrogazione parziale delle norme che disciplinano l’apposizione di un termine ai contratti di lavoro subordinato, con particolare riferimento alla possibilità , attualmente prevista, di stipulare contratti a tempo determinato senza l’obbligo di indicare una causale, nonché alla disciplina relativa alla durata massima complessiva del contratto e alle condizioni che regolano le proroghe e i rinnovi.
Obiettivo: Contrastare la precarietà lavorativa limitando l’uso dei contratti a tempo determinato, ai soli casi di presenza di particolari ragioni produttive individuate dalla contrattazione collettiva, e promuovendo l’occupazione stabile.
Promotori: Questo quesito fa parte del pacchetto di referendum sul lavoro promosso dalla CGIL.
4. Ripristino della responsabilità solidale negli appalti
Quesito: Si propone l’abrogazione delle norme che escludono la responsabilità solidale del committente per i danni subiti dai lavoratori delle aziende appaltatrici o subappaltatrici, derivanti da rischi specifici dell’attività di queste imprese.
Obiettivo: Rafforzare la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori negli appalti, garantendo che il committente condivida sempre la responsabilità per eventuali infortuni sul lavoro.
Promotori: Anche questo referendum è stato promosso dalla CGIL per migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
5. Riduzione del periodo di residenza per la cittadinanza italiana
Quesito: Si propone di abrogare le disposizioni che richiedono almeno dieci anni di residenza legale per la concessione della cittadinanza italiana, riducendo tale periodo a cinque anni.
Obiettivo: Dimezzare il tempo necessario affinché uno straniero residente possa richiedere la cittadinanza italiana, facilitando l’integrazione delle comunità migranti.
Promotori: Il referendum è stato promosso da +Europa, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista e diverse associazioni della società civile, raccogliendo oltre 637.000 firme.

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