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“Il lato oscuro dell’amore” tra streghe e ipocrisie umane: la Bottega dell’Attore incassa un altro successo al Savoia

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Di MoliseTabloid il 21 Maggio 2025 Attualità, Campobasso

La Bottega dell’Attore ha regalato al pubblico campobassano un’altra piacevole serata di teatro ricca di riflessioni, al termine della quale lunedì 19 maggio l’applauso del Savoia è stato spontaneo e meritato, sia per quanto visto sul palco sia per il lavoro dietro le quinte. “Eclissi di maggio – Il lato oscuro dell’amore” è stata una storia malinconica, triste, che grazie alle caratteristiche dei personaggi e alla bravura dei loro interpreti ha comunque strappato in più occasioni un sorriso alla platea. La vicenda, che ruota attorno ai protagonisti Barbara Allen e lo stregone John (Rossella Menotti e Vinicio Rocco), ha subìto di volta in volta delle accelerazioni e dei rallentamenti, offrendo allo spettatore dei tempi “rapidi”, più coinvolgenti, quasi più violenti (pensiamo alla danza iniziale delle streghe – tratta dal IV atto del Macbeth di W.Shakespeare, autore caro alla Bottega dell’Attore, secondo la versione scritta dal maestro Nicola Zaccariello nel 1996 – o al rito di ‘esorcizzazione’ che subisce Barbara), e altri più lenti, calmi, come la contemplazione dell’orizzonte da parte di John “figlio di strega” o ad esempio il momento iniziale dell’accoglienza in casa nella prima comparizione del predicatore Haggler (Egidio Oliva). Eppure tutto ha fatto parte di uno stesso fiume che scorre sempre, nella stessa direzione. Il tempo in platea è volato, come l’aquilotto di John che lo spettatore può solo immaginare là sopra la propria testa, spesso nominato da alcuni personaggi e che ricorda non solo le origini del protagonista ma funge anche da ticchettio di un orologio destinato a suonare al termine del giro. Non si può non notare come gli attori e le attrici si siano divertiti nei rispettivi ruoli che hanno cucito sul loro corpo per diventare con essi una cosa sola, non rendendo mai pesante né banale una trama drammatica e in fondo così simile a tante altre lette, viste e ascoltate in secoli di storia.

Due mondi diversi
Il protagonista John figlio di strega che si innamora di una donna umana e che, per averla, vuole diventare come lei ricorda il tema della contrapposizione dei mondi, di cui è ricco il panorama della letteratura e delle fiabe. Ma ci si può vedere anche in parte la contrapposizione tra famiglie rivali e l’amore tra due loro componenti che viene in ogni modo osteggiato, fino all’epilogo tragico. Campobasso ne conserva una nota di questa storia, quella tra Fonzo Mastrangelo (Trinitari) e Delicata Civerra (Crociati), che Rossella Menotti, ennesimo lavoro alla regia, oltre che come attrice, la quale ha curato lo spettacolo insieme a Roberto Sacchetti, probabilmente teneva bene in mente.
La rappresentazione è ispirata alla leggenda narrata dalla ballata di Barbara Allen, di tradizione inglese e origine scozzese, del XVII secolo, nella versione drammaturgica di H. Richardson e W. Berney, Dark of the moon. Nell’adattamento, il duo Menotti-Sacchetti ha deciso di conservare l’ambientazione originaria in Buck Creek, un paese ai piedi delle Smoky Mountains, trasportando la vicenda in un tempo a noi più vicino, sul finire degli anni ’40, quando c’erano maggiori pregiudizi e un altro tipo di conformismo rispetto ad oggi, ma di cui sono conservati ancora dei forti retaggi. Il prologo viene introdotto dal personaggio di Mr Bergen (Antonio Licameli), riscritto da Roberto Sacchetti come guida per lo spettatore durante lo svolgimento di tutto il dramma (lo aveva già fatto ad esempio con il personaggio di Molière per “Il cornuto immaginario” e “Le preziose ridicole”). L’inizio inoltre è accompagnato dalla canzone “La rosa e il rovo di cera“, scritta da Menotti e musicata, cantata e prodotta da Corrado Carano.  L’intera storia è incentrata sulla continua contrapposizione tra il mondo reale di una comunità superstiziosa, spaventata da tutto ciò che non conosce o crea incertezza, e il mondo magico di maghi, streghe e stregoni che si muovono liberamente nel mondo degli umani, osservando e interagendo con questi, senza essere da loro riconoscibili (e il fatto che le attrici che interpretano le streghe e la maga prendano le ‘sembianze’ anche di altri personaggi nella comunità degli umani sembra quasi rafforzare questo concetto).

John si pone in contrasto con la sua natura e si lascia affascinare dal mondo umano, di cui vuole essere parte, e chiede alla Maga (Marina De Simone) di essere trasformato, perdendo di fatto i suoi poteri. Quest’ultima accontenta la sua decisione ma a patto che Barbara Allen (che ricambia il suo amore e con cui già c’era stato un tenero incontro) gli sia fedele per almeno un anno, pena la ritrasformazione in uno stregone. Dall’altra parte, nel villaggio, famiglia e parenti della ragazza vorrebbero che lei si sposasse, evitando l’etichetta di zitella e salvando le apparenze visto che lei è in attesa di un figlio di padre ignoto. Quando lo “straniero” dunque si presenta in paese chiedendo la mano di Barbara, molti per convenienza sono contenti, senza curarsi troppo di chi sia e da dove provenga. Ma presto lo scetticismo prende il posto della speranza e la comunità in cui John ha scelto di vivere viene sopraffatta dalla superstizione e dall’odio verso di lui. La conferma della natura non umana dello straniero arriva prima dal suo rifiuto di entrare in chiesa e poi dalla nascita del figlio di Barbara, che si scoprirà essere stato concepito proprio con John prima che quest’ultimo diventasse umano e che ha le sembianze di un mostro, ragion per cui la famiglia di lei decide di darlo alle fiamme. Il predicatore Haggler si trasforma di fatto in una potenza malvagia che, in nome di Dio, guida il sentimento della valle contro John, manovrando i suoi fedeli affinché Barbara possa essere esorcizzata. La ragazza viene costretta a subire una violenza carnale ad opera del rivale di John, Marvin (Domenico Petrucci), proprio nell’ultimo giorno oltre il quale la promessa di fedeltà voluto dalla Maga non sarebbe stata più obbligatoria. Ignari delle conseguenze delle proprie azioni, gli abitanti di Buck Creek mettono in pratica il volere delle streghe – che in tutta la storia tentano continuamente John a tornare con loro – e segnando il destino dei due innamorati, destinati a ritrovarsi solo “dopo trecento tramonti”. Sono gli abitanti che finiscono per essere i veri mostri, come sarà sottolineato in un dialogo tra Mr Bergen e Mr Allen (Sacchetti): “Avete fatto peggio delle streghe […] E’ il trionfo dell’ipocrisia e del conformismo sociale sulla verità delle passioni”.

Il finale tragico e l’apparente cinismo di John
John torna uno stregone e Barbara va a cercarlo nella foresta dove, dopo un ultimo addio con il suo amato, trova la morte. Ciò perché, si scopre in una delle ultime scene, le streghe hanno fatto una scommessa con il Mago (Domenico Mariano), uno dei personaggi apparso tra i più simpatici al pubblico e che invece rientra anche lui tra coloro che decidono il destino per capriccio: se John avesse chiesto una seconda possibilità alla Maga, la vita di Barbara si sarebbe spenta. Solo dopo la morte di lei, il protagonista per la prima volta in tutto lo spettacolo si lascia corteggiare dalle streghe, felici di averlo ritrovato, e sembra quasi aver dimenticato l’amore per Barbara. John sembra così accettare il suo destino e aver riabbracciato il suo “lato oscuro”. Nel corso della storia, peraltro, dopo il matrimonio con Barbara, aveva più volte manifestato la sua nostalgia per la sua vecchia vita (“A volte sento di voler essere qualcosa di più grande”), un bisogno di cui non poteva fare a meno (andare di notte nel buio), al punto da lasciarla da sola anche durante il parto. Ma nel finale, prima di uscire definitivamente di scena, guarda l’orizzonte per l’ultima volta, come aspettando i trecento tramonti, e annusa i capelli della sua amata, proprio perché in realtà il suo lato umano è sopravvissuto in lui.

Il progetto “Riferiamoci” e il cast
La messa in scena ha permesso di raccogliere fondi per il progetto “Riferiamoci” e per le attività generali dell’Associazione Vivi Colle dell’Orso OdV ETS, di cui la compagnia è parte integrante dal 2010. Il progetto “Riferiamoci” è nato circa un anno fa ed è incentrato sulla famiglia, quale unità elementare di qualsiasi comunità. Esso è finalizzato a creare una rete di genitori e ragazzi e a sostenere la collaborazione tra le famiglie, coinvolgendo tutti gli attori del territorio – Comune, scuole e associazioni – aventi un compito e un ruolo educativo, diretto o indiretto, attraverso vari partenariati sia del mondo imprenditoriale che associativo, ognuno con le sue offerte didattico-informative.
Di seguito invece il cast che ha preso parte allo spettacolo: Rossella Menotti (BARBARA ALLEN), Vinicio Rocco (JOHN), Domenico Mariano (MAGO), Marina De Simone (MAGA/MISS MERRIK), Antonella Tosto (STREGA ROSSA/MISS METCALF), Lara Oliva (STREGA BIANCA/BERTA), Amelia Colitti (STREGA NERA/NEMESI), Aurora Calabrese (STREGA ROSA/FREYA), Barbara Antonecchia (HAG/MRS SUMMEY), Egidio Oliva (PREDICATORE HAGGLER), Domenico Petrucci (MARVIN HUDGENS), Ada Alfieri (ESTHER ALLEN), Giulia Enrica D’Ambrosio (MRS ALLEN), Roberto Sacchetti (MR ALLEN), Marilina Di Palma (ELLA BERGEN), Lia Armagno (MRS BERGEN), Antonio Licameli (MR BERGEN). Aiuto-regia sono Marina De Simone e Antonio Salvatorelli; i costumi sono stati curati da Marina De Simone, Domenico Mariano, Rossella Menotti e Antonella Tosto; curatore della regia audio-luci è Luca de Cesare; gli elementi coreografici sono a cura del “Centro Danza Scarpette Rosse” (Rossella Menotti, Giulia Bosco, Francesca Sara Spallone, Lorella Colucci); gli elementi scenografici e la grafica sono stati curati dalla stessa Menotti; tamburellista è Maria Matrella, che ha collaborato anche alla selezione degli effetti e delle musiche di scena insieme ad Anna de Blasio. Voci soliste dello spettacolo sono Marilina Di Palma nei brani “Amazing Grace” e “Joshua Fit the Battle of Jericho” e Rossella Menotti nel brano “Canzone di un’eclisse d’amore”, da ella stessa scritto e musicato da Jacopo Rizzardi.


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