“Non si sta facendo abbastanza per tutelare gli interessi dei pendolari molisani. Lo affermo senza timore di smentita perché anche oggi, ascoltando le parole dell’assessore regionale ai Trasporti, abbiamo avuto la conferma che tutti i disservizi legati ai cantieri di RFI permangono e non si è dato conto di azioni della Regione a garanzia di chi viaggia, o sarebbe meglio dire, viaggiava, utilizzando la rete ferroviaria molisana”.
E’ un commento durissimo quello della consigliera regionale Alessandra Salvatore intervenuta dopo l’annunciata cancellazione di una serie di corse da e verso Roma e Napoli e di un’ulteriore totale interruzione sulla tratta ferroviaria Isernia-Venafro per 120 giorni (dal 22 settembre 2025 al 19 gennaio 2026), per lavori di elettrificazione della linea.
Sull’argomento il Partito Democratico – che aveva già depositato il 4 luglio scorso una interpellanza non ancora calendarizzata – ha chiesto e ottenuto proprio stamane l’iscrizione di una interrogazione urgente discussa subito in Consiglio regionale.
“Purtroppo le risposte ottenute non mi hanno soddisfatta – ha detto la prima firmataria – perché, pur volendo prendere per buona l’annunciata ripartenza dei treni da gennaio 2026 verso Roma e Napoli partendo da Bojano (e non da Campobasso, capoluogo di regione!), ci saranno disagi non indifferenti per i mesi a venire, disagi che si sommano alle già gravissime lacune di un servizio inesistente”.
Come è noto, a causa dei lavori di elettrificazione della tratta Roccaravindola – Venafro, Trenitalia aveva fatto sapere che dal 30 giugno 2025, dal lunedì al venerdì, due corse della tratta Isernia – Roma (il Regionale 23365 delle 9.07 da Roma a Isernia e il Regionale 23349 da Isernia a Roma delle 13.28) avrebbero avuto termine e origine a Cassino, con la programmazione di corse bus da e per Campobasso, con possibilità di aumento dei tempi di percorrenza dei viaggi in bus in relazione anche al traffico stradale e con ammissione dei viaggiatori limitatamente alla disponibilità dei posti. Non solo: Trenitalia precisava che sui bus non è ammesso il trasporto bici e non è ammesso il trasporto di animali ad eccezione dei cani guida, con conseguente grave compromissione delle normali regole di trasporto e relativa penalizzazione dei cittadini/utenti.
“L’ulteriore peggioramento annunciato pochi giorni fa sul sito di RFI ci esclude, completamente, dalla rete di trasporto su rotaia col rischio, ventilato dalla stessa Trenitalia, di non poter offrire un servizio sostitutivo su gomma alle stesse condizioni. Lo precisano loro, dicendo che ci sarà disponibilità di posti limitata, per di più non si potranno trasportare animali da compagnia o biciclette come, invece, accade sui treni. Enormi, in ogni caso, i disagi per le persone con disabilità. Non sono, questi, aspetti indifferenti, e ci saremmo aspettati (e ci aspettiamo), a fronte di una filiera politica che non funziona, almeno azioni giuridico-amministrative della Regione per impedire che il servizio sostitutivo su gomma venga svolto in condizioni quantitativamente e qualitativamente meno tutelanti per utenti e personale dipendente di Trenitalia. Del resto, il contratto di servizio parla chiaro e se gli standard non vengono garantiti non è giusto che a farne le spese siano gli utenti e i lavoratori di Trenitalia. Ad oggi non abbiamo notizie di azioni giuridiche intraprese in tal senso. Terremo alta l’attenzione su un tema che riguarda tantissime persone e che dovrebbe essere oggetto di sforzi ed iniziative straordinarie da parte della Giunta Roberti”.
Gravina: “Servono risposte immediate su Isernia–Roma e servizio sostitutivo”
Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Roberto Gravina ha depositato un’interpellanza urgente per chiedere conto al Presidente della Regione e al Delegato ai Trasporti della grave situazione in cui versa la rete ferroviaria molisana, ulteriormente compromessa dalla sospensione della tratta Isernia–Roma prevista fino al 12 settembre e poi dall’ulteriore interruzione sulla linea regionale ferroviaria Termoli-Venafro, tratta Isernia-Venafro, di 120 giorni a partire dal 22 settembre 2025 fino al 19 gennaio 2026.
Gravina denuncia con forza i disagi causati agli utenti, in particolare ai pendolari, agli studenti e ai lavoratori che da settimane si ritrovano privi di un collegamento ferroviario diretto, già da fine giugno, quando sono stati soppressi i treni tra Isernia e Cassino e sostituiti da autobus. “Siamo di fronte a un danno sistemico per la mobilità regionale – afferma – senza precedenti per durata e impatto. I servizi sostitutivi si sono rivelati del tutto inadeguati: mancano fermate intermedie essenziali come Cassino, gli orari sono incompatibili con le esigenze reali degli utenti, e i mezzi utilizzati non rispondono agli standard minimi, nemmeno per l’utenza più fragile.”
L’iniziativa parte dalla mozione n. 25 del 13 maggio scorso, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegnava la Giunta a rivedere con urgenza il contratto con Trenitalia, a distinguere chiaramente il trasporto ferroviario da quello su gomma e a riferire periodicamente sullo stato dei lavori di elettrificazione della rete, che – secondo le stime più recenti – non sarà completata prima del 2028.
A rendere ancora più preoccupante il quadro, sono state le dichiarazioni fornite in Aula questa mattina dall’assessore Marone e dal sottosegretario Niro, che hanno purtroppo confermato come RFI decida e programmi interventi penalizzanti per il Molise senza alcuna reale concertazione con il territorio. Appare infatti evidente che l’idea iniziale di RFI fosse quella di mantenere la linea chiusa addirittura fino a maggio 2026. A partire da gennaio 2026, sempre secondo quanto detto dall’assessore Marone, i collegamenti ferroviari con Roma dovrebbero ripartire solo da Bojano, escludendo Campobasso.
“Una scelta strategica gravissima, che riduce ulteriormente l’accessibilità del capoluogo regionale. Ma ciò che più sconcerta – sottolinea Gravina – è che queste informazioni erano già note alla Giunta regionale, che tuttavia ha evitato accuratamente di comunicarle pubblicamente.”
“Nonostante gli impegni assunti in Aula nei mesi scorsi, nulla di concreto è stato portato all’attenzione del Consiglio o della cittadinanza – prosegue – e intanto la Regione continua a versare oltre 18 milioni di euro l’anno per un contratto di servizio che, nei fatti, non garantisce il servizio ferroviario. È un paradosso intollerabile.”
Con l’interpellanza, Gravina sollecita la Regione a fare chiarezza sullo stato di attuazione degli impegni approvati, sull’eventuale acquisizione di un cronoprogramma ufficiale da RFI e Trenitalia e sull’urgenza di riorganizzare il servizio sostitutivo. Inoltre, chiede che venga convocato un tavolo tecnico o, in alternativa, che i vertici di Trenitalia e RFI siano chiamati a riferire formalmente in Commissione Trasporti.
“La chiusura della principale arteria ferroviaria verso Roma aggrava l’isolamento del Molise e compromette il diritto alla mobilità dei cittadini – conclude –. Il silenzio e l’inazione non possono diventare la risposta istituzionale a una crisi che sta mettendo in ginocchio un’intera regione.”