“Per una volta il Governo regionale ha ragione. Come l’orologio, una volta al giorno, pur stando fermo e rotto, segna l’ora giusta”.
E’ quanto afferma, seppure in maniera ironica, la capogruppo Pd in Consiglio regionale Micaela Fanelli in merito alla revisione dei criteri di riparto sul Fondo sanitario e sull’importanza di fare rete con l’Abruzzo.
“Ha ragione nel sostenere la tesi del Presidente dell’Abruzzo Marsilio in merito al riparto del Fondo Sanitario Nazionale. Voglio sottolinearlo per rafforzare la posizione che in questi giorni si sta discutendo a Roma e per dare alcuni suggerimenti aggiuntivi rispetto a quanto si sta decidendo.
Breve passo indietro. Oggi il fondo sanitario nazionale per il 98.5% è assegnato in base alla popolazione e al Molise tocca lo 0,51%, sulla scorta della ‘chiave di accesso o di riparto’. Questa chiave è data dalla combinazione di indicatori, dove la netta prevalenza è determinata da quello della popolazione (e della vecchiaia della stessa). Dall’anno scorso, è stato introdotto un leggero fattore correttivo, quello della ‘deprivazione’, un indice che individua fattori di povertà come elementi da considerare, in quanto incidenti negativamente sulla salute delle persone. Purtroppo, è un dato che pesa ancora troppo poco.
Andrebbe sostenuto fortemente (primo suggerimento), anche perché già elaborato con basi tecniche solide e immediatamente applicabili anche nel riparto attuale.
A questi fattori, il Governatore dell’Abruzzo chiede di aggiungere la scarsa densità demografica. Sacrosanto! Le nostre difficoltà sul territorio non possono diventare un fattore negativo e non bilanciato. Siamo pochi e per questo abbiamo pochi soldi. Ma viviamo in un territorio ampio e abbiamo, in ogni caso, diritto alla migliore assistenza.
Per questo è giusto quanto affermato ieri nella Commissione Salute della Conferenza delle Regioni da Marsilio e sostenuto dall’Assessore Iorio, insieme ad altre quattro regioni (in totale, sei). Va corretto il tiro, introducendo il criterio dell’inversamente proporzionale al peso demografico della popolazione regionale e va fatto da subito! Le elaborazioni fornite in sede tecnica, però, sembrano ancora poco rifinite ed esaustive e la proposta non è quindi ancora matura sul piano tecnico. Così, come i detrattori sostengono, ci sia una norma che lo impedisca. Non è così. Semmai c’è il principio opposto (riequilibrare le regioni scarsamente popolate) nella legge 42/2009, quella sul federalismo fiscale.
Che fare, quindi?
Continuare a mantenere il punto anche nella prossima riunione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni del 2 ottobre. Lì, il Presidente Roberti prosegua nel sostenere quanto argomentato da Iorio nella commissione istruttoria degli Assessori!
Va eventualmente chiesto un breve rinvio per elaborare una proposta strutturata. Evitare cioè che, con la ‘scusa’ della scarsa solidità tecnica o delle norme ostative, venga rimandata al mittente una battaglia sacrosanta e che ancora una volta abbiano la meglio le regioni che hanno sempre comandato il riparto sanitario, cioè Lombardia e Veneto, con appoggio variabile da parte delle altre ricche regioni del Nord e quelle più popolose, che con gli attuali criteri la fanno da padroni.
Qualora tuttavia quest’anno non si riesca ad ottenere l’incidenza sul riparto, con la classica motivazione di evitare la mancata intesa, poiché altrimenti decide lo Stato (un grande classico per i ‘conservatori dello status quo’ della Conferenza delle Regioni!) si propongono due strade:
1) chiedere l’applicazione del criterio almeno per una percentuale del fondo (ad esempio sul 10%) e al riparto della premialità (seppure quota ormai ridotta al lumicino);
2) di insediare immediatamente un gruppo tecnico di esperti che elabori la proposta che verrà attuata l’anno prossimo. E nel gruppo inserire quanti siano capaci di indirizzare in nostro favore.
Il Governo regionale, così facendo, avrà il mio pieno sostegno sulla battaglia che non deve avere colore politico, ma che va portata avanti solo e soltanto nell’interesse del Molise e di tutti i molisani, delle aree interne e meno popolose, delle zone che già soffrono oggi di una sanità liquefatta. Per invertire la rotta servono capacità organizzative e soldi. Del primo aspetto, stiamo ragionando in relazione alla proposta avanzata dai Commissari, quella della rete ospedaliera, e che penalizza soprattutto i presidi di prossimità e la sanità territoriale (si vedano gli esempi di Agnone e delle guardie mediche). Del secondo, ci occupiamo qui. Per una volta, sostenendo le ragioni della maggioranza Roberti/Iorio. Per onestà intellettuale, per essere uniti e più incisivi, destra e sinistra, per la difesa dei diritti essenziali della nostra regione e delle sue aree più deboli.”
giovedì 18 Settembre 2025 - 07:19:07 PM
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