Salvatore Ocone è ancora nel carcere di Campobasso, in isolamento. Il 58enne di Paupisi, accusato dell’omicidio della moglie Elisa Polcino e del figlio 15enne Cosimo, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 settembre, nel comune campano, e del tentato omicidio della figlia 16enne Antonia, ricoverata al Neuromed di Pozzilli, è in attesa di trasferimento presso l’istituto di pena di Benevento, che avverrà in un secondo momento. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Lubrano del Tribunale di Campobasso, come già ampiamento specificato in precedenza fa riferimento al fermo avvenuto in Molise, precisamente nelle campagne di Ferrazzano. Intanto sia la Procura sia la difesa dell’uomo sono al lavoro per la valutazione e la redazione di una consulenza tecnica psichiatrica, visti alcuni episodi precedenti della vita del 58enne che sono oggetto di attenzione e ricostruzione, e le modalità con cui sono avvenuti i tragici fatti, comprese le ore successive ai delitti. Ciò anche al fine di stabilire la necessità di applicazione di misure di sicurezza e comunque diverse dalla detenzione carceraria ordinaria.
La cattura e i collegamenti con il territorio molisano
Nonostante la Opel Mokka – utilizzata da Ocone per arrivare con i figli in Molise – sia rimasta per diverse ore ferma in un terreno di Ferrazzano, solo nel pomeriggio l’uomo è stato individuato (vicino all’auto) e fermato. Nei paraggi, infatti, c’è solo un’attività (che non è aperta tutti i giorni). Ma non è chiaro se qualcuno abbia effettivamente segnalato la presenza di un veicolo sospetto. L’intuizione è da attribuire ai Carabinieri di Mirabello Sannitico. I militari, dialogando con la Polizia Locale di Ferrazzano, avrebbero avuto la sensazione che fosse necessario approfondire le registrazioni della videosorveglianza comunale. Gli agenti, che hanno sotto controllo i monitor collegati alle telecamere installate sul territorio, hanno così ritrovato un ‘passaggio’ in cui la Opel Mokka viene ripresa dagli “occhi digitali” della sicurezza mentre percorre uno dei tratti periferici del paese. Il fuggitivo poteva quindi trovarsi in zona. Un elicottero, com’è noto, ha poi supportato le ricerche a terra da parte delle forze dell’ordine. E’ stato proprio il velivolo ad individuare Ocone e l’auto, fermi in un terreno tra la Provinciale 120 San Giacomo Ponte Rotto e contrada Pio Sambuco, prima di intervenire. Ma perché Ocone avrebbe deciso di fermarsi proprio qui? Le risposte al momento non sono certe. Ma due elementi portano a pensare che la strada e la zona fossero note al 58enne (anche se uno dei due appare piuttosto una coincidenza): il suo presunto collegamento per motivi lavorativi in passato (si parlerebbe di un capannone in suo possesso) e la proprietà del veicolo, acquistato presso un rivenditore di Benevento ma che il caso vuole sia precedentemente appartenuto ad una persona di Mirabello Sannitico.



