Sono 2.090 i nuovi contratti programmati dalle imprese molisane nel mese di ottobre, che diventeranno 4.920 entro dicembre 2025. È quanto emerge dalle elaborazioni regionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito del Programma nazionale “Giovani, donne e lavoro” cofinanziato dall’Unione europea.
Al netto delle 290 entrate previste dal comparto primario, il mercato del lavoro regionale mostra una sostanziale stabilità rispetto allo stesso periodo del 2024, con livelli analoghi di nuovi contratti. Sul trimestre, però, si osserva una lieve flessione: circa 300 assunzioni in meno rispetto allo scorso anno, un dato in linea con il rallentamento nazionale (-2,1%) e con le incertezze che interessano il sistema produttivo.
Servizi in crescita, industria in difficoltà
Il settore dei servizi resta il principale motore occupazionale, con 1.320 contratti previsti a ottobre (+2,3%) e 3.350 nel trimestre (-3,7%). Il turismo e i servizi alle imprese guidano la domanda, ciascuno con 370 assunzioni programmate, seguiti dai servizi alla persona (330) e dal commercio (260).
Il comparto industriale, invece, mostra segnali di rallentamento: 490 ingressi previsti nel mese (-5,8%) e circa 1.110 nel trimestre (-13,3%). A mantenere la tenuta è il settore delle costruzioni, sostenuto da opere pubbliche e interventi di riqualificazione, mentre la manifattura registra una contrazione sia nel breve che nel medio periodo.
Giovani e microimprese: luci e ombre
Come nel resto del paese le micro e piccole imprese (fino a 9 dipendenti) si confermano il principale motore dell’occupazione, concentrando la quota più alta di nuovi ingressi. Scende invece la quota di giovani under 30, che rappresentano il 22% delle nuove assunzioni, circa sei punti in meno rispetto all’anno scorso. Le maggiori opportunità per i giovani restano nei comparti turistico e dei servizi alle imprese.
Quasi un’assunzione su due è difficile da coprire
La difficoltà di reperimento si attesta al 46,8%, in linea con la media nazionale. La principale causa è la mancanza di candidati disponibili (26,4%), seguita da una preparazione inadeguata (16,7%).



