Pubblichiamo di seguito la lettera dei familiari di un paziente che si è spento all’Hospice “Madre Teresa di Calcutta” di Larino, in cui viene ringraziata l’intera equipe della struttura per la grande umanità dimostrata e le competente gestione fino all’ultimo istante di vita del loro caro. Si tratta dell’ennesima testimonianza, seppur provata dal dolore, del riconoscimento di una squadra e di un ambiente al completo servizio dei pazienti e dei loro familiari, e che infondono calore e conforto anche laddove l’epilogo appare ormai segnato.
“Il dolore per una perdita non può essere un impedimento nel riconoscere, con lucidità, gli eventi e gli accadimenti che hanno contraddistinto un percorso profondamente doloroso.
Con senso di infinita gratitudine, quindi, intendiamo ringraziare pubblicamente l’equipe dell’Hospice “Madre Teresa di Calcutta” di Larino guidata con un senso di profonda umanità dal direttore, Dott. Mariano Flocco.
Lì, in quella struttura dove i pazienti sono accuditi e assistiti con dedizione, amorevolezza e professionalità fino all’ultimo respiro, il nostro Pasquale ha trascorso gli ultimi giorni della sua troppo breve esistenza.
Lì, a soli 59 anni, si è spento ma non è mai stato solo: le sue paure, i suoi dolori, le sue preoccupazioni hanno trovato risposte di conforto, sia mediche sia di umanità.
Quella che caratterizza ogni gesto del direttore Flocco, della caposala Monica, della fisioterapista Marzia, dell’assistente sociale Maria, di tutto il personale OSS. Angeli scesi in terra per lenire i dolori, le paure, la disperazione.
Una equipe che ha saputo coniugare altissima professionalità e profonda sensibilità, che ha accompagnato anche noi familiari all’ultimo addio con la generosità della condivisione.
Anche noi non ci siamo mai sentiti soli, nella paura e nella disperazione di una perdita, in un cammino difficile e che nessuno avrebbe mai potuto solamente immaginare.
Al dottore Flocco, a tutta la sua equipe dobbiamo solo dire grazie perché il nostro Pasquale ci ha lasciato con dignità, circondato da professionalità e tanto amore. E solo chi ha così tanto rispetto perla vita, può averne altrettanto per la malattia, per la disperazione di chi ci lascia e di chi resta.
Angelo, Michela e Mamma Carmela“.



