Sabato 15 novembre, nella sala biblioteca Lello Lombardi del Consiglio regionale del Molise, in via IV Novembre, sarà illustrato il contenuto della Proposta di Legge regionale da presentare alla Camera dei Deputati intitolata: Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti, all’affettività ed alla sessualità.
La PdL, di iniziativa dei consiglieri Alessandra Salvatore, Micaela Fanelli, Vittorino Facciolla per il Partito Democratico e di Roberto Gravina e Angelo Primiani per il Movimento 5 Stelle, punta a far inserire tra le materie curriculari in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, l’educazione all’empatia e alla gestione dei sentimenti e, per le scuole secondarie di secondo grado, anche alla sessualità e all’affettività.
Per rafforzare il senso della proposta, i consiglieri sottoporranno la stessa anche alla sottoscrizione delle cittadine e dei cittadini molisani secondo i tempi e i modi previsti dalle proposte di iniziativa popolare.
PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DA PRESENTARE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
“INTRODUZIONE DELL’INSEGNAMENTO SCOLASTICO DELL’EDUCAZIONE ALL’EMPATIA, ALLA GESTIONE DEI SENTIMENTI, ALLA AFFETTIVITA’ ED ALLA SESSUALITA’”
Relazione illustrativa
1. Tutela e promozione del benessere psicologico di bambini e ragazzi
La promozione del benessere mentale dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze è un obiettivo di fondamentale importanza, che non può prescindere dalle modalità di interazione con il contesto familiare e sociale e che può essere raggiunto solo attraverso un approccio multifattoriale e interdisciplinare.
Garantire il benessere psicologico di bambini e ragazzi, d’altra parte, ha implicazioni significative sia per il loro sviluppo individuale che per quello collettivo degli ambienti che frequentano.
La tutela e la promozione della salute mentale e del benessere psicologico dei minori di età è priorità normativa a livello internazionale (si vedano la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, adottata a New York il 20 novembre 1989 e ratificata in Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176 e l’Agenda 2030) ed europeo (si veda il Regolamento 24 marzo 2021, 2021/522, che istituisce il Programma UE per la salute “EU4Health”), con la previsione di risorse a ciò specificamente dedicate.
Quanto alla normativa italiana, sono molteplici le azioni e gli interventi previsti nel nostro ordinamento a tutela e per la promozione del benessere psico-sociale di bambini e ragazzi, ma, fino ad oggi, il legislatore nazionale non ha inteso prevedere, diversamente da quanto accade in altri Paesi europei, il coinvolgimento diretto e strutturato delle Scuole, attraverso l’introduzione di specifici programmi e percorsi educativi, affidati a docenti con particolari competenze tecniche e finalizzati a promuovere da un lato il benessere psicologico ed emotivo di bambini ed adolescenti, grazie allo sviluppo dell’autostima e della abilità di coping, dall’altro la positiva ed equilibrata interazione con i coetanei, favorendo l’empatia e la socializzazione, contro ogni forma di pregiudizio, di stigma, di discriminazione e violenza.
2. Il ruolo della Scuola
Se è vero che la Scuola, nel suo complesso, è tenuta a generare effetti educativi di benessere personale e relazionale e, dunque, lavora già quotidianamente in tale direzione, grazie alle attività didattiche già esistenti, alle relazioni tra insegnanti e studenti ed a quelle tra gli studenti, alla collaborazione con le famiglie e con le altre agenzie educative, è ormai chiaro che tutto questo, purtroppo, non basta: la cronaca quotidiana racconta di difficoltà personali e/o relazionali che i bambini ed i ragazzi non riescono ad affrontare da soli e per le quali, spesso, non chiedono aiuto e supporto. Tali difficoltà sfociano sempre più di frequente in forme di disagio che, nei casi più gravi, si manifestano attraverso l’autoisolamento, gesti di autolesionismo o di intemperanza verso gli altri, oppure determinano emarginazione e, sempre più spesso, discriminazioni e violenze, che hanno come modelli negativi, fonte di emulazione, quelli patologici e disfunzionali messi in atto dagli adulti e diffusi da canali comunicativi difficilmente controllabili e sempre più accessibili ai minori di ogni età. Ciò vale, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti, anche per le discriminazioni e le violenze legate al genere, che, anziché regredire, ormai trovano precocemente diffusione.
Rispetto a tale quadro, la notizia dell’approvazione -in Commissione Cultura ed Istruzione della Camera- di un emendamento al Disegno di Legge Valditara (“Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico” – Atto Camera n. 2423), che estende il divieto di attività didattiche e progettuali sui temi del benessere psico-fisico, della educazione all’empatia, all’affettività ed alla sessualità anche alle scuole secondarie di primo grado, ha destato sgomento e preoccupazione: si compie una scelta di tale natura proprio mentre aumentano gli episodi di grave disagio psicologico e di bullismo e cyber-bullismo, si moltiplicano i casi di violenza di genere e di femminicidi, perpetrati anche da giovanissimi, e tornano a fare paura i numeri relativi alle malattie sessualmente trasmissibili (HIV compreso) e alle gravidanze precoci. Escludere l’educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti (utile per combattere il disagio psicologico, l’isolamento sociale ed i fenomeni del bullismo e del cyber-bullismo) anche nelle scuole medie non è pensabile per una comunità, quella del nostro Paese, che chiede, invece, a gran voce di promuovere il benessere psico-fisico di bambini ed adolescenti e di fermare la violenza, sempre più agita da giovanissimi, e la mattanza delle ragazze e delle donne.
Oltretutto, secondo i dati diffusi da Save the children, il 91% dei genitori ritiene utile l’introduzione di questi percorsi obbligatori a scuola, perché sta maturando tra i cittadini la consapevolezza della generalizzata e fisiologica impreparazione delle famiglie (anche di quelle che pensano di esserne in grado) ad entrare da sole nelle complesse dinamiche psicologiche e relazionali di bambini ed adolescenti. I temi della autostima, dell’empatia, della gestione dei sentimenti, della affettività e, per gli adolescenti, della sessualità in alcuni casi vengono affrontati correttamente in ambito familiare, in altri non vengono affrontati, in altri ancora vengono trattati replicando idee, schemi e modelli disfunzionali, che attingono a quella mentalità ed a quegli stereotipi che sono il terreno fertile su cui si è alimentata nei secoli il culto della forza e la “cultura” della sopraffazione, che, rispetto alle questioni di genere, viene declinata come possesso dell’uomo nei confronti delle donne.
La Scuola e le scuole, di ogni ordine e grado, grazie anche alla loro collaborazione ed interazione con tutte le altre agenzie educative e sempre in raccordo con le famiglie -sulla base di un’alleanza educativa capace di promuovere autonomia, rispetto e consapevolezza del sé e dell’altro-, rappresentano la grande opportunità per veicolare capillarmente (tramite il lavoro di figure appositamente formate, interne ed esterne) informazioni e messaggi corretti, scientificamente fondati, con il linguaggio più adatto, ai ragazzi di ogni età. Grazie alla Scuola, sulla base del Patto educativo con le famiglie, ed in collaborazione con la rete territoriale, si può promuovere il benessere psico-fisico di bambini e adolescenti ed evitare che si isolino e/o che le loro modalità di relazionarsi agli altri e la loro educazione sentimentale sia condizionata e pregiudicata da stimoli ed esempi pericolosi e fuorvianti: in tal senso, sono allarmanti ed inquietanti anche i dati della fruizione, da parte di ragazzi e ragazze sempre più giovani, di piattaforme online e di siti, anche pornografici, di ogni tipo, i cui contenuti spesso violenti vengono presentati come normali e naturali.
Introdurre in tutti gli Istituti scolastici, in maniera strutturale e strutturata, l’insegnamento dell’Educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti, alla affettività e, per gli adolescenti, anche alla sessualità, attraverso programmi e progetti gestiti e realizzati da personale docente appositamente formato ed esperto dell’età evolutiva, anche con il supporto esterno di medici e psicologi, è l’unica possibilità per promuovere al meglio il benessere psicologico e psico-sociale di bambini e ragazzi, per debellare in radice la violenza nelle relazioni umane, per fornire alle ragazze ed ai ragazze di ogni età gli strumenti per tutelare la propria salute, fisica e mentale, e per instaurare con gli altri relazioni basate sul rispetto reciproco e sull’empatia, con la consapevolezza di cosa sia funzionale e benefico e di cosa, invece, sia disfunzionale e patologico.
3. Discriminazioni e violenze legate a questioni di genere
Il benessere psico-sociale di ragazze e ragazzi in età adolescenziale e delle comunità in cui interagiscono non può prescindere, poi, da una profonda rivoluzione culturale, non più rinviabile: occorre estirpare la convinzione che sia normale instaurare relazioni umane basate sullo squilibrio, sulla forza, sulla prepotenza ed occorre cancellare l’idea patriarcale (ed inaccettabile) che un uomo abbia diritto di decidere del destino di una donna (e, spesso, di quello dei figli) e che la sua volontà debba prevalere a prescindere. Occorre sradicare gli stereotipi di genere che condizionano, spesso anche inconsciamente, i pensieri, le parole e le azioni di ognuno di noi, a prescindere dall’età, dalla nazionalità, dall’estrazione sociale, dal livello di istruzione. Occorre la presa di coscienza che nessuno è indenne da condizionamenti culturali che hanno tutti come minimo comune denominatore la convinzione, coltivata nei millenni (e assorbita dall’inconscio collettivo che domina a tutte le latitudini ed in tutte le epoche storiche), per cui la vita e le aspirazioni di una bambina, di una ragazza, di una donna valgono comunque meno di quella di un uomo (che sia un familiare, un compagno, un fidanzato, un amico, un collega di lavoro, un perfetto estraneo). Basta guardare al linguaggio usato ed ai concetti espressi nei confronti delle donne, anche da chi delle parole fa il proprio strumento di “lavoro” (politici, sindacalisti, magistrati, avvocati, insegnati, giornalisti ecc.), per comprendere come il “registro” del pregiudizio e degli stereotipi di genere, su cui vengono calibrati termini ed idee inopportune -se non, addirittura, inaccettabili-, non risparmi in realtà nessuno, o quasi.
4. Conclusioni
Abbiamo bisogno tutti (donne e uomini) di interventi di supporto e di rivoluzione culturale precoci (prima che si formi e si strutturi la personalità e la emotività di ogni individuo), ispirati ai valori costituzionali, qualificati e capillari, possibili, dunque, nelle scuole, Istituzioni che nascono ed esistono proprio per fornire strumenti di comprensione dell’esistente e possibilità ai bambini ed ai ragazzi, indipendentemente dal loro contesto familiare, e che hanno come finalità proprio lo sviluppo della loro identità, delle loro competenze empatiche ed emozionali, del loro arricchimento umano, da cui dipende la loro formazione alla cittadinanza responsabile e solidale.
Ogni altra risposta, pensata per curare il disagio psicologico, quando ormai si è radicato, o per affrontare gli effetti del “dopo-violenza”, che di per sé rappresenta già testimonianza del fallimento del percorso socio-educativo e che non consentirà di recuperare ciò che irrimediabilmente è compromesso o distrutto, è solo una goccia, nel mare di sofferenza e di violenza, che ci si para davanti ogni giorno. Così come pensare di lavorare solo sull’inasprimento delle pene, che pure è importante ma che, come è evidente, nei reati di violenza (di genere, ma non solo) non rappresenta un deterrente efficace, significa combattere una battaglia persa in partenza.
Le vittime di discriminazioni, di prevaricazioni, di soprusi e di violenza devono essere tutelate ed i responsabili resi inoffensivi, ma l’azione dello Stato deve essere necessariamente efficace a monte, impedendo che i germi della violenza e della sopraffazione possano attecchire precocemente, nella mente e nelle azioni. Non si può più aspettare. L’emergenza impone di agire subito: occorre intraprendere un percorso legislativo che consenta la strutturazione, nelle scuole di ogni ordine e grado, di percorsi di educazione all’empatia, alla sana gestione dei sentimenti e, per gli adolescenti, all’affettività ed alla sessualità, che promuovano il benessere psico-sociale e relazionale di bambini e ragazzi. In gioco non c’è solo la qualità della vita delle nostre comunità e delle future generazioni, ma anche la vita e l’incolumità di tantissime persone e, tra loro, di tantissime donne, di ogni età.
5. La struttura della PDL
Questa Proposta di legge, che si compone dei seguenti 11 articoli, intende promuovere il benessere psicologico dei bambini e dei ragazzi e dare risposta all’emergenza in atto, riconoscendo come la Scuola, in raccordo con le altre Agenzie educative, può rappresentare il vero presidio contro l’esclusione sociale, le discriminazioni, le prevaricazioni, le violenze di ogni tipo.
L’art 1 è dedicato ai principi ispiratori della PDL.
L’art. 2 disciplina l’istituzione dell’insegnamento dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti e, per le scuole del secondo ciclo di istruzione, alla affettività ed alla sessualità.
L’art. 3 prevede la creazione di corsi di laurea con indirizzi dedicati.
L’art. 4 riguarda i programmi e Linee guida per l’insegnamento dell’educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti ed alla affettività e sessualità.
L’art. 5 prevede il rafforzamento della collaborazione tra scuole e famiglie, anche attraverso l’integrazione del Patto educativo di corresponsabilità.
L’art. 6 sancisce l’obbligo di formazione per tutto il corpo docente.
L’art. 7 prevede l’applicazione del Codice di autoregolamentazione POLITE.
L’art. 8 prevede la creazione di un Tavolo Interistituzionale regionale per l’Educazione all’Empatia.
L’art. 9 sancisce l’onere, per il Ministro dell’Istruzione e del Merito, di relazionare alle Camere sull’attuazione della legge.
L’art. 10 contiene la clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome.
L’art.11 riguarda la copertura finanziaria.
Proposta di legge regionale da presentare alla Camera dei Deputati
“Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’Educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti, alla affettività ed alla sessualità”
Art. 1
Principi
1. L’introduzione, nelle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione, dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti e, nelle scuole del secondo ciclo, anche all’affettività ed alla sessualità rappresenta la possibilità per fornire a tutti i bambini ed a tutti i ragazzi, indipendentemente dal loro contesto familiare, strumenti cognitivi ed emotivi in grado di promuovere il loro benessere mentale e favorire lo sviluppo equilibrato della loro personalità, la loro capacità di immedesimazione e di comprensione dell’altro, la loro consapevolezza di come avere cura di sé e di come riconoscere, nei rapporti con gli altri, ciò che è sano e funzionale, a fronte di ciò che è disfunzionale e patologico.
2. Nelle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, grazie anche alla collaborazione con le altre agenzie educative, è possibile effettuare interventi di promozione del benessere psico-fisico e di rivoluzione culturale precoci, ispirati ai valori costituzionali, qualificati e capillari, in grado da un lato di accompagnare bambini e ragazzi nella costruzione (o ricostruzione) di competenze personali, emotive, relazionali e sociali idonee ad attivare autostima ed una positiva interdipendenza con gli altri, basata sulla reciprocità e non sulla prevaricazione, dall’altra di decostruire gli stereotipi, i pregiudizi e le modalità relazionali basate sullo squilibrio, sulla prepotenza, sull’idea che sia normale prevaricare o non curarsi della sofferenza altrui ovvero sull’idea che le differenze -in primis quelle di genere- legittimino la discriminazione o le violenze.
Art. 2
Istituzione dell’insegnamento dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti e, per le scuole del secondo ciclo di istruzione, alla affettività ed alla sessualità.
1. Ai fini della realizzazione dei principi di cui all’articolo 1, a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo d’istruzione, è istituito l’insegnamento dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti e, per le scuole del secondo ciclo di istruzione, con le opportune gradualità legate all’età degli studenti, alla affettività ed alla sessualità, che, attraverso il reclutamento di personale docente esperto dell’età evolutiva, promuove il benessere psico-sociale dei bambini e ragazzi e la loro autostima, sviluppa la loro capacità di immedesimazione e rispettosa interazione con l’altro, prevenendo le manifestazioni di disagio, di isolamento sociale e di violenza fisica e psicologica, qualunque ne siano le origini.
2. Iniziative di promozione del benessere psicologico e delle capacità empatiche e di sensibilizzazione sull’importanza del rispetto dell’altro e della corretta gestione dei sentimenti sono avviate, tramite professionisti esperti dell’età evolutiva, già a partire dalla scuola dellinfanzia.
3. Le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione promuovono linsegnamento di cui ai commi 1 e 2. A tal fine, allarticolo 18, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, le parole: «di competenze civiche, linguistiche» sono sostituite dalle seguenti: «competenze civiche, emotivo-relazionali, linguistiche».
4. I piani di studio delle scuole e i programmi degli insegnamenti del primo e del secondo ciclo di istruzione, in coerenza con gli obiettivi generali del processo formativo di ciascun ciclo e nel rispetto dellautonomia scolastica, sono modificati e integrati al fine di garantire lacquisizione delle conoscenze e delle competenze relative allinsegnamento dellEducazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti e, per le scuole del secondo ciclo, con le opportune gradualità legate all’età degli studenti, l’insegnamento della Educazione alla affettività ed alla sessualità.
5. Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di Istituto l’insegnamento di cui all’art. 2 specificandone anche, per ciascun anno di corso, lorario, che non può essere inferiore a 1 ora settimanale, da svolgersi con modalità e tecniche di progettazione dei moduli innovative, elaborate anche con il supporto di personale esperto esterno (medici, psicologi, pedagogisti esperti dell’età evolutiva) e nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti. Per raggiungere il predetto orario gli istituti scolastici possono avvalersi della quota di autonomia utile per modificare il curricolo.
6. Nel rispetto della legislazione vigente in materia, sono ridefiniti in aumento gli organici del personale docente delle scuole di istruzione secondaria di primo e secondo grado al fine di garantire, attraverso il reclutamento di docenti laureati in psicologia o pedagogia, esperti dell’età evolutiva, linsegnamento di cui ai commi 1 e 2 del presente articolo.
7. L’insegnamento dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti, alla affettività ed alla sessualità, con obiettivi e competenze da sviluppare con gradualità, tenendo conto dell’età degli alunni e degli studenti, è oggetto di valutazioni periodiche da realizzarsi secondo i criteri definiti nelle relative Linee Guida.
Art. 3
Corsi di laurea con indirizzi dedicati per l’Insegnamento delle’ducazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti ed alla affettività e sessualità.
1. Le Università provvedono ad inserire nella propria offerta formativa corsi di laurea magistrale in psicologia o pedagogia con indirizzi strutturati per formare le competenze per l’insegnamento dell’Educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti ed alla affettività e sessualità, tenendo conto della diversità dell’approccio a seconda dell’età dei discenti.
Art. 4
Programmi e Linee guida per l’insegnamento dell’educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti ed alla affettività e sessualità
1. In attuazione dell’articolo 2, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro dell’Istruzione e del Merito, di concerto con il Ministro della Salute, con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, in stretto raccordo con il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, sono definiti i programmi e le linee guida dell’insegnamento dell’Educazione all’empatia ed alla gestione dei sentimenti e, per il secondo ciclo di istruzione, alla affettività ed alla sessualità.
2. Le linee guida di cui al comma 1 forniscono le indicazioni per inserire nei programmi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione e nelle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dellinfanzia i temi del benessere mentale di bambini ed adolescenti, dell’autostima, del reciproco rispetto, della sana gestione dei propri sentimenti, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della parità tra i sessi, dell’abbandono dei ruoli di genere stereotipati, della messa al bando di ogni forma di violenza e discriminazione, comprese quelle basate sul genere, del diritto allintegrità personale, della importanza, per gli alunni delle scuole del secondo ciclo di istruzione, di proteggere la propria salute, mentale e fisica, anche rispetto al rischio delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze precoci e/o non desiderate.
3. I temi indicati al comma 2 verranno affrontati con le modalità più appropriate all’età ed al livello cognitivo ed emotivo degli allievi.
4. Le Linee guida individuano anche gli indicatori di qualità ed efficacia ed i criteri di valutazione scientifica dei risultati, compresi quelli su cui basare il sistema di monitoraggio psico-sociale.
Art. 5
Scuola e famiglia
1. Al fine di moltiplicare gli effetti positivi dell’insegnamento dell’Educazione all’empatia, alla gestione dei sentimenti ed alla affettività e sessualità, la scuola rafforza la collaborazione con le famiglie, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità di cui all’articolo 5-bis, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, estendendolo alla scuola primaria.
Art. 6
Formazione obbligatoria per tutto il corpo docente
1. Il Ministero dell’istruzione e del merito e le istituzioni scolastiche, d’intesa con il Ministero della Salute e con il supporto del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi e delle Università e dei Centri di Ricerca, attivano corsi di formazione obbligatoria o integrano i programmi di quelli esistenti per il personale scolastico, compreso quello delle scuole dell’infanzia, al fine di garantire a tutto il corpo docente l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze per la realizzazione, in coordinamento e collaborazione con gli insegnati appositamente reclutati sulla base della presente legge, delle finalità di cui all’articolo 1.
Art. 7
Codice di autoregolamentazione POLITE
1. A decorrere dall’anno scolastico successivo a quello di entrata in vigore della presente legge, gli istituti scolastici di ogni ordine e grado adottano esclusivamente libri di testo e materiali didattici corredati dall’autodichiarazione delle case editrici che attesti il rispetto delle indicazioni contenute nel codice di autoregolamentazione « Pari opportunità nei libri di testo » (POLITE), approvato dal Consiglio del settore editoriale educativo dell’Associazione italiana editori l11 maggio 1999.
Art. 8
Tavolo Interistituzionale regionale per l’Educazione all’Empatia
1. Presso ogni Regioni è istituito il Tavolo Interistituzionale per l’Educazione all’Empatia ed al Benessere Relazionale, con funzioni di coordinamento territoriale e di monitoraggio.
2. Il Tavolo Interistituzionale, di cui al comma 1, si compone dei rappresentanti della Regione (Assessorati all’Istruzione e alla Salute), dell’Ufficio Scolastico Regionale, delle ASL (Consultori familiari), dell’Ordine regionale degli Psicologi, delle Università e dei Centri di ricerca, degli Enti locali, del Terzo settore e delle associazioni di studenti e di genitori.
3. Il Tavolo ha il compito di: monitorare l’attuazione della legge, sulla base degli indicatori di qualità ed outcome individuati nelle Linee guida nazionali, attraverso un report annuale da pubblicare e da inviare al Ministero dell’Istruzione e del Merito; promuovere la definizione di protocolli di rete scuola–sanità–territorio; promuovere progetti sperimentali e indirizzare l’impiego di parte delle risorse dei Piani Nazionali della Prevenzione e dei fondi europei per l’attuazione dei principi di cui all’art. 1 della presente legge; facilitare la formazione integrata dei professionisti; curare, grazie al contributo di Università e Centri di Ricerca, la valutazione scientifica d’impatto e formulare proposte di miglioramento delle politiche educative e preventive; segnalare e premiare le Istituzioni scolastiche che attuano sul territorio progetti innovativi e best practices.
4. La partecipazione al Tavolo Interistituzionale non comporta diritti a compensi.
Art. 9
Relazione alle Camere
1. Il Ministro dell’istruzione e del Merito, anche sulla base delle relazioni annuali inviate dai Tavoli interistituzionali regionali, presenta, con cadenza annuale, alle Camere una relazione sull’attuazione della presente legge.
Art. 10
Clausola di salvaguardia
1. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
Art. 11
Norma finanziaria
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, pari a 300 milioni di euro a decorrere dall’anno 2026, si provvede -in fase di prima attuazione e fatta salva la possibilità di individuare successivamente altri specifici capitoli del Bilancio- mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte a esigenze indifferibili, di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
2. Il Ministro delleconomia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.



