di Giuseppe Zingarelli
Pietracatella. Un piccolo borgo in provincia di Campobasso dislocato sulle colline molisane. Poco meno di 1.200 anime. Tre giorni fa la piccola comunità è stata sconvolta da una tragedia. Sara Di Vita, 15 anni, studentessa del liceo classico e la madre, Antonella Di Ielsi, 50 anni, sono decedute all’ospedale “Cardarelli” di Campobasso per una sospetta intissicazione alimentare causata, probabilmente, da pesce, funghi e altri alimenti consumati nel corso delle festività natalizie. La prima ipotesi è che si possa trattare di epatite fulminante. La Procura della Repubblica di Campobasso ha immediatamente aperto un fascicolo d’inchiesta contro ignoti, disposto il sequestro delle cartelle cliniche di Sara e Antinella, anche per accertare e verificare al contempo la pregressa storia sanitaria delle vittime, disponendo l’autopsia sui corpi di madre e figlia che dovrebbe essere eseguita domani, 31 dicembre. Cosa ha provocato la morte delle due donne?. Perchè nel pomeriggio dello scorso 27 dicembre, le condizioni di salute di Sara e, successivamente, quella della madre, si sono aggravate con una rapidità che ha ‘scioccato’ gli stessi medici del reparto di Rianimazione dell’ospedale del capoluogo molisano? Il responsabile del reparto, infatti, il dottor Vincenzo Cuzzone, ha parlato di quadro clinico precipitato con “rara velocità”. Anche l’ Azienda Sanitaria Regionale molisana si è attivata, avviando un’indagine interna. Sono in corso le indagini della squadra Mobile di Campobasso, coordinate dal dottor Marco Graziano, per fare chiarezza sulla reale dinamica cronologica degli eventi. Oltre alle cartelle cliniche, gli agenti hanno provveduto al sequestro dei beni alimentari presenti nell’abitazione della famiglia di Pietracatella. Anche Giovanni Di Vita, 55 anni, commercialista, marito di Antonella, papà della quindicenne, ex sindaco del paese, è stato ricoverato in rianimazione all’ospedale di Campobasso. In seguito però, per lui, i medici hanno disposto d’urgenza il trasferimento all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, “Lazzaro Spallanzani” di Roma, affinchè fossero eseguiti ulteriori esami clinici ed accertamenti tossicologici, necessari ad individuare la sostanza che possa aver causato la grave intossicazione alimentare. Con lui è stata ricoverata anche l’altra figlia ventenne, sorella maggiore di Sara, la quale sembra non aver cenato la sera della vigilia di Natale con la sua famiglia e che, di fatto, non ha mai accusato alcun sintomo e problemi di salute. Secondo il bollettino medico di oggi le condizioni dell’uomo sono stabili. Dopo una cena a base di pesce, cozze e funghi sia la quindicenne che la madre si erano sentite male. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, sembra che entrambe siano state ricoverate due volte al pronto soccorso per una sintomatologia riconducibile ad una intossicazione ma poi rimandate a casa. Nonostante il perdurare del malessere, sarebbero poi ritornate una terza volta al pronto soccorso, questa volta però, in preda a dolori più acuti e lancinanti, ma ormai, era troppo tardi per salvarle. Sara è deceduta alle ore 23 del 27 dicembre scorso, la madre nelle prime ore del giorno successivo. Il sindaco di Pietracatella, Antonio Tomassone, è frastornato, senza parole: “Stiamo vivendo un dramma. Il paese è piccolo. Ci conosciamo tutti, come una grande famiglia. Siamo sotto shock”. L’attenzione degli inquirenti si sta concentrando su ciò che la famiglia Di Vita ha mangiato la sera della vigilia di Natale. Al cenone erano presenti altre dieci, forse quindici persone che, però, non hanno manifestato nessun malessere dopo la cena, ne alcun malore nei giorni successivi. La vicenda sta destando più di qualche perplessità. Qualora si dovesse effettivamente trattare di epatite fulminante ci troveremmo al cospetto di un caso “rarissimo”. L’ unico cibo che porta dell’epatite fulminante è il fungo, in particolare l’Amantea falloide. Le varie intossicazioni da pesce avariato potrebbero sì provocare l’epatite, ma non provocare un decesso così rapido. I funghi, per quanto velenosi, all’inizio provocano vomito e diarrea, poi danni al fegato, ma la morte non arriva subito. Possono trascorrere anche cinque o sei giorni. Oltre ai funghi, anche il botulino può provocare un’intossicazione alimentare letale con un’insufficienza renale acuta. Altre sostanze o batteri, di solito, non portano a simili conseguenze. Sotto inchiesta, al momento, ci sono cinque tra medici e infermieri.




