Inaugurato a Ripalimosani “Il frutteto didattico”, percorso sulla valorizzazione del patrimonio biologico e culturale del Molise e sulla tutela della salute. Selezionate dall’associazione Arca Sannita, circa cinquanta piante da frutta hanno preso posto nei terreni intorno alla scuola, dopo un percorso didattico di preparazione durante l’anno. E altri fusti troveranno sede in futuro in altre aree del paese, assicura il sindaco. All’evento inaugurale prima un momento teorico con gli interventi e le spiegazioni del sindaco Michele Di Bartolomeo, dell’agronomo Michele Tanno e del dottor Marco Tagliaferri che guida il circuito dei Borghi della Salute diffondendo corretta alimentazione e importanza dell’attività fisica. Poi il saluto della preside Dell’I.C. Dante Alighieri (la cui sede è Ripalimosani) e del consigliere Michele Moffa che ha seguito i lavori del concorso Balcone Fiorito che si è tenuto in paese, presentandone la premiazione. “Difendete il vostro prezioso territorio – ha spesso ricordato Michele Tanno. – E se i vostri genitori vorranno piantare degli alberelli mandateli da noi a Ferrazzano, perché lì troveranno a prezzo di costo i semi storici di alberi molisani che aspettano soltanto di rivivere”. Quindi il trasferimento all’esterno dell’istituto per le spiegazioni, la benedizione del parroco Don Moreno e le domande che bambini e ragazzi hanno voluto rivolgere agli esperti. “Nel corso di questi anni abbiamo tagliato tanti cipressi dell’Arizona che creano allergie e al posto loro stiamo mettendo a dimora piante autoctone – ha detto il sindaco Di Bartolomeo. – Iniziamo dal giardino della scuola per spostarci in altre zone del paese; i bambini devono capire l’importanza degli alberi e soprattutto dovranno veicolare il messaggio ai più grandi perché senza di essi non possiamo esistere. Inoltre in questo giardino hanno la possibilità di conoscere frutti quasi sconosciuti come il sorbo e altre varietà di mele locali. Dobbiamo tutelare la nostra biodiversità, l’Italia ha un patrimonio importante in termini di biodiversità e noi siamo obbligati a custodirlo”. Ora non resta che seguire la crescita delle piante, che andranno curate e difese come patrimonio dell’intera collettività.
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