“Aumenta il rischio che i voucher, buttati fuori dalla finestra grazie alla campagna referendaria della Cgil e al successivo decreto del Governo convertito in legge dal Parlamento, rientrino dalla porta della manovra correttiva che in questi giorni è all’esame del Senato”. A denunciarlo il responsabile Lavoro della Cgil Molise Lucia Merlo. “Sono stati presentati, infatti, vari emendamenti in commissione Bilancio al Senato, che aprono la strada a nuove forme di buoni lavoro: dai coupon per il “lavoro breve” proposti da Ap, alla “card” per il lavoro saltuario ipotizzata dalla Lega, al “libretto famiglia” suggerito dal Pd. E il senatore Maurizio Sacconi individua proprio nella “manovrina” il “veicolo utile” che consenta la reintroduzione dei voucher attraverso forme di lavoro addirittura peggiorative rispetto a questi. E’ del tutto inacettabile che una manovra che dovrebbe correggere i conti diventi lo strumento per negare le ragioni di milioni d’italiani, che con le loro firme hanno permesso di indire i referendum. Una scelta che diviene ancora più scellerata in considerazione del fatto che tutto ciò avvenga dopo la decisione di abolizione dei voucher assunta pochi giorni fa dallo stesso Parlamento e l’annullamento dell’appuntamento referendario deciso dalla Consulta in considerazione del superamento delle richieste in esso contenute. Bisogna sfatare l’assioma governativo secondo il quale il lavoro non è in grado di procedere se non c’è un’ennesima forma di precarietà e assenza di contratto di lavoro, come quella dei voucher. Le norme per il lavoro stagionale ci sono tutte, le norme per il lavoro a termine ci sono tutte, le norme per il lavoro temporaneo e di breve periodo ci sono tutte. E’ evidente che, oltre ai problemi di merito, la questione riguarda anche il rispetto dei cittadini e la tenuta della Democrazia nel Paese. Se dalla manovra di aggiustamento di bilancio usciranno norme che non sono in coerenza con l’intervento che ha abolito i voucher, la CGIL “valuterà tutte le iniziative di contrasto possibili, a partire da un nuovo coinvolgimento della Corte di Cassazione”.”
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