Un atto dovuto. Così Donato Toma e Paolo Verì hanno giustificato le dimissioni risalenti al 10 luglio dei componenti del Consiglio di Amministrazione della Finmolise. Il passo indietro di Verì, Giovanni Leva e della presidente Filomena Iapalucci arriva oltre un anno dopo dalla loro nomina, fatta dall’ex presidente della Regione Paolo Frattura prima della scadenza del mandato, provvedimento – ha spiegato l’attuale governatore Toma – “che ho sempre contestato e considerato illegittimo” perché ritenuto che derivasse da scelte prettamente politiche. “Dopo esserci confrontati – ha aggiunto – siamo arrivati alla decisione che questa vicenda andava chiusa per il bene di tutti. Della Regione e della Finmolise”. Il presidente della giunta regionale prevede l’inserimento della società partecipata in un nuovo quadro strategico, ripartendo dalla risorse disponibile. “Ci sono 4 milioni di euro di fondi di riserva e 186mila euro di risorse in attivo, 30 milioni da riprogrammare e destinare alle imprese e allo sviluppo della regione. Trasformeremo la Finmolise in una merchant bank”. Entro fine luglio sarà approvato il bilancio e si procederà alla nomina del nuovo cda. Al.am.
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