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Home»1. Categorie news»Attualità»Disastro di Marcinelle, il ricordo delle 7 vittime molisane. Micone: “Sicurezza dei lavoratori è condizione imprescindibile”

Disastro di Marcinelle, il ricordo delle 7 vittime molisane. Micone: “Sicurezza dei lavoratori è condizione imprescindibile”

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Di MoliseTabloid il 8 Agosto 2019 Attualità
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C’erano anche sette molisani fra le 262 vittime, di cui 136 immigrati italiani, morti nell’incendio sviluppatosi l’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio. Una serie di eventi concatenati provocò un vasto rogo e il blocco delle vie di uscita per i lavoratori, che vennero investiti da fiamme e fumo. Le vittime molisane rispondono ai nomi di Felice Casciato di Sant’Angelo del Pesco, Francesco Cicora di San Giuliano di Puglia, Francesco Granata di Ferrazzano, Michele Granata di Ferrazzano, Michele Moliterno di Ferrazzano, Pasquale Nardacchione di San Giuliano del Sannio e Liberato Palmieri di Busso. Gli stessi saranno poi insigniti dal Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, con La Stella al Merito del Lavoro alla Memoria.

Micone: “Lavoro va svolto in sicurezza e adeguatamente pagato”
In occasione della ricorrenza della tragedia di Marcinelle e in relazione alla Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita nel 2001 proprio in ricordo di quell’evento, il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Il ricordo della tragedia che ebbe come scena la miniera di Marcinelle l’8 agosto del 1956 racchiude e rievoca il dramma del lavoro che non c’è e che bisogna andarlo a trovare in un paese lontano, dell’occupazione sottopagata ed esposta a pericoli di ogni genere, della cupidigia di alcuni imprenditori che per il maggior guadagno non tengono conto delle iniziative di prevenzione del rischio e quindi di una sana azione di sicurezza per i propri dipendenti. Tutte condizioni che hanno determinato perdite di vita e gravi invalidità prima di quell’8 agosto 1956, ma che purtroppo ne hanno causato tanti altri anche dopo; segno evidente che l’uomo moderno e post industriale non ha sempre saputo imparare dagli errori del passato. Certo sul tema della sicurezza tante cose sono cambiate dal quel 1956. Sono nate iniziative, figure professionali, corsi di studio, programmazioni specifiche e tecniche, ma purtroppo ancora si continua a morire sui posti di lavoro per errori e superficialità. Ancora oggi si parte dalla propria terra per andare a cercare in altri luoghi un’occupazione; ancora si devono accettare condizioni di lavoro pericolose pur di portare a casa uno stipendio. Dunque da questa Giornata, e quindi dal ricordo di Marcinelle e da tanti altri come quello, giunge un monito alle istituzioni pubbliche, ma anche al mondo dell’economia e del lavoro, affinché si operi insieme per costruire una civiltà in cui al giusto profitto per una sana intrapresa corrisponda una qualificata prestazione di lavoro, svolta in sicurezza e pagata adeguatamente. Proprio ieri il Consiglio regionale ha svolto una seduta monotematica sull’emergenza occupazione e sulle politiche attive e passive del lavoro. Seduta sollecitata anche dalle rappresentanze sindacali per offrire una risposta corale alle problematiche del lavoro. In questo confronto le varie forze politiche hanno analizzato la situazione economico-occupazionale e hanno cercato di individuare delle strategie d’azione nella consapevolezza di dover interagire con molti altri attori (lo Stato, il mondo delle imprese e del lavoro), e con altrettanti fattori internazionali e locali (le crisi dei mercati, le deflazioni, le recessioni). Allora forse il modo migliore che abbiamo per onorare quei morti, e tutte quelle vittime che di eventi similari, può e deve essere quello di lavorare insieme, senza divisioni e strumentalizzazioni, mettendo a disposizione idee, progetti e strategie per creare nuove opportunità di lavoro in questa terra e garantire ai nostri giovani un futuro possibile. Un futuro che sia il compimento delle speranza e delle fatiche dei nostri nonni che non indugiarono a partire per terre straniere al fine di offrire alle proprie famiglie e alla comunità un progresso e uno sviluppo che noi dobbiamo mantenere e implementare in loro memoria”.

Gravina: “L’Ue chiamata a politiche adeguate a tutela dei lavoratori”
Dal 2001, l’8 agosto, data della tragedia avvenuta nella miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio nel 1956, è stata proclamata “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Ogni anno, in questo giorno il pensiero è rivolto a tutti gli Italiani caduti sul lavoro all’estero e non. Una ricorrenza che anche l’amministrazione comunale di Campobasso ha voluto sottolineare attraverso le dichiarazioni del primo cittadino Roberto Gravina. “Dopo 63 anni, la tragedia di Marcinelle (8 agosto 1956) è ancora lì a scavare nella nostra memoria collettiva. In quella miniera del Belgio, tra le 262 vittime dell’incendio, causato da un corto circuito a seguito della rottura di un cavo, ci furono anche 136 italiani e tra questi 7 molisani. Uomini partiti alla ricerca di un lavoro che furono costretti ad accettare senza tutele, senza sicurezze, senza possibilità di contrattazione. Dal 2001 questa data, pur conservando intatta tutta la sua tragicità, è diventata un momento di riflessione e di confronto sulla condizione dei lavoratori italiani nel mondo in un’epoca storica che pur essendo lontana da quella del secondo dopoguerra vede il mercato del lavoro interessato da flussi migratori continui. La dimensione locale e quella globale si intersecano molto più che in passato e come amministratori, ad ogni livello istituzionale, dobbiamo avere la giusta sensibilità per dialogare e concertare la definizione di condizioni ideali allo sviluppo di un mercato del lavoro che salvaguardi la persona prima di ogni altra cosa. In questo, l’Unione Europa è chiamata a fare la sua parte, rispondendo con la definizione di politiche adeguate e condivise alla necessità di tutelare chi lavora lontano dal proprio paese d’origine. Un tipo di tutele che nell’epoca contemporanea hanno ancora una loro improrogabile necessità.“

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