In vista del Consiglio regionale di venerdì che tornerà sulla proposta di legge inerente la gestione integrata del servizio idrico, arriva un nuovo appello da parte di associazioni, sindacati, amministratori, che hanno organizzato un presidio davanti Palazzo D’Aimmo per ribadire che la nuova disciplina dovrà rispettare la volontà popolare espressa con i due quesiti referendari del 2011 inerenti l’universalità del diritto dei popoli ad usufruire del “bene acqua e il divieto di privatizzazione del servizio e della gestione sia delle fonti che delle reti”. In particolare, si legge nell’appello, che “i sottoscrittori ritengono fondamentale ribadire che, la nuova legge regionale sulle risorse idriche del Molise, debba soddisfare fino in fondo quello che i cittadini italiani e molisani, nel 2011, hanno ribadito attraverso i 2 quesiti referendari, ovvero, che il “bene acqua” non può essere privatizzato, non si possono ottenere da esso profitti, utili, dividendi o remunerazioni dei capitali investiti. Partendo da questa considerazione, ribadiscono con forza la necessità che le rappresentanze politiche regionali tutte, condividano la tutela della proprietà pubblica delle sorgenti e la salvaguardia della gestione pubblica del servizio idrico integrato regionale attraverso l’affidamento diretto e senza gara ad una società in house interamente pubblica, coinvolgendo i Comuni e l’azienda speciale Molise Acque che già oggi svolge compiti di captazione e trasporto, fino alle reti comunali dell’acqua. Ritengono inopportuno rinviare ad una fase successiva la riforma dell’azienda speciale Molise Acque. Troppe potrebbero essere le incognite di merito e di tempo che potrebbero inficiare la costituzione di un soggetto a totale gestione pubblica, aprendo quindi a gare di appalto esterne o ad eventuali commissariamenti. Non servono ulteriori strutture per realizzare una fattiva collaborazione e una gestione del servizio idrico, in grado di sostenere e recuperare capacità ed economicità, salvaguardando la forza lavoro in un’ottica di efficientamento e sviluppo del servizio pubblico. Vanno evitate duplicazioni che provocherebbero solo costi aggiuntivi che ricadrebbero sui cittadini. I debiti pregressi, le inefficienze o l’obsolescenza delle reti idriche, non possono trasformarsi in un aumento automatico delle tariffe. A difesa dell’interesse pubblico e convinti che si possa e debba garantire per oggi e per il futuro l’universalità del diritto all’acqua, la rete dei sindaci, il sindacato, i partiti politici, le associazioni e i movimenti qui rappresentati, saranno presenti il prossimo 31 marzo dinanzi al Consiglio regionale in occasione della discussione della proposta di legge regionale sulle risorse idriche del Molise n° 136, auspicando che si arrivi ad un provvedimento chiaro e inequivocabile, basato sulla convinzione che serva anche per il futuro a difendere, in ogni sede, gli interessi e il bene comune dei molisani”.
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