Maxi rissa, arrestati e condotti in carcere cinque immigrati

Sono stati tratti in arresto e associati presso la casa circondariale di Isernia i cinque extracomunitari fermati ieri in seguito ad una maxi rissa scoppiata nei pressi della casa di accoglienza ‘Hospitality’ di via Giovanni XXIII. Si tratta di tre nigeriani e due afghani, dai 45 ai 19 anni, quattro dei quali domiciliati presso la struttura isernina e uno a Monteroduni. I dettagli sono stati illustrati questa mattina in Questura. In particolare, nella mattinata di ieri 28 marzo il personale della Squadra Volanti e della Digos sono intervenuti, su segnalazione al 113 di un cittadino, presso la struttura di accoglienza “Hospitality” dove era in corso una violenta rissa tra cittadini extracomunitari. Sul posto lo scenario che i poliziotti si sono trovati ad affrontare era di estrema gravità: una trentina di stranieri, contrapposti in due fazioni di etnie diverse (da una parte nigeriani e dall’altra afghani), si stavano scontrando con spranghe di ferro, bastoni di legno, pale ed altri strumenti prestati all’occasione. Con non poca fatica gli operatori, supportati anche da una pattuglia dei Carabinieri, sono riusciti ad isolare i due gruppi e a fermare 5 tra i più facinorosi e attivi nella rissa. Nella concitazione di quei momenti è rimasto leggermente ferito anche un militare dell’Arma, colpito da un cancello, che è dovuto ricorrere alle cure mediche presso il nosocomio Veneziale, avendo riportato un trauma contusivo ad una gamba, con una prognosi di 10 giorni. Anche alcuni dei fermati sono stati sottoposti alle cure mediche presso il Pronto Soccorso, per ferite varie riportate durante la rissa. Al termine delle formalità di rito, i 5 fermati sono stati condotti in carcere, previa autorizzazione del PM di turno della Procura della Repubblica di Isernia. Dovranno rispondere del reato di rissa aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale in concorso.  Proseguono le attività di identificazione degli altri stranieri coinvolti nella rissa, che verranno denunciati per i medesimi reati. Come evidenziato dagli inquirenti, si è trattato di un regolamento di conti per la spartizione del mercato della droga in città, anche se una parte dei soggetti coinvolti nella rissa potrebbe essere intervenuta solo a difesa dell’uno o dell’altro gruppo. Un fatto che, se confermato, mostrerebbe come queste persone, costrette ad attendere i tempi burocratici per la loro effettiva integrazione e la ricerca di un lavoro, diventino facile preda di malviventi per fare soldi ‘facili’, mentre le forze dell’ordine hanno maggiori difficoltà nella loro identificazione.

(foto archivio)

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