Una politica da rilanciare: le misure europee per le aree povere, che nell’insieme sono note come politica di coesione, hanno finora assicurato cospicui fondi destinati allo sviluppo, specialmente per il mezzogiorno d’Italia e per lo stesso Molise. Ma sul futuro si addensano nubi poco rassicuranti e il futuro delle politiche di coesione non è affatto roseo. «Preoccupano alcune delle considerazioni contenute nel libro bianco che il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker (foto, ndr), ha varato qualche settimana fa. E creano apprensione le posizioni di alcuni Paesi del nord-Europa tese a ri-nazionalizzare gli interventi – osserva Micaela Fanelli, sindaco di Riccia e coordinatore nazionale ANCI al comitato delle regioni. E cosi Fanelli, insieme con Giuseppe Falcomatà e Antonio Decaro, rispettivamente, delegato ANCI per la coesione territoriale e sindaco di Reggio Calabria e presidente nazionale ANCI nonché primo cittadino di Bari, ha rivolto un accorato appello al ministro Claudio De Vincenti, Ministro responsabile della coesione territoriale e del mezzogiorno. Nero su bianco i tre hanno sottolineato come sia indispensabile che la politica di coesione sia al centro del bilancio europeo anche dopo il 2020. «Per fare questo – sottolinea Fanelli – serve un impegno corale, non possiamo permetterci di perdere questa fonte di finanziamento che si è rivelata fondamentale per il nostro mezzogiorno e per il nostro Molise. Ma, direi, per l’intera Italia considerato che se il sud resta indietro l’intero assetto economico e sociale del Paese va in crisi». La politica di coesione, destinata alle aree più svantaggiate e linfa vitale per gli investimenti nel sud Italia, assorbe più di un terzo dell’attuale bilancio della Unione Europea. L’Italia è il secondo beneficiario dei fondi Ue (42,6 miliardi di euro, circa il 10% del totale destinato alla politica di coesione), subito dopo la Polonia. Della questione si è occupato anche il comitato delle regioni, riunito a Varsavia agli inizi di Marzo. In quella occasione Fanelli, come capo delegazione ANCI, presentò diversi emendamenti al parere ufficiale del COR, contribuendo alla versione finale del documento il cui rilascio è previsto per il mese di maggio.
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