L’operazione portata a termine dal personale della polizia di stato della questura di Campobasso nei giorni scorsi, ha permesso di sgominare una associazione per delinquere sapientemente articolata, operante non solo in territorio molisano ma anche in altre zone del Centro-Sud Italia. Infatti il sodalizio aveva messo a segno decine di truffe anche nelle province di Frosinone, Latina, Salerno, Avellino e Napoli. Ognuno degli appartenenti aveva un preciso ruolo e proprio tale specifica suddivisione dei compiti faceva in modo che le ignari vittime cadessero nel tranello, in quanto ognuno degli arrestati era specializzato nello svolgere la propria mansione. L’analisi dei singoli episodi delittuosi ha consentito agli investigatori della sezione criminalità organizzata di ricostruire il modus operandi del gruppo, all’interno del quale il coordinatore apicale era Amato Luigi, il quale, dalla propria abitazione strutturata come una vera e propria base operativa, individuava la città da colpire e, a mezzo di archivi telematici quali Tuttocittà e Pagine Bianche, estrapolava le utenze telefoniche delle vittime ed iniziava una serie ciclica di telefonate. Nel momento in cui riceveva risposta da una persona che riteneva essere la vittima ideale, si spacciava per un avvocato, un assicuratore o un appartenente alle Forze dell’Ordine, palesando una situazione critica accaduta ad uno stretto familiare. Successivamente, attraverso altre utenze telefoniche, contattava la “pattuglia” sul territorio, composta da Romeo Rossi e Luca Torsi, i quali, repentinamente, utilizzando le autovetture messe a disposizione dal quarto complice, Alfonso Aveta, si presentavano al cospetto della vittima di turno, che consegnava la cifra precedentemente pattuita al telefono con Amato. Tale struttura organizzativa ha trovato ampio riscontro nelle perquisizioni effettuate a carico dei quattro nel momento della esecuzione delle misure cautelari. Infatti sia nell’abitazione di Amato, sia in quelle degli altri complici, è stato rinvenuto materiale utilissimo, come numerosi apparecchi cellulari completi di schede telefoniche intestate a inesistenti o ignari cittadini extracomunitari, appunti con elenchi di strade di cittadine del centro Italia, elenchi di nominativi avvicinati o da avvicinare, computer connessi a internet, per la consultazione degli elenchi informatici, verbali di contravvenzioni al codice della strada, che attestano la presenza degli stessi in quei giorni, nelle zone ove sono state commesse le truffe. In particolare tale ultimo elemento riconduceva all’episodio di Grottaminarda, nel quale proprio Torsi e Rossi furono arrestati in flagranza, da personale della Polizia di Stato, prontamente allertato dalla squadra mobile di Campobasso. Tutto il materiale sequestrato al momento è al vaglio degli investigatori per trovare ulteriori riscontri.
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