Nuovo look e numeri record, ‘La Molisana’ fa il boom di export

Quando si dice che la pasta cresce… Ma più che davanti ad una pentola piena di acqua in ebollizione, parliamo di produzione e fatturazione. ‘La Molisana’, a dispetto della piccola regione in cui ha sede il suo quartier generale, sta diventando un gigante sul mercato nazionale e internazionale, come dimostrano i numeri – in alcuni casi da record – che la famiglia Ferro è riuscita a raggiungere in sei anni. “Sono 100mila le tonnellate di pasta prodotte nel 2016”, ha spiegato il responsabile dello stabilimento Flavio Ferro. “Sei anni fa ne venivano prodotte 17mila, di cui solo il 30% a marchio, mentre ora le percentuali si sono invertite”. Per quanto riguarda il fatturato, “siamo cresciuti del 31% nel 2016, attestandoci a 125 milioni di euro come fatturato consolidato, mentre abbiamo aumentato di dieci volte l’utile rispetto all’anno precedente”, le parole dell’amministratore Giuseppe Ferro. “Ma vogliamo crescere ancora, diventando sempre più internazionali. Oggi siamo presenti in 80 Paesi. Vogliamo far comprendere al consumatore che per ottenere la qualità del prodotto ci vuole materia prima di altissima qualità. Il vantaggio è captare dalla sorgente di Rio Freddo, nel cuore del Parco del Matese, un’acqua con caratteristiche oligominerali, povera di sodio, riconosciuta tra le migliori d’Italia, e la possibilità di far essiccare la pasta in un luogo, Campobasso, dove l’aria è purissima rispetto ad altre realtà”.

‘La Molisana’ cambia look. La vera novità riguarda il cambio di immagine, con materiali e colori ad hoc per le confezioni di ogni tipo di prodotto. “Il restyling del logo e il cambio radicale della confezione – ha illustrato nel dettaglio Rossella Ferro, responsabile marketing – lo abbiamo fatto per due motivi: primo perché secondo noi ogni 3 o 4 anni l’aspetto estetico del prodotto presentato a scaffale va cambiato per ricreare attrattività nei confronti del consumatore, secondo perché le nuove confezioni conterranno spazi destinati a raccontare l’identità del prodotto, così da indicare i fattori che rendono La Molisana unica, ossia il culto del grano in quanto mugnai da quattro generazioni, la decorticazione a pietra, per una purificazione dolce del chicco, l’acqua oligominerale, iposodica e leggera, l’aria di montagna, per un’essiccazione sana”. Oltre tredici kit diversi di pasta, peraltro riciclabili e riconvertibili. Per Giuseppe Ferro si è trattato quasi di un azzardo attuare un simile cambiamento anche per quei prodotti, come la pasta integrale (per la quale La Molisana si attesta oggi al secondo posto in Italia), che stanno conoscendo veri e propri boom, eppure per tutti la strategia si sta rivelando vincente. Rossella Ferro ha illustrato anche altre iniziative che sta portando avanti il pastificio, come l’allestimento del Temporary Store nella stazione centrale di Milano, che verrà replicato a ottobre a Roma Termini, e la sfida sull’impasto della pizza con la semola di grano duro, considerata nutriente, ben digeribile e ricca di carotenoidi (antiossidanti).

Lavoro ed export. I numeri sono cresciuti anche dal punto di vista del personale: da 91 a 220 dipendenti in sei anni, di cui oltre il 90% molisani. Importanti nel 2016 gli 11 milioni di euro investiti nello stabilimento per l’adeguamento della produzione, come nuove batterie silos, impianti robotizzati, magazzino automatico, ecc. Per quanto riguarda l’export, nel 2016 sono stati esportati in tutto il mondo 300mila tonnellate di pasta. “Un record per noi”, ha commentato il responsabile export Giuseppe Sacco. “Le altre aziende del settore hanno conosciuto una contrazione, noi invece siamo aumentati. Russia e Brasile costituiscono oggi mercati di riferimento, abbiamo avviato un approccio produttivo in Argentina, mentre stiamo lavorando per potenziare il mercato asiatico”.

(nella foto in alto da sinistra: Giuseppe Sacco, Giuseppe Ferro, Flavio Ferro, Rossella Ferro)

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