La Proposta di legge sulla disciplina dei tartufi presentata negli ultimi giorni dal Presidente del Consiglio Regionale mira a dettare una nuova disciplina in materia di raccolta e commercializzazione dei tartufi in un’ottica di valorizzazione e tutela del prodotto e del territorio. Il Presidente della Commissione Consiliare competente in materia, Salvatore Micone, interviene per spiegare i correttivi apportati alla suddetta proposta di legge di concerto con il Presidente del Consiglio. “Essendo una materia poliedrica che interessa diverse categorie e che comporta diversi ordini di valutazioni, acquisite dalle associazioni degli operatori interessati che operano sul territorio regionale le relative osservazioni, si è rilevata la necessità di apportare dei correttivi alle norme previste nella Proposta di legge, al fine di rendere la medesima conforme alle esigenze promananti tanto dalla rete di coloro che lavorano da anni nel settore quanto all’esigenza di armonizzazione con le previsioni normative di altre Regioni che possono essere assunte quali buone prassi normative anche dalla Regione Molise. Si è pertanto inteso intervenire con alcuni emendamenti alla riformulazione di alcune previsioni normative della proposta di legge al fine di statuire norme di principio a cui dovranno seguire norme di dettaglio per un’attuazione conforme alle mutevoli esigenze ambientali, climatiche e di preservazione del prodotto. Rilevata la richiesta delle associazioni, si è anzitutto inteso dare un carattere più perentorio alla norma inerente gli incentivi, rispetto al carattere programmatico che la connotava nella previsione di una generica facoltà per l’Amministrazione Regionale di prevedere contributi da destinare al settore del tartufo. La previsione di tali contributi è stata rimodulata in un vero e proprio obbligo per la Regione con la contestuale previsione delle fonti di finanziamento da destinare a tali contributi che vanno individuate nelle entrate provenienti dal rilascio dei relativi tesserini. Altra novità che si è inteso proporre è quella dell’ampliamento dei soggetti destinatari dei predetti contributi. Nella sua formulazione originaria la norma prevedeva quali destinatari unicamente le associazioni dei cercatori mentre nella modifica apportata si è inteso ampliare la platea dei destinatari prevedendo che i medesimi possano essere tutte le associazioni degli operatori del settore, coinvolgendo pertanto anche le altre associazioni. In linea con altre regioni italiane poi è stata portata in legge la previsione di un incentivo economico in favore dei proprietari di fondi che adottano azioni di conservazione, sviluppo e riproduzione del tartufo in luogo dell’abbattimento degli alberi. Si è andata poi a snellire la normativa inerente le tartufaie controllate e coltivate, da sviluppare successivamente nella normativa di dettaglio da predisporre negli appositi regolamenti di attuazione. In particolare è stato fissato un limite percentuale pari al 5% dei terreni comunali da destinare alle tartufaie controllate per evitare limitazioni e restrizioni che per definizione appaiono in contrasto con i principi dell’ordinamento dell’Unione Europea e con i principi costituzionali. Sulle date di raccolta si è intervenuti per rendere elastiche le norme di riferimento che permetteranno di modulare le date in base alle diverse stagioni e alle caratteristiche climatiche ed ambientali, fermo restando un divieto assoluto di raccolta non inferiore a 15 giorni e con l’eliminazione delle limitazioni alle giornate di raccolta. Anche sul commercio del tartufo fresco sono stati apportati dei correttivi rispetto al tenore troppo restrittivo della precedente formulazione della norma. Laddove infatti era previsto un divieto assoluto della commercializzazione del tartufo fresco nei periodi di divieto sanciti dalla norma regionale, è stata apportata una importante modifica con la previsione che il divieto di commercializzazione del tartufo nei periodi vietati dalla legge regionale riguardi esclusivamente il tartufo fresco proveniente dal territorio regionale, ferma restando la possibilità di commercializzare quello proveniente da territori in cui nel periodo di riferimento non sussiste un divieto. Questo in piena armonia con i principi comunitari di libera circolazione delle merci. Sul quantitativo di raccolta, pur nel rispetto delle disposizioni normative della legge quadro, è stato apportato un correttivo che va ad ampliare il limite giornaliero di raccolta pro capite portandolo ad un chilogrammo per il tartufo bianco e a tre chilogrammi per tutte le altre specie. I lavori di concertazione continueranno nell’ambito della II Commissione Consiliare da me presieduta che avrà il compito di plasmare il nuovo impianto normativo tanto con le esigenze connesse alla tutela e valorizzazione del territorio quanto con quelle legate alle attività che ricadono nell’alveo della raccolta e commercializzazione del tartufo. Si farà un lavoro sinergico a diversi livelli in modo tale che la legge da approvare sarà pienamente rispondente alle necessità relative alla valorizzazione di questo immenso patrimonio rappresentato dal tartufo molisano”.
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