Decreto crescita economica mezzogiorno, Boccardo “Grande impegno”

“Adesso che il Decreto per la crescita economica del Mezzogiorno c’è, occorre un grande impegno collettivo per renderlo realizzabile e realizzato anche in Molise. La UIL continua a pensare che sia necessario, davanti ad appuntamenti tanto importanti, realizzare una grande convention di tutte le Istituzioni locali, Regione e Comuni, di tutte le forze sociali, di tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio e vogliono cogliere le occasioni quando queste si presentano. Al di là delle schermaglie politiche, verso e oltre gli appuntamenti elettorali, trovando un “comune sentire” tutto molisano.” Questa la proposta, come al solito molto concreta, di Tecla Boccardo, leader della UIL molisana all’esame dei contenuti del decreto legge pubblicato in gazzetta due giorni fa che prevede misure urgenti per la ripresa economica del Mezzogiorno. “Il decreto contiene norme condivisibili, ma dà soltanto alcune parziali risposte al tema più complessivo dello sviluppo del Sud.” Questa è la valutazione della UIL.  “Sono condivisibili le norme che riguardano gli incentivi all’auto imprenditorialità, giovanile compresa, quella in agricoltura “Resto al Sud”, così come sono condivisibili i provvedimenti che riguardano la valorizzazione dei terreni incolti e beni abbandonati. Condividiamo i provvedimenti volti ad affrontare le marginalità sociali e a contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Vogliamo però ragionare, e al più presto, di come tutte queste azioni verranno messe in campo in Molise.” “Va bene Termoli, ma non ci basta.” Lapidaria la Boccardo: “Secondo noi è condivisibile solo in parte “il cuore “ del Decreto, costituito dall’istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES), che sono una richiesta storica della nostra Organizzazione, fin da quando  consegnammo direttamente nelle mani del Ministro De Vincenti le nostre proposte. Da una parte, allora, salutiamo positivamente l’istituzione delle ZES, dall’altra però stigmatizziamo le norme che ne depotenziano gli effetti. Innanzitutto, averne previsto la costituzione solo in aree che comprendano almeno una portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), taglia fuori molti territori non marittimi che hanno bisogno di una ZES per il rilancio del loro sistema produttivo.  Come UIL abbiamo sempre posto l’obiettivo che le ZES possano essere costituite anche in territori connotati da crisi industriali con programmi però di rilancio, pensiamo ad esempio alle aree di crisi complesse  e non complesse. Inoltre viene depotenziato il fattore “incentivi fiscali e al lavoro”, in quanto l’unico beneficio è l’innalzamento dell’importo massimo per usufruire del credito di imposta investimenti, quando a nostro avviso si deve avere più coraggio e aprire un confronto con la Commissione Europea per avere nelle ZES una fiscalità di vantaggio. Vi è poi il tema della Governance (Comitato di Indirizzo) delle ZES che non prevede né  il coinvolgimento degli enti di prossimità tantomeno quello delle parti sociali. Pretenderemo come Sindacato che nei Decreti attuativi per l’istituzione delle ZES sia previsto l’obbligo del rispetto del diritto al lavoro e della tutela delle salute e sicurezza. Infine la condizionalità che per il riconoscimento delle agevolazioni le imprese debbano mantenere per almeno 5 anni dopo il completamento dell’investimento la propria attività nell’area della ZES, non è sinonimo di salvaguardia dell’occupazione e per questo nel Decreto dovrebbe essere espressamente previsto che nei 5 anni successivi al completamento dell’intervento vi sia la salvaguardia dei posti di lavoro.” “Va nella direzione da tempo auspicata dalla UIL il finanziamento per la riqualificazione e ricollocazione al Sud di lavoratori e lavoratrici espulsi dai processi produttivi anche se occorre chiarire bene il ruolo dei fondi interprofessionali per la formazione continua.” “Quanto alle misure di accelerazione della spesa di Patti per il Sud esse rispondono solo in parte al tema di “fare spesa reale degli investimenti”, in quanto sono solo una parte delle risorse nazionali ed europee destinate al Sud. Da questo punto di vista andrebbero prese misure di accelerazione delle spesa dei fondi comunitari, in quanto propri in questi giorni si sono conclusi i Comitati di Sorveglianza dei Programmi Operativi dove è emerso come vi sia un buon livello di impegni di spesa ma uno scarso livello di spesa certificata. Anche su questa partita vogliamo avere una precisa informativa da parte della Regione.”  “Si collega a questo anche il tema dell’assistenza tecnico-amministrativa agli Enti Locali in quanto la norma contenuta nel Decreto risponde solo in minima parte la tema della governance della spesa pubblica. Infatti, da questo punto di vista sarebbe necessario un piano di assistenza tecnica ai piccoli e medi Comuni, finanziato con le risorse europee del PON. Nei piccoli comuni molisani, poi, serve certo  assistenza tecnico-amministrativa, ma anche un piano di assunzioni mirate con figure professionali adatte alla gestione dei fondi comunitari.” “Un Decreto – conclude la Segretaria generale della UIL Molise – con diversi contenuti positivi, con  opportunità tutte da cogliere, con alcuni limiti e diversi aspetti migliorabili. Ma non dobbiamo dormirci sopra: subito un confronto ampio, subito uno studio approfondito delle possibilità che si aprono per contribuire alla ripresa economica e occupazionale, subito la messa a punto di una strategia e la realizzazione delle prime azioni.”

 

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