Ruta ‘candida’ Di Pietro. Ma Tonino rifiuta l’investitura: ‘Mio nome crea divisioni’

Ruta invita, Di Pietro reclina. I due ospiti principali della terza e ultima giornata dell’assemblea regionale di Mdp Articolo Uno, tenuta al Centrum Palace, a Campobasso, hanno affrontato diversi argomenti della politica nazionale e regionale dietro le domande dei giornalisti-moderatori, ma il punto essenziale su cui ben presto si è basato il faccia a faccia è stato il nodo del candidato presidente alla Regionali. Il senatore del Pd, molto largo nei suoi discorsi, ha approfittato del momento per chiedere pubblicamente all’ex leader dell’Italia dei Valori di candidarsi alla guida del nuovo Ulivo 2.0. L’ex magistrato, oggi avvocato, è molto più essenziale nelle parole. “Ringrazio ma non posso accettare”. Motivo. “La mia candidatura creerebbe divisioni mentre qui stiamo parlando di unità. La prima volta che venne fatto il mio nome venne visto con molte riserve”. Ruta però non molla e in più occasioni prova a fargli cambiare idea. Ma uno dei punti su cui i due ospiti non riescono a trovare una visione comune è sulla coalizione contenuta nell’Ulivo 2.0. Per il senatore dovrà contenere “il popolo del centrosinistra”, senza il Pd di Frattura-Fanelli. Per Di Pietro il discorso lascia troppi interrogativi. “Secondo me – ha affermato – non può esistere un Ulivo 2.0 senza Mdp così come non può esistere senza il Partito Democratico”. Quando viene fatto allusione alle forze politiche che hanno vinto le ultime regionali, in cui era presente anche Rialzati Molise, sostenuta da Patriciello, uomo di Forza Italia, Tonino non ha dubbi. “La coalizione deve essere composta da quelle forze che facevano parte del primo Ulivo”. Sostanzialmente per l’ex pm si rischia di lavorare tutti per perdere. “Siamo d’accordo sui programmi, ma bisogna lavorare sulle persone. E per essere credibili i cittadini vorranno unità non divisioni”. Sull’attuale governatore, per giustificare l’incognita Pd, di cui Ruta fa ancora parte, il senatore ha speso più di una parola. Prima con un paio di battute, sia in riferimento ad un piccolo incidente che gli è costato l’ingessamento del braccio (“una frattura, è un segno del destino”) sia con un esempio banale (“pensate se oggi salgo sopra un palco e dico ai cittadini molisani di votare Frattura per una sanità pubblica di qualità. In pochi secondi mi riempiono di botte”). Poi ripercorrendo gli accordi fatti col presidente della Regione all’inizio del mandato, gli scontri durante la legislatura, fino al dietrofront sulle primarie nonostante le firme raccolte da Ruta una volta ottenute le rassicurazioni del caso. Il punto di maggiore critica riguarda ovviamente la sanità, dal momento che in Molise corrisponde “all’87% dei costi pubblici”. Intanto però la segretaria regionale del partito è fedele alleata del governatore, che è intenzionato a ripresentarsi. Eppure Ruta è convinto di un progetto vincente, in cui la parte del Pd avversa all’operatore dell’attuale governo regionale possa confluire nell’Ulivo insieme alle altre forze del centrosinistra. Diversi gli amministratori e i politici presenti in sala. In fondo, come ospiti ‘imbucati’, anche alcuni esponenti del centrodestra, come Maurizio Tiberio e Michele Marone.

 

 

 

 

 

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