Don Milani, lavori ancora fermi. Simonetti: ‘Scuore sicure? Politica fa solo chiacchiere’

Nuova denuncia dei genitori degli alunni della Don Milani che questa mattina, tramite il Consiglio d’Istituto, hanno tenuto una conferenza stampa a Campobasso davanti all’ingresso dell’Istituto ‘Petrone’. Il presidente Nicola Simonetti ha innanzitutto annunciato che lascerà a scadenza l’attuale incarico. “Questo – ha detto – non per mollare la lotta di un diritto dovere, ma perché in questa città, in questa provincia, alcuni importanti amministratori non riescono, per un loro limite, a distinguere l’amicizia, la conoscenza, dai rapporti interpersonali, dalla responsabilità istituzionale, che ognuno di noi può rappresentare od avere. Considerare un reale problema oggettivo una sorta di lotta tra parti opposte, tra contendenti o tra singoli individui, distoglie tutti dalle attenzioni che invece un reale problema costituisce per la comunità intera. Non ci si può preoccupare di un gazebo di protesta in piazza invece che analizzare quel problema e risolverlo definitivamente con intelligenza e lungimiranza. Quindi lascerò sì la presidenza, non ricandidandomi, ma certamente non la lotta per i diritti dei nostri bambini e nipoti: ho altre vie, molto più libere da individualismi e scevre da stupidi personalismi”. Simonetti lascia intendere che potrebbe continuare la battaglia attraverso un percorso politico, ma bisognerà attendere le prossime elezioni comunali per sciogliere questo nodo. Poi la questione si è spostata sulla situazione della Don Milani. “Esattamente un anno fa iniziammo i famosi doppi turni, ed era necessario, proprio oggi, a pochi giorni dalla commemorazione del 15° anno dell’evento tragico di San Giuliano di Puglia, che nulla ha insegnato a chi amministra. Proprio per questo da oggi non abbinate, almeno in Molise, le due parole di senso compiuto che qui non hanno alcun significato: SCUOLE SICURE. Sinceramente non abbinatele più e non permettete a nessuno di usarle impropriamente. Non è rispettoso, verso quelle stesse vittime e verso i loro familiari. Lo dobbiamo a loro. Vi prego, non è demagogia spicciola, è educazione e rispetto dell’intelligenza umana. Basta. Una scuola adeguata al 72% non è una scuola sicura, è una scuola a rischio. Una scuola migliorata sismicamente allo 0,54 o 0,70 non è una scuola sicura, è una scuola a rischio. Vi pare normale uscire da una situazione a rischio e rientrarne in una solo perché si è effettuato un miglioramento da 70mila euro, dove, al momento, non abbiamo uno studio di vulnerabilità dedicato? È “sicurezza”?! E, tranquillamente, si taglia il nastro di inaugurazione, a cosa! Al benvenuti, siete in una scuola al 30% di rischio crollo?! Accomodatevi!”. Continua Simonetti: “Parliamo di vite, di bambini, figli e nipoti, nostri, non astratti e senza anima. Quelle stesse anime che non hanno potuto crescere e vivere, godendosi la loro vita serenamente. In questi giorni lo ha detto la stessa Procura di Campobasso. Una scuola dove uno studio di vulnerabilità dichiara che deve essere adeguata o abbattuta, non può rimanere aperta, non deve! Secondo voi può essere mantenuta tale solo per un problema di rappresentanza, per un capriccio o per un “problema residuale” o perché una dirigente non vuole che si chiuda per questioni di opportunità, o gli stessi genitori per timore dei doppi turni, non si può, non lo dobbiamo permettere. Non più. E la mia meraviglia più grande è vedere gli stessi genitori, che prima chiedono sicurezza, (come a Mascione), poi tranquillamente li lasciano frequentare ambienti a rischio sismico, con l’unica vana speranza che nulla accada. La roulette russa non è né lecita né legale. La scuola non è babysitteraggio gratuito. Alcuni di noi, nei doppi turni, hanno perso il lavoro, hanno sfasciato famiglie, hanno perso ore e tempo, solo per proteggere e tenere al sicuro i propri bambini. Non ci sto a scaricarmi la coscienza, con il “ma tanto..se deve accadere..”. Se a voi pare tutto normale, sinceramente io non ci sto. Quegli stessi genitori saranno i primi che, mai accada, al primo spillo caduto cercheranno i responsabili”. Dopo un anno dalla chiusura della scuola, ancora non partono i lavori. “Dal primo giorno, 6/7 ottobre 2016, abbiamo chiesto di condividere la problematica che si sarebbe venuta a creare chiedendo a tutte le parti di incontrarsi per poter pianificare le migliori azioni, corrette e legali, da mettere in campo, con la collaborazione di tutti i Dirigenti, della Scuola e degli Enti preposti, abbiamo ancora una Direzione Didattica, un Provveditorato. Ma non è mai accaduto, ognuno ha viaggiato nei propri ambiti, nelle proprie esigenze, sulle proprie gambe creando nulla o ben poco. Addirittura cercando di creare astio tra gli stessi. Siamo sotto elezioni, come sempre in Italia, ma vi prego non cadete nelle solite promesse politiche, legate alla caduta di nuove economie, di nuovi finanziamenti, della nuova programmazione 2003-2006, 2017-2020, del 2030, del nuovo che arriverà. Del resto non si riesce nemmeno ad avere risposte a semplici richieste per i servizi minimi garantiti. Tra i vari accessi, pedonali e non, tra scale scivolose e rotte, caditoie rotte, attraversamenti pedonali assenti, marciapiedi rotti, aiuole abbandonate, rifiuti sparsi all’interno ed esterno delle aree scuola, zona campetto in cemento, sporcizia generale, credo che qui non si spazzi da almeno 10 anni. Attendiamo, ancora, che si provveda ad allacciare l’allarme alla Questura, che dopo anni di denuncia e richieste ne abbiamo vista l’installazione poco prima della chiusura dell’edificio di via Leopardi, credo sia stato settembre-ottobre 2016, e che ad oggi risulta ancora non autorizzato. Ricordate tutti i furti subiti e gli atti vandalici?! Il comune invio gli installatori proprio a ridosso dell’ultimo avvenimento, settembre 2016. Tutta la situazione è stata gestita in maniera improvvida. Le continue risposte ascoltate in riunioni, consigli, commissioni, da tutti i componenti questa amministrazione, non hanno mai avuto un riscontro positivo. Dico ed affermo che si smetta di dire che si pensa alle scuole, che le scuole sono il loro primo pensiero. Se l’associazione a misura di bambino, qui rappresentata dal presidente Bartolomeo, non avesse effettuato l’accesso agli atti, oggi questa amministrazione starebbe a fare altro. Ricordo ancora i proclami e le ultime manifestazioni su trasparenza e legalità, portata anche nelle scuole, vorrei ricordarvi che questa amministrazione ha concesso gli atti dopo 9 mesi dalla richiesta. Prendo in prestito una frase dal film di Benigni-Troisi “quanti siete, chi siete, da dove venite”. Beh, questa è stata la medesima trafila per giungere agli atti: chi siete, perché volete vedere gli atti, a che titolo, ma siete costituiti come associazione, inviateci lo statuto, etc. L’amministrazione trasparente. La finissero. Forse sarebbe stato più corretto effettuare la giusta denuncia in Procura. Nel gennaio/febbraio di quest’anno all’amministrazione comunale pare sia stato chiesta ed offerta, credo si dica per compensare “beni di urbanizzazione”, la possibilità, accollandosene interamente le spese ed i costi, dell’adeguamento e la ristrutturazione di un auditorium scolastico con la realizzazione di un mini teatro e l’adeguamento o nuova costruzione, a scelta dell’amministrazione comunale, di un plesso scolastico. Bè pare che al momento della firma questa sia stata negata per questioni, come dire, di presa in carico di responsabilità. Insomma, dopo averne accolto la disponibilità, questa è stata rispedita al mittente, diciamo per questioni tecniche. Una opportunità a costo zero che poteva risultare utile all’intera comunità e collettività scolastica, ma non ad altri. Al tempo, qualcuno si era veramente occupato di scuole, magari forzando e utilizzando quei fondi arrivati su troppe scuole, avrebbe fatto meglio nel individuarne una/due, iniziarle e finirle. Ma quello è stato un interesse, vero, almeno. Oggi su quell’interesse, su questo interesse si gioca la politica, a me questo gioco non piace più, e lo rispedisco ai mittenti. Al tempo avevamo dato soluzioni che ad oggi sarebbero tornate utili alla comunità, non alla singola scuola. Qualcuno ha detto di no, punto, ma da quel punto non si è più scritto nulla, nulla di concreto e definitivo. Non è più il tempo, non possiamo più permettere di giocare “alla politica”.” Poi la domanda. “Quando pensate che inizieranno questi lavori?! Lo avevano promesso a fine gennaio 2017. Ricordate la nostra lotta per avere una data certa, non solo per smettere i doppi turni, ma per sapere dove andare. Beh, quella promessa è là, ferma in via Leopardi. Bando assegnato, con i tempi celeri di questa amministrazione, che a dire del sindaco, in uno degli ultimi consigli, non ha personale in grado di progettare, di eseguire tutti quegli atti in tempi brevi, personale che per dimensione e tempo non riesce a seguire tutto. In quella stessa sede il sindaco si rivolgeva al rappresentante di Cittadinanzattiva, dichiarando che gli avrebbe inviato tutti i documenti possibili per confutare le buone procedure. Non so perché a lui e del perché di quella espressione, forse parte di un teatrino. Ricordo che gli atti pubblici sono a disposizione di chi ne facesse richiesta. O sbaglio?! Del resto in quei consigli, i cittadini presenti non possono interloquire con lo stesso. E, nota a margine, li sta ancora aspettando. L’impressione è che verso questa scuola si è aperto un astio a prescindere, come diceva Totò. Un astio che si ripercuote su ogni minima richiesta di ordinario intervento. Come se questa scuola rientrasse in un piano più ampio e velato. Un progetto velato, di dimensionamento “morbido” – “naturale”. Come se, almeno così la viviamo, è una scuola che dà fastidio perché comunque continua a crescere di iscritti e frequenze, anche e comunque con la presenza di continue carenze e problematiche enormi presenti. Ma sempre risolte dalla Dirigente, con il nostro apporto e supporto. La Petrone continua a crescere pur non avendo più spazio vitale. Quest’anno abbiamo dovuto inserire in questo edificio, stando alle richieste di iscrizioni di 80 bambini circa, proprio in virtù di quelle certezze date dall’amministrazione, delle 18 classi che avremmo avuto disponibili nel plesso riattato della Don Milani, per ben tre classi dell’infanzia – 4/5 giorni prima dell’apertura ufficiale – abbiamo dovuto chiedere il favore di accedere nel plesso chiuso per rimediare arredi, abbiamo fatto salti mortali per adeguare gli ambienti, siamo andati personalmente ad acquistare le sedioline per i bambini, pagati dalla scuola, ed il noleggio del furgone per il ritiro delle stesse a Vasto l’11 settembre è stato a carico della Dirigente Scolastica. Non vi suona un po’ strano tutto ciò?”.

 

 

 

 

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