La Medicina di Genere entra in Italia nel Psn, Lembo “Grande soddisfazione”

Con l’approvazione del DDL Lorenzin in Senato, la Medicina di Genere entra per la prima volta in Italia, nel Piano Sanitario Nazionale. L’articolo 3 del DDL Lorezin, contiene infatti l’attuazione e la diffusione della Medicina di Genere. Con grande soddisfazione –afferma in una sua nota la Consigliera di Parità della Provincia di Campobasso Giuditta Lembo- ho accolto questa notizia.  Ho da tempo portato avanti, durante il mio lavoro di Consigliera, la convinzione dell’importanza della Medicina di Genere anche con  la condivisione e il supporto dell’ Associazione IRIS, Associazione vicina alle/ai  malate/i oncologiche/ci, con la quale abbiamo promosso ed ottenuto l’inserimento della Medicina di Genere tra i moduli di Scienze infermieristiche della Fondazione Giovanni Paolo II attraverso il coinvolgimento del Preside dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e il Dipartimento di Formazione della stessa Università di Campobasso. Notevole ed apprezzabile impegno anche quello profuso dalla Fodazione “Il cuore delle donne” di cui mi onoro di essere membro del Direttivo, Fondazione attenta alla medicina di genere soprattutto per quanta riguarda le patologie cardio-vascolari e fortemente voluta dal cardiologo  e primario Carlo de Filippo della stessa Fondazione Giovanni Paolo II.  Finalmente da oggi avremo finalmente un approccio attento al genere- prosegue Giuditta Lembo- capace di tenere conto delle differenze dell’essere uomo o donna nella predisposizione, nella diagnosi e nella cura di determinate patologie superando il pregiudizio di chi voleva relegarla a medicina delle donne,  approccio che potrebbe portare anche all’introduzione a livello nazionale del test BRCA per individuare la familiarità del tumore al seno e ovarico e al presidio per il reinserimento lavorativo e sociale delle donne che hanno subito un intervento così invasivo. È noto che  donne e uomini hanno una differente predisposizione alle malattie, rivelano spesso sintomi diversi per la stessa malattia, reagiscono alle cure in modo diverso; fattori che cambiano con  il cambiare della società e degli stili di vita. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DDL dovrebbe avvenire durante il mese di febbraio, dopo di che c’è tempo un anno per l’approvazione dei decreti attuativi. Certamente nel 2019 la Medicina di Genere sarà a regime.  Nel mondo della sanità tantissimi professionisti esperti, credono fortemente nella Medicina di Genere e  molti di loro sono stai impegnati in attività di sensibilizzazione sui  territori. Siamo di fronte ad una rivoluzione e alle resistenze che ad ogni rivoluzione si accompagnano. Il tempo farà la sua parte. Oltre alla prevista formazione universitaria degli studenti e delle studentesse, con l’entrata in vigore della legge, ci sarà l’aggiornamento obbligatorio del personale medico e sanitario. Posso immaginare che non  tutti – continua la Consigliera Lembo- soprattutto chi ha già compiuto una lunga carriera,  abbiano piacere di mettere in discussione prassi consolidate, di rivedere le proprie posizioni. Ma l’idea di una medicina più appropriata, soprattutto grazie ai giovani e alle giovani professionisti/e, oggi studenti e studentesse, che non dovranno recuperare gap culturali e lacune, diventerà  la norma. Quindi, anche nella tutela della salute entrano a pieno titolo le Pari Opportunità, che inizialmente riguardavano  la parità politica e sociale tra i due generi, e si riferiscono ormai anche a tutta la normativa volta alla rimozione di qualsiasi forma di discriminazione. Per eliminare le discriminazioni che ancora permangono tra le donne e gli uomini è necessario assumere un’ottica di genere in ogni ambito e settore, per analizzare ed affrontare al meglio  le condizioni e le esigenze delle donne e degli uomini, evidenziandone le differenze legate al genere. La conoscenza delle differenze di genere favorisce, infatti, una maggiore appropriatezza della terapia e una maggiore tutela della salute nel pieno rispetto dell’articolo 32 della Costituzione. Senza un orientamento di genere, la politica della salute  risulta scorretta, oltre che discriminatoria. Per questo motivo-conclude la Consigliera Giuditta Lembo la Medicina di genere è ormai una realtà dalla quale non si può prescindere. La Medicina di genere è una testimonianza di come l’equità debba essere un principio che si applichi non solo all’accesso ma anche all’appropriatezza della cura, a poter disporre cioè la terapia più consona al singolo genere.

 

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