Cellule staminali, via a collaborazione tra Fondazione ‘Giovanni Paolo II’ e Cnr

Medicina rigenerativa, cellule staminali e nuovi dispositivi tecnologicamente avanzati, saranno queste le principali linee su cui si svilupperà la collaborazione in ambito scientifico tra la Fondazione “Giovanni Paolo II” e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Giovedì 22 febbraio il primo incontro operativo a Campobasso tra i ricercatori CNR e quelli della Fondazione. “Approfondiremo dal punto di vista scientifico e con l’ausilio di tecnologie innovative alcuni dei progetti di ricerca promossi dalla Fondazione, che hanno già ottenuto importanti risultati”, commenta Roberto Rizzi, ricercatore CNR. “Integreremo gli studi condotti a Campobasso, soprattutto nell’ambito delle cellule staminali, con i nostri, nell’ottica di ampliare l’oggetto della ricerca e coinvolgere i più prestigiosi istituti del settore”.  Farà parte del  gruppo di ricerca anche Claudia Bearzi, ricercatrice di fama mondiale che ha partecipato alla scoperta delle cellule staminali cardiache. Inizia di fatto, sotto l’egida del professor Luigi Rossi-Bernardi, ispiratore dell’iniziativa, una collaborazione   strutturata tra il CNR e la Fondazione “Giovanni Paolo II”.  Il Centro molisano è stato scelto come partner della più grande e prestigiosa struttura di ricerca in Italia. Un’ulteriore riconoscimento che conferma la vocazione all’eccellenza della Fondazione. Il progetto interesserà in modo particolare l’ambito cardiovascolare, valorizzando il lavoro condotto dagli specialisti del Dipartimento, diretto da Carlo De Filippo. Coordinatore operativo del progetto sarà Eugenio Caradonna, Responsabile dell’Unità di Ricerca. Il potenziamento della ricerca è tra gli obiettivi del Piano di sviluppo della Fondazione, elaborato dal Consiglio di Amministrazione, presieduto da Maurizio Guizzardi.  Il coordinamento generale è stato affidato al Direttore, Mario Zappia. Le cellule staminali offrono una speranza senza precedenti per la cura e forse la guarigione di tessuti gravemente danneggiati che non possono essere salvati nemmeno dai trattamenti farmacologici o chirurgici più avanzati. Questa prospettiva ha aperto la strada ad un nuovo paradigma nella gestione di malattie complesse, la cosiddetta “Medicina Rigenerativa”, che ha la potenzialità di guarire malattie oggi cronicizzate e di aiutare un invecchiamento sano e attivo, con eccezionali ricadute anche di natura sociale. Le cellule staminali hanno la capacità di replicarsi ed indirizzarsi verso uno specifico tessuto rigenerandolo in parte o interamente mediante semplice reinfusione, anche se in un punto distante dal tessuto bersaglio.

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