Centrosinistra e centrodestra a passo di gambero: oggi sì, domani no. Cercasi presidente

Il Molise esiste, sì, ma come al solito (anche) per essere presi in giro a livello nazionale. Restando in tema elettorale, che in queste settimane è pane quotidiano, quello che è successo nella giornata di ieri ha del clamoroso: telegiornali e grandi testate italiane che annunciano la candidatura di Antonio Di Pietro a governatore della Regione Molise con il centrosinistra. Peccato che in serata l’ex pm di ‘Mani Pulite’ ha smentito la sua disponibilità: “No, grazie”, ha riferito al telefono, intervenendo durante una trasmissione televisiva locale. “Sono in Molise per potare l’olivo e sistemare la campagna”. Una risposta che ha lasciato di stucco persino personaggi di spicco del centrosinistra regionale che avevano date per scontate le parole di Roberto Ruta, che dopo sole 24 ore dalla presentazione dell’ultima lista del suo Molise 2.0, con cui l’ex senatore avrebbe dovuto candidarsi presidente il 22 aprile, ha convocato nuovamente la stampa per annunciare in pompa magna e col Matese alle spalle, stile cartolina d’addio, dal balcone dell’hotel Rinascimento di Campobasso, che avrebbe fatto un passo indietro in favore di Di Pietro, l’uomo che Ruta aveva sempre caldeggiato per questa tornata elettorale. ‘Ma come?’, ha detto qualcuno dopo il passo indietro di Ruta. ‘Tutto questo rumore fra incontri stampa e assemblee, in cui ultimamente Di Pietro era stato anche attaccato per le sue presunte aspirazioni autonomiste, e poi – come un fulmine a ciel sereno – tutti hanno fatto pace?’. Peccato che lui, a detta dell’avvocato di Montenero di Bisaccia, non ne sapeva niente, reclinando l’invito. ‘Ma come??? – c’è ancora da chiedersi – i nemici locali del centrosinistra (Ruta/Leva vs Frattura/Fanelli) fanno un passo indietro, indicando l’uomo della sintesi, e questo non ne sa niente?’. Ma a che razza di gioco stanno giocando? Gli elettori, in particolare i simpatizzanti del centrosinistra, appaiono più disorientati dei loro leader, che sulla scia dei partiti italiani ed europei, in Molise, dove peraltro le logiche clientelari sono sempre dietro l’angolo, riescono a reggere ancora meno l’onda d’urto delle nuove forze emergenti (Lega, 5 Stelle) e il binomio fra realtà e populismo, fra gli interventi necessari da mettere in campo per affrontare le nuove sfide e la ricerca di voti, che si tratti di sanità o di immigrazione, Cosa faranno adesso Frattura e Ruta se davvero Di Pietro non ci ripensa. Fanno un nuovo passo indietro, tornando nella posizione da cui erano appena venuti? Cercheranno un nuovo leader? A poco più di un mese dalle Regionali se il centrosinistra si presenterà unito oppure no molti sono interessati a saperlo. Non sta facendo molto meglio il centrodestra, che da mesi rincorre il presidente del Tribunale di Isernia Enzo Di Giacomo, anche leader regionale dell’Associazione Nazionale Magistrati e protagonista di battaglie in difesa dell’autonomia giudiziaria del Molise. Dopo aver aperto (a gennaio) spiragli alle forze politiche del centrodestra e a diversi movimenti civici, che lo hanno chiamato in causa su più fronti, il giudice il 20 febbraio decide di gettare la spugna. “Non ci sono le condizioni perché io possa prendere in considerazione una eventuale candidatura”, aveva scritto in una nota. Forse il magistrato, che aspirava ad una ‘Coalizione Unitaria’, non avrà notato questa compattezza tanto sbandierata dai candidati molisani alle Politiche del 4 marzo. Ma al di là di questo, il capitolo appariva chiuso: bisognava cercare un nuovo candidato. Persino Michele Iorio, che fino all’ultimo sembrava non volesse mollare la sua auto-imposta leadership, ha dovuto attendere che i 5 Stelle gli soffiassero il posto in Parlamento per fare un passo indietro, in un momento caratterizzato dal tramonto dei leader locali protagonisti della politica molisana degli ultimi 10-20 anni. E cosa succede invece? Partiti e movimenti del centrodestra tornano alla carica di Di Giacomo, scomodando persino l’eurodeputato Aldo Patriciello che in questa regione, si sa, ha un forte peso in termini elettorali e che ha presentato una lista di firmatari in favore della candidatura del giudice: 13 nomi, da Filoteo di Sandro a Salvatore Micone, da Maurizio Tiberio e Angelo Fusco Perrella a Vincenzo Niro e Paola Liberanome (del Movimento Animalista), rappresentanti di altrettanti partiti o movimenti. Ma davvero questo corteggiamento deve durare all’infinito? Possibile che queste Regionali fanno paura a tutti? Ovviamente spetterà al magistrato prendere la sua decisione, ma la percezione di quello che arriva all’occhio dell’elettorato è l’ostentata sicurezza che cela solo la totale incertezza del clima pre-elettorale.

 

 

 

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