Toma incontra i tartufai: ‘Creeremo marchio Made in Molise’

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Una gestione del territorio regionale che tuteli gli interessi dei raccoglitori molisani di tartufo, l’istituzione di un Centro di tartuficoltura da affidare all’Unimol, la creazione di riserve dove venga vietata la raccolta del tartufo in determinati periodi, come già avviene per la caccia e la pesca, allo scopo di migliorare la produzione, aumentare la competitività delle condizioni di vendita del tartufo molisano, maggiore e più qualificata vigilanza sul territorio: sono queste le priorità che l’Associazione per la Difesa dell’Ambiente e del Tartufo ha indicato al candidato presidente, Donato Toma, nel corso di un confronto che ha avuto luogo presso la Sala Gialla della Provincia di Isernia. Input che Toma ha pienamente condiviso e recepito e che saranno oggetto di una revisione della Legge regionale in materia rispetto alla quale l’esponente politico ha fatto rilevare alcune incongruenze. “Innanzitutto – ha detto – la legge in vigore è di difficile lettura, un autentico ginepraio tra il testo originario e le tantissime modifiche che si sono registrate negli anni. Poi, la mancata attuazione dell’istituzione del marchio e della mappatura del territorio, cui bisognava provvedere entro novanta giorni dalla promulgazione della legge”. Per il candidato presidente, quella del marchio è la condizione imprescindibile per operare quel salto di qualità di cui il settore necessita. Non è un caso se l’ente turistico di Alba attesti 300 mila presenze nel solo mese di ottobre, mentre nel Molise si parla di poche migliaia di persone. “Da subito – ha chiarito Toma – dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare alla costituzione di un consorzio per il marchio. Dobbiamo essere bravi a saper vendere le eccellenze del Molise, a far interagire i nostri produttori, creare una rete e un brand Made in Molise”. Sul problema della mappatura, Toma si è dichiarato disponibile ad ascoltare tutte le parti in causa per fare sintesi. “Ambientalisti, raccoglitori di tartufi, cacciatori devono sedersi intorno ad un tavolo e trovare punti di accordo”, ha concluso Toma.

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