Cultura, Ioffredi: ‘In 5 anni fatte cose straordinarie. Futuro? Ora bilancio risanato per investire’

Nico Ioffredi, consigliere regionale con delega alla Cultura nel governo uscente, ricandidato alla carica di consigliere con Unione per il Molise, è uno di quelli che non è fuggito dal centrosinistra per un tornaconto personale, anche perché il centrosinistra è stata la sua ‘casa’ politica sin dall’inizio. Decidiamo di incontrarlo nella bella cornice della Gil, che ospita l’assessorato e la Fondazione Molise Cultura, con cui Ioffredi ha lavorato gomito a gomito per programmare una serie di iniziative di qualità per il Molise. Ma facciamo un passo indietro, come nasce la passione per la politica in Nico Ioffredi?
Nel 2010 ho partecipato alle primarie di centrosinistra per individuare il candidato governatore. Ho abbandonato la mia passione politica passiva da spettatore attento e mi sono messo al fianco di Paolo Frattura, girando in regione per sostenerlo. Nel 2011 mi sono candidato per la prima volta con Comunisti Italiani-Rifondazione Comunista (la cosiddetta bicicletta) e non ce la feci per una cinquantina di voti ma fu già una sorpresa perché io ero un semplice dentista, peraltro tornato non da moltissimo in Molise visto che fino al 2002 ero stato a Roma. Ci ho riprovato nel 2013 con Sel e ho centrato l’obiettivo. Le motivazioni sono state legate a quello che io ho percepito come uno stupro del nostro territorio. Sembrava che in Molise non si potesse fare nulla, non c’erano chance per nessuno a meno che si avesse l’aggancio giusto, metodo che ritengo ributtante. Non ho mai scartato nessuno per un colore politico differente. Anche perché se si vuole fare qualcosa di buono per questa regione i colori politici devono passare in secondo piano“.
Quali sono le difficoltà ad amministrare nell’Ente Regione?
Affrontare, a volte a muso duro, personaggi che ancora si aggirano nel mondo della cultura molisana che sono convinti di impersonificare la cultura e, al di là della qualità che propongono o dei finanziamenti possibili, credono che un aiuto gli è comunque dovuto. Molte associazioni volenterose e fatte di persone degne del settore hanno trovato difficoltà burocratiche, non avevano le armi per scrivere un progetto in maniera corretta. La mia struttura però ha dato loro una mano. Per il resto non ho trovato difficoltà particolari sul territorio, ho incontrato piuttosto una quantità incredibile di persone straordinarie. Il Molise è pieno di persone mosse da una sana passione per la cultura che giustificano la moltitudine di eventi che sono promossi sul territorio“.
Obiettivi raggiunti?
Per mezzo dell’assessorato e della Fondazione Molise Cultura abbiamo raggiunto dei risultati insieme e obiettivi molto alti. Fra cui aver portato in Molise opere di Picasso, De Chirico, Marotta e un numero elevato di attori famosi nei teatri. Non è soltanto il Savoia che ha avuto aiuti ma, specie nella seconda parte della legislatura, tutti i teatri che hanno fatto richiesta hanno condiviso con noi la stagione teatrale. Ci sono tanti eventi legati alla musica, è difficile in estate trovare una sera che non ci sia un concerto jazz, blues, classico o di altro genere. Altro obiettivo: aver fatto funzionare dei contenitori. Vorrei ricordare che l’Auditorium di Isernia quest’anno ha avuto la sua prima stagione teatrale, non eventi occasionali. La stessa cosa vale per il Teatro Savoia, tutte le settimane c’è un evento, che sia legato alla stagione o che faccia parte di proposte esterne. L’offerta è sempre elevata. Del Palazzo ex Gil non serve neanche parlare, adesso stanno preparando la mostra di pittura, ci sarà Poietica. Se poi c’è chi si lamenta che, ad esempio, un evento viene promosso a Campobasso invece che ad Agnone fa a mio avviso critica strumentale perché se c’è una mostra internazionale a Milano chi è di Bergamo si mette in macchina o in treno e va a Milano“.
Quanto il Molise ha bisogno di cultura, si può parlare di crescita e su cosa bisogna ancora lavorare?
Tutta l’Italia ha bisogno di cultura, così anche il Molise. Abbiamo offerto ai molisani l’opportunità di far crescere il proprio livello culturale e il confronto attraverso iniziative che non sono state sempre colte, purtroppo, o non appieno. Mi aspettavo che alcune iniziative avessero avuto un successo maggiore. Continuando su questo binario credo che le persone si abituino e i numeri possano aumentare. Un aumento dell’offerta culturale, inoltre, ci dà la possibilità di aumentare l’offerta dal punto di vista turistico. Il target principale sono i molisani all’estero. Se un canadese torna qui per vedere la casa dei nonni, si ferma dieci giorni e non ha nientr’altro da visitare succede che torna in Canada e dice ai suoi amici: ‘Non andate in Molise perché a parte la casa dei miei nonni non c’è niente da vedere’. Una persona che viene qui dovrà rilassarsi ma senza annoiarsi“.
Quali sono i prossimi obiettivi?
Tre ritengono siano gli obiettivi fondamentali: lavoro, ecologia e cultura. Credo ci siano i presupposti per un approccio positivo. Abbiamo un bilancio risanato per investire e cogliere finanziamenti europei e nazionali che altrimenti non sarebbe possibile esigere. Creare lavoro attraverso l’Area di Crisi complessa e quella semplice, sblocco delle assunzioni a livello regionale soprattutto nel settore sanitario, nuove opportunità dall’offerta turistico-culturale. Per quanto riguarda il secondo aspetto, il Molise è una regione pulita, non solo perché c’è poca gente ma anche per ragioni culturali. Personalmente, appena passo il confine vedo buste dell’immondizia nelle aree parcheggio, qui una cosa del genere succede poco o niente. Diamo maggiore attenzione al nostro territorio, siamo un po’ più educati e attenti di qualcun altro. E’ un lato che va coltivato e implementato. Mi chiedo perché continuiamo ad utilizzare il monouso che è ancora in vendita, è ora che le istituzioni obblighino le grandi distribuzioni ad utilizzare ad esempio i detersivi alla spina. Quante volte buttiamo contenitori funzionanti, aumentando l’inquinamento derivante dalla produzione di rifiuti, che nel caso di incenerimento possono produrre diossina in quanto questa viene sprigionata non solo dalle produzioni industriali ma anche dalla combustione di materiale plastico. Il Molise può diventare un esempio per l’Italia o per il Mezzogiorno per quanto concerne la diminuzione del livello di produzione di rifiuti che per me è la misura principale per abbassare l’inquinamento ambientale“.
Qual è la percezione delle persone verso la politica e cosa è cambiato rispetto a 5 anni fa?
Cinque anni fa vedevo disinteresse, o forse rassegnazione alle modalità con cui la cosa pubblica veniva gestiva. Ora non c’è più, si respira aria di consapevolezza, nessuno ti regala il posto fisso se non ti dai da fare. Purtroppo questi cinque anni di lacrime e sangue hanno prodotto dei sentimenti negativi da parte della popolazione e questo credo sia la vera responsabilità comunicativa del centrosinistra. Nel 2013 quando abbiamo occupato Consiglio e Giunta abbiamo trovato una situazione che non trovo un aggettivo per qualificarla, disastrosa è poco. Non lo abbiamo detto, quella fu una vera pecca comunicativa. Forse era poco elegante sottolineare quello che avevamo trovato e ci siamo rimboccati le maniche. Ma credo che abbiamo sbagliato, ci voleva un po’ di cinismo e magari i risultati raggiunti sarebbero stati percepiti meglio dalla popolazione. Non sappiamo cosa sarebbe successo se fosse venuto un commissario da Roma per la sanità, probabilmente avrebbe messo un ospedale unico per tutta la regione e avrebbe costretto i molisani a venire a Campobasso a curarsi. Il fatto di aver chiuso pochi reparti e riconvertito pochi ospedali viene vista come una sconfitta, si tratta in realtà di una enorme vittoria“.
Si parla molto di volti nuovi, è una questione giusta per lei?
Oggi sento dire dai 5 Stelle che un amministratore debba conseguire al massimo due mandati, io lo dichiarai il giorno della proclamazione degli eletti nel 2013. Tutti hanno il diritto e il dovere di partecipare alla vita politica e alla gestione della cosa pubblica. Ritengo sia giusto il vincolo dei due mandati. Ciò significa dare spazio sempre a volti nuovi, la questione è aritmetica. Per qualche verso il Movimento 5 Stelle porta avanti proposte condivisibili. Io all’indomani dell’elezione, per esempio, presentai la proposta di decurtazione di 2mila euro ai consiglieri regionali“.
Centrodestra, M5S o Casapound? Con chi collaborerebbe?
La domanda è: quali sono le motivazioni che ti spingono a fare politica? Tre: la protesta, la fame di potere, dare una mano al tuo territorio. Penso che i 5 Stelle sono mossi da motivi di protesta, il centrodestra alla luce delle transumanze lo fa per fame di poltrone, il centrosinistra, quello che non è scappato via, appartiene alla terza motivazione. Alla luce di questa premessa, forse vedo più onestà intellettuale a collaborare con i 5 Stelle“.

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