Festa della Liberazione, celebrazioni in Molise. Anpi: ‘Ricordare i Caduti è un dovere morale’

Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Oggi a distanza di oltre 70 anni ricorre l’anniversario della liberazione d’Italia, che assume un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista. Per l’occasione associazioni e autorità hanno voluto rivolgere un messaggio per mantenere viva la memoria in un quadro internazionale fatto di continue tensioni, mentre in diverse piazze italiane si svolgeranno le consuete cerimonie per rendere omaggio alla ricorrenza. Il Molise partecipa con più eventi promossi da amministrazioni locali, movimenti politici, associazioni culturali, e organizzazioni sindacali alle celebrazioni del 25 Aprile per ricordare la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazifascista e dall’occupazione tedesca. Inoltre l’Anpi Molise sarà presente con una propria delegazione in Abruzzo a Taranta Peligna dove si svolgerà una manifestazione alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel mentre sul territorio regionale tra le molteplici iniziative promosse interverrà con i propri dirigenti alle iniziative in programma a Monte Marrone (Rocchetta al Volturno, dalle 10), a Guardialfiera (ore 17), a Toro (ore 10.30) e a Campobasso (ore 10.30). “Il Molise fu teatro degli eventi bellici che portarono le truppe alleate a scontrarsi con i nazisti lungo la linea Gustav, subì distruzioni, bombardamenti e devastazioni, con vittime, persecuzioni e sfollati“, ricorda l’Anpi. “Furono molteplici gli atti efferati compiuti dai nazisti con impiccagioni e fucilazioni di civili e di carabinieri che difendevano la popolazione. Ricordare i cittadini Martiri della Resistenza ai nazisti e i giovani molisani della guerra di liberazione caduti lontani dalla loro terra è un dovere morale e civico. Il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani in quanto la nostra attuale identità di cittadini è stata sancita e scritta nella nostra Carta Costituzionale nata anche da quelle lotte“.

Il sindaco Battista. “C’è una celebre frase sulla Resistenza tratta da un libro di Italo Calvino che mi ha colpito molto: “Avevamo vissuto la guerra (…) non ce ne sentivamo schiacciati, vinti, ‘bruciati’, ma vincitori, spinti dalla carica propulsiva della battaglia appena conclusa, depositari esclusivi di una sua eredità”. Parole piene di forza, piene di sentimento. Italo Calvino, scomparso poco più di trent’anni fa, è stato un famoso scrittore, un intellettuale coraggioso, che non ha fatto mistero del suo impegno politico, ma è stato anche, e soprattutto, un convinto partigiano. Uno di quegli italiani veri, anche se nato a Cuba, che ha creduto fermamente nella necessità di liberare il Paese e la sua gente dall’asfissiante dominazione nazifascista. Il 25 Aprile, la Liberazione appunto, è il giorno in cui ognuno di noi dovrebbe ricordare la felice conclusione di quel periodo difficile, fatto di fatica e di lotta, durante il quale uomini e donne, tante donne, non si risparmiarono: mossi dall’amore per l’Italia presidiarono montagne, strade, interi paesi creando una fitta rete di solidarietà. Solidarietà collettiva e solidarietà civile, è bene sottolinearlo, che hanno permesso alla Resistenza di avere il senso che ha avuto e di concludersi con il risultato in cui tutti speravano. Risultato che ci ha portati ad essere una Repubblica, che ci permesso di scrivere la Costituzione. Sono questi i pilastri che si ritrovano in quella sommossa popolare nata dallo spirito di sacrificio e dalla passione per una Nazione che oggi ci deve vedere riconoscenti verso quanti hanno lottato, e grati a loro per aver dimostrato quel sentimento di unità che batteva forte nel loro petto e che ci farebbe bene ritrovare. Così come dobbiamo ritrovare quel senso di appartenenza che abbiamo perso e che ci sta facendo allontanare dalla nostra memoria, dalle nostre origini, dal nostro essere italiani. Il mio è un invito, un desiderio, un auspicio. Non possiamo guardare al futuro del Paese dimenticando i sacrifici di chi questo Paese lo ha costruito. Esempi di ieri, ma anche storie di oggi, come quella di Pinuccio La Vigna, molisano che viveva al Nord, che ha perso la vita con la divisa dei vigili del fuoco, divisa che il nostro valoroso corregionale indossava come volontario. Un lavoro sicuro Pinuccio ce l’aveva, eppure il suo profondo senso di umanità lo spingeva ad aiutare il prossimo e a rischiare insieme a chi rischia tutti i giorni per salvare la nostra vita e per garantirci la sicurezza di cui abbiamo bisogno. La morte di Pinuccio ha commosso tutta l’Italia, ma lui era e resta un uomo umile da cui prendere esempio, una di quelle persone che oggi devono farci sentire orgogliosi di essere italiani, farci rispolverare antichi valori, farci capire quanto sia importante costruire e non solo demolire, agire e non solo criticare. Per fortuna intorno a noi ci sono tante persone come Pinuccio, persone che ogni giorno, nell’ombra e lontano dai riflettori, si rimboccano le maniche e contribuiscono a costruire con piccoli e grandi gesti un mondo migliore. È a Pinuccio e alle tante persone come lui che voglio dedicare questa giornata, nella speranza che il loro messaggio, il loro impegno e la loro grandezza diventino ancor più contagiosi, con l’auspicio che ci diano quella spinta per farci credere in noi stessi, per farci comprendere cosa voglia dire essere e voler essere italiani, sentirci un’ unica Nazione un popolo consapevole, una grande comunità che opera, lavora e partecipa alla realizzazione del bene collettivo, l’unico in grado di far rialzare e decollare il nostro Paese”.

Il messaggio di Aldo Patriciello. “Il 25 aprile è una giornata di festa che appartiene a tutti gli italiani che tengono alla libertà. Una giornata di ricordo, certo, ma anche e soprattutto di impegno per il presente e per il futuro: l’emblema e la presa di coscienza dei valori fondanti della nostra Repubblica. È dovere di ognuno di noi conservare, custodire e tramandare il ricordo degli avvenimenti storici che posero fine alla barbarie della guerra e che segnarono profondamente i destini della storia italiana. Essi costituiscono la base su cui si fondano i nostri valori di libertà, pace, democrazia e solidarietà: la memoria condivisa degli eventi che traghettarono la nostra società dall’orrore nazifascista verso una più compiuta sovranità popolare. Un passaggio che, non a caso, ha ispirato la scrittura del Manifesto di Ventotene, atto di nascita di un’Europa libera, solidale e finalmente unita. Ed è per questo che oggi, con partecipazione viva e convinta, occorre celebrare la ricorrenza della Liberazione, con lo sguardo al passato e la volontà rivolta al domani, rendendo omaggio a tutte le donne e gli uomini che hanno contribuito, anche a costo del sacrificio della propria vita, a fare dell’Italia una nazione libera, democratica e civile”. Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del Gruppo Ppe, nel giorno del 25 aprile, festa della Liberazione.

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