L’ultimo viaggio di Angelo, alla Mater Ecclesiae centinaia di persone piangono il giovane centauro

Ore 19.45. E’ una calda giornata primaverile a Campobasso ma per la famiglia Pascale è come se sia sceso il gelo quando intorno alle 16 la portiera posteriore dell’auto funebre viene aperta, mostrando la bara in cui riposa Angelo, il loro caro, figlio e fratello. Parenti, amici, conoscenti sono nel piazzale della Mater Ecclesiae da almeno mezz’ora ad aspettarlo, a rendergli l’ultimo saluto sotto un sole cocente. Molti indossano occhiali scuri per nascondere la loro commozione. Fino a quel momento si sente solo mormorare, a qualche centinaio di metri più in là c’è un silenzio surreale davanti al suo negozio di ferramenta, chiuso. A scortare il feretro davanti la chiesa ci hanno pensato gli amici centauri in sella alle loro moto, gli stessi che lo avevano accompagnato domenica nel suo ennesimo viaggio, in Abruzzo, risultato fatale al 40enne campobassano. Il rombo di quei mezzi tanto familiare al giovane commerciante è la colonna sonora di una cerimonia a cui nessuno sperava, nè immaginava di prendere parte così presto. I genitori di Angelo si buttano sulla bara piangendo, troppo strazianti le parole per poterle riportare. La folla segue la bara all’interno della chiesa, dove Padre Gildo celebra la messa. Non c’è posto per tutti, neanche una mattonella per restare in piedi una volta raggiunto il limite. Diverse persone sono costrette a rimanere accalcate all’ingresso o fuori alla porta. I fiori donati da famiglie e gruppi di amici colorano una  giornata che appare grigia. “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire – le parole di Padre Gildo nel corso dell’omelia, – un tempo per seminare e un tempo per raccogliere, un tempo per la gioia e uno per il dolore. Non soffermiamoci a chiederci perché Angelo sia andato via ma ringraziamo perché ci è stato mandato e per quello che ha fatto per gli altri. Lui continuerà a vivere in noi”. Poi un riferimento alle moto, una passione considerata a volte pericolosa. “Non è il momento per giudicare né per essere severi”. I compagni di viaggio hanno voluto dedicare una preghiera al loro amico. “Sto iniziando a raccogliere quanto seminato da Angelo”, ha detto il fratello Raffaele. “L’amore esiste, lo sto vedendo oggi, osservando tutte queste persone”. La fidanzata Federica ha voluto esprimere un pensiero col cuore, ricordando alcune cose di lui ma lanciando anche un monito. “La moto è una passione, continuate a coltivarla, però vi prego state attenti, soprattutto se avete una persona che vi aspetta a casa”. Una parola rivolta alle donne. “Vi auguro di trovare una persona che vi ami come lui ha amato me”. Al termine della messa le persone ritornano a riempire il piazzale. All’uscita del feretro dalla chiesa, un lungo applauso copre in parte il rumore dei singhiozzi che tanti non riescono a trattenere. La famiglia Pascale con un gesto ringrazia tutti. L’auto funebre riparte, diretta al cimitero comunale. Dietro la segue nuovamente un corteo di motociclette. Il “bravo ragazzone” sta andando via. Magari non spinto da due ruote. Magari spinto da due ali. Le ali di un angelo.

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