L’esercito dei 1300, i numeri dei tossici al Sert mettono in allarme il Molise. La Procura: ‘Aiutiamoli’

Le ultime due operazioni antidroga di Carabinieri e Polizia di Stato hanno ancora una volta messo in evidenza l’esistenza di un problema a cui non solo il Molise non è estraneo ma che fa registrare numeri preoccupanti. Il consumo di sostanze stupefacenti è una realtà che questa regione conosce da tempo e che alimenta il business dello spaccio di droga, che trova soprattutto nella vicina Campania piuttosto che in Puglia, fonte comunque alternativa, il principale punto di rifornimento per rendere possibile l’attività dei pusher. Ad accendere nuovamente i fari sulla questione è stato il procuratore Nicola D’Angelo nel corso della conferenza stampa sull’operazione che ha portato all’arresto per spaccio di tre ragazzi molisani che agivano soprattutto nella zona di Vinchiaturo, alle porte di Campobasso. Secondo i dati regionali sono 1300 i consumatori in cura presso il Sert ma il numero di chi fa uso di stupefacenti potrebbe essere ancora più alto. Si tratta del 4 per mille della popolazione regionale, un dato allarmante se si considera che, come ha sottolineato D’Angelo, “la media nazionale è del 3 per mille”. Allargando il quadro, il Molise si colloca al quarto posto per dipendenze patologiche in generale che riguardano anche altre forme come la ludopatia, ossia la dipendenza dal gioco d’azzardo. Tornando al consumo di stupefacenti, non sono solo gli adulti ad essere esposti a questo rischio ma anche i ragazzi, minorenni compresi. Basta considerare che l’inchiesta dei militari ha portato all’arresto di due 24enni che secondo le indagini gestivano l’attività locale. Diverse le operazioni in passato che hanno messo in luce giovanissimi dediti al consumo di stupefacenti, inteso sia come consumo occasionale che come forma di dipendenza, o coinvolti nell’attività illecita. Le carte compilate dagli inquirenti hanno più volte confermato i viaggi in auto, in pullman o in treno soprattutto da e verso Napoli, zona Secondigliano, considerata la principale “stazione” di rifornimento per i pusher che intendono piazzare la roba in Molise. Quello che la Procura di Campobasso chiede oggi nella persona del pm D’Angelo è un lavoro straordinario per contrastare il fenomeno andando al di là dell’azione di repressione e puntando maggiormente sulla prevenzione e sul recupero di coloro che da quel tunnel vogliono uscire, superando le difficoltà sociali. Una collaborazione a più livelli affinché si parli del problema, delle soluzioni, delle misure da mettere in campo in maniera sostanzialmente quotidiana.

(nella foto interna il Procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo e il Comandante dei Carabinieri di Bojano Roberta Cozzolino)

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