In riferimento all’emergenza umanitaria che sta spingendo diversi nuclei familiari italo–venezuelani a rientrare nei paesi di origine delle proprie famiglie, da segnalare la bella iniziativa avviata a Monacilioni, dove la comunità si è unita tra Amministrazione Comunale, Parrocchia e ProLoco, ed ha deciso di coinvolgere la cittadinanza in un’azione di sensibilizzazione solidale e di accoglienza, inclusione attiva e sostegno. Grazie all’impegno di Tony Pietracatella, giovane artigiano tornato a Monacilioni con la famiglia dopo aver subito violenze ripetute e un sequestro in Venezuela, ci sono stati prima contatti informali e quindi è stato promosso un Consiglio Comunale aperto in cui sono intervenuti oltre ai volontari dell’Associazione “Padre Giuseppe Tedeschi” e del Comitato Molise Pro–Venezuela anche il Parroco, il Sindaco di Toro e alcuni cittadini. L’iniziativa è stata molto utile ed è servita a chiarire sia la gravità della situazione che assilla la popolazione venezuelana sia a definire sul piano operativo cosa si possa fare per agevolare chi è rientrato nel ricostruirsi un progetto, una speranza e una nuova prospettiva di vita in Molise. Nel corso del confronto in Consiglio Comunale sono emersi i molteplici problemi che toccano il nostro territorio a partire dallo spopolamento, dal taglio dei servizi nelle aree interne, dalla mancanza di lavoro e dalle difficoltà di strade, trasporti, scuole e attività produttive. Ciò nonostante, pur in presenza delle notorie problematiche che le nostre comunità locali debbono fronteggiare, è stato chiarito che il livello di emergenza vissuta in Venezuela è drammaticamente più violento, come confermano le morti di molisani assassinati recentemente o i sequestri, le rapine, l’impossibilità di curarsi o di procurarsi farmaci salvavita, l’assenza di generi di prima necessità ed il rischio di contrarre epidemie. Per queste ragioni non si può rimanere indifferenti ed è indispensabile agire per soccorrere la popolazione venezuelana e aiutare gli oriundi molisani sia inviando farmaci che agevolando il loro ritorno con misure straordinarie nazionali, regionali e comunali simili a quelle adottate agli inizi del 2000 per la crisi in Argentina. Contestualmente in ogni comunità del Molise se si vuole si può avviare un microcensimento degli alloggi disponibili a fitti contenuti, e di microopportunità locali di inserimento socio–professionale in attività artigianali, nei servizi alle persone, in agricoltura o nella cooperazione. Aiutare anche una o due famiglie di oriundi molisani in difficoltà, come ha fatto la comunità di Toro consentendo il rientro di una famiglia di 4 persone con due bimbe di 3 e 5 anni, rappresenta già un primo passo nella giusta direzione, in attesa che il Parlamento, il Governo, le Regioni e le Istituzioni a tutti i livelli adottino misure efficaci a tutela e salvaguardia degli oriundi italiani a rischio che vivono in Venezuela. Meritano di essere segnalate le belle iniziative delle CARITAS di Trivento e di Campobasso, la disponibilità gratuita della CNA a tenere seminari tecnici per avviare imprese, e l’attenzione costante di Enti di Patronato, Scuole, Uffici Pubblici e Istituzioni verso tante persone che grazie a loro trovano risposte, disponibilità e opportunità.
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