L’asilo di via Verga “va abbattuto”, Simonetti: ‘Siamo alle solite’

“Qualcuno aveva forse smesso di pensarci, pensando che tutto fosse risolto con qualche approssimata inaugurazione, qualche finanziamento in arrivo, tanti euro, ma nulla di concreto, utilizzabile e soprattutto visibile. Ma al termine di un nuovo anno scolastico, che nulla ha fatto registrare sul fronte “nuova edilizia scolastica”, registriamo l’ennesima scuola, questa volta tocca all’unico asilo nido, che va abbattuta, che non ha parametri e valori di sicurezza, che è soprattutto vulnerabile sismicamente: ci riferiamo all’Asilo di Via Verga a Campobasso, come risulta dagli studi dell’Unimol, del professor Carlo Callari, e come da convenzione comunale concessa da quasi due anni”. A commentare l’ultima ‘rogna’ per l’amministrazione comunale in tema di edilizia scolastica è il referente regionale del Comitato nazionale scuole sicure, Nicola Simonetti. “Ed oggi ci chiediamo come “in mancanza di una struttura interna progettuale e di valutazione” (affermazione agli atti, in uno dei consigli comunali in adunanza tematica sulle scuole), si affermi che lo studio dell’Unimol non sia definitivo? O ancora “la relazione Unimol è identica alle precedenti sulla Montini e Via Crispi…il futuro del nido è ancora da decifrare”. Ricordo, qualora fosse sfuggito, le due scuole menzionate risultano chiuse, ed inoltre significa che l’asilo resta funzionante con le maestranze ed i bimbi dentro?! Come per l’adeguamento antincendio della Petrone?! Desumiamo, quindi, che gli studi stessi non siano stati svolti con scrupolo o non siano meritevoli di attenzione? O, ancora, non hanno potuto approfondire la valutazione in mancanza di ulteriori dati utili e/o verifiche?! Beh, allora perché farcelo sapere?! Abbiamo atteso due anni la conclusione degli studi di vulnerabilità su 12 strutture comunali, un altro mese o due, non ci avrebbero “danneggiato”. Eppure c’era chi affermava, tronfio ed in sintesi, che “tutto era a posto”. (Nello specifico: “Di , quella creatasi sul versante della scuola primaria, che però , parla il sindaco Antonio Battista, che ricorda come in nessuna scuola sia stato necessario ricorrere ai doppi turni. L’amministrazione – sottolinea – ha investito 11 milioni di euro, oltre al ricavato della vendita di due edifici scolastici chiusi da tempo, per costruire tre nuovi poli scolastici che andranno a soddisfare completamente le esigenze delle famiglie. Contiamo di aprire i cantieri nel 2018”. Paolo Ferrario – Avvenire, 29 settembre 2017). Il riferimento alle scuole chiuse da tempo e vendute sono Via Kennedy e Via D’Amato. Ricordiamo, qualche giorno fa, Pupi Avati, illustrissimo regista italiano, intervenuto a Campobasso invitato da Poeitika, riferendosi al tema proposto della “bellezza”, affermava che – “non siamo più abituati ad ascoltare e ad avere l’umiltà e l’intelligenza di farlo”. Dalla prima chiusura registrata in città, sono già due anni, di un edificio scolastico cittadino, si sono susseguiti, se anche a sprazzi e per diverse ragioni tecniche-amministrative, la chiusura di altri plessi scolastici, raggiungendo in città una situazione al limite della dignità e della sicurezza di tutti gli addetti della scuola, e solo per quelli di proprietà comunale. Ricordiamo le riserve espresse sulla Montini, e poi, a causa del crollo solaio, la sua chiusura definitiva, con doppi turni e dislocazioni diverse, fino al raggiungimento dell’adattato ex-assessorato, che ricordiamo, non è una scuola. Nulla con evidenza abbiamo registrato, solo promesse e programmazioni, e spesso dalla stampa, anche queste, denunciate come lacunose, e che non permetteranno a breve, e sicuramente, al prossimo inizio anno, di avere una situazione di serenità e di tranquillità. Sono anni ormai che sistematicamente denunciamo, sordamente, avvenimenti che sono al limite della sicurezza, che denunciamo un sostanziale pressapochismo progettuale, che non registriamo alcuna volontà precisa, puntuale, certa e definita. Solo spot e comunicati idilliaci e futuristici, del resto senza alcuna programmazione sulla decrescita demografica scolastica e territoriale. Attendiamo ancora un dimensionamento scolastico, reale. Sono anni che continuiamo a registrare anche la totale sordità e presenza di quei genitori, gli stessi che al primo raffreddore corrono dal medico, ma poi tacciono per la mancata attuazione di piani di sicurezza scolastica, tacciono sulla mancata certificazione antincendio, ma poi corrono dai Dirigenti scolastici se manca la carta igienica o il sapone per le mani. Beh, certo sono priorità diverse, ma se mancano quest’ultime, certamente, non si rischia la vita. Oppure l’attenzione di questi sale insieme all’indignazione solo quando si registrano eventi, vedi Torino (la vittima si chiamava Vito Scafidi, aveva 17 anni) o Fermo, molto più seri e che solo la fortuna e l’orario non hanno fatto registrare danni a persone, o come dicevamo, la stessa nostra Montini, dove solo il crollo del solaio ha riacceso quella fiammella in loro, oramai spenta per le diverse opportunità, e contro anche le risultanze dello stesso professor Callari, decretando così, definitamente la giusta e rassicurante chiusura. Avevamo ed abbiamo chiesto un piano condiviso, dove tutte le forze dirigenziali, dove tutti gli Enti proprietari, dove gli stessi Dirigenti e Comitati di genitori venissero coinvolti per realizzare un piano a breve e lungo tempo per la soluzione definitiva di un problema, o meglio, di una esigenza di Stato, visto che l’istruzione almeno fino ai sedici anni è obbligatoria. Per la scuola Don Milani necessitano altri 100mila euro, oltre a quanto già speso in precedenza, con giunta Di Bartolomeo, circa 400mila euro e recentemente la giunta attuale 370mila euro, per la realizzazione di 18 classi. Forse, abbatterla e costruirne una nuova in percentuale sarebbe costata meno ed avrebbe, oltremodo, se in essa attuati tutte le accortezze, fatto risparmiare nella futura gestione. Sottolineiamo, oltremodo, anche la recente sentenza 190/2018 della sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha correttamente disposto come anche in presenza di minime possibilità di verificarsi dell’evento (rischio sismico basso o 4 categoria) l’inosservanza delle norme tecniche (NTC 2008) rappresenti sempre una violazione allo standard minimo di sicurezza strutturale. Ricordiamo che si era ricorsi in Cassazione, denunciando l’inosservanza e l’erronea applicazione della legge penale e delle norme integrative in materia antisismica. Il PM ha correttamente sostenuto che la scuola doveva essere chiusa perché il pericolo per l’incolumità pubblica risiede nella non prevedibilità dei terremoti e deve intendersi insito nella violazione della normativa di settore, indipendentemente dall’esistenza di un pericolo in concreto o dal fatto che possa la struttura insistere in una zona a rischio sismico basso. Non rilevando di conseguenza che il plesso insista su un territorio classificato a bassa sismicità è obbligo di tutti i Dirigenti Italiani che si trovano in tali zone diffidare immediatamente il proprietario dell’immobile ai sensi dell’art. 18 comma 3 ter del D. Lgs. 81/08 e s.m.i., invito, rivolto, non solo ai proprietari degli immobili ma anche ai relativi Prefetti a salvaguardia e tutela di quei Dirigenti che, individuati come titolari delle attività scolastiche, hanno il preciso compito di valutare tutti i rischi tra cui quello sismico. Avevamo chiesto e presentato un piano immediato per la costruzione di una scuola sicura, auto ed eco sostenibile, utile alla causa cittadina, dove successivamente, con risorse economiche dedicate, gli Enti, la stessa Comunità Europea (da dove è possibile attingere con progetti precisi e dedicati), di possibili ed eventuali privati, con il sistema dell’utilizzo dei “fondi di investimento immobiliare per la realizzazione di poli scolastici ex-novo”, avrebbero e sarebbero potuti essere attuati per interventi di miglioramento, adeguamento, o meglio costruzione di nuovi plessi scolastici nell’immediato. Invece?! Invece sarà necessario ed immediato chiudere tutte le scuole sotto la soglia limite fissata al valore 1 (Cassazione, che accogliendo il ricorso della Procura di Grosseto contro un sindaco che ha ottenuto la riapertura di una scuola a ‘leggero’ rischio sismico, pari allo 0,985 su una scala che soddisfa a ‘1’ il parametro di sicurezza statica” – http://www.edscuola.eu/wordpress/wp-content/uploads/2018/01/corte_cassazionepenale_sentenzan190_2018.pdf). Avevamo, altresì chiesto alla Giunta Comunale (vedasi verbale) l’apertura di una pagina sul sito web dello stesso Comune, dove poter registrare le CARTA di IDENTITA’ dei singoli edifici scolastici, al quale poter accedere liberamente e conoscere e comprendere il livello di sicurezza, capire in quel preciso edificio se vi sono tutte le prescrizioni di legge, dalla certificazione termica a quella energetica, da quella antincendio a quella della vulnerabilità. Questo, secondo noi, sarebbe rispondere umilmente alle esigenze delle famiglie, dei cittadini attivi che amano e vivono la città, questo sarebbe saper ascoltare una voce che chiede soluzioni e non solo lodevoli rassicurazioni, questa è la vicinanza alla cittadinanza, questa è la disponibilità alla crescita ed alla bellezza. Quella bellezza che non è effimera e stupida, ma indispensabile per accrescere e far crescere culturalmente ogni singolo individuo. Fiduciosi e che nulla accada prima l’imponderabile non è contemplato ma la corretta applicazione di norme e la corretta lungimiranza sì”

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