Nina Zilli, stile e gran voce. Ma la piazza non è “caliente” e lei non ‘concede’ il bis

Il concertone della domenica sera di Corpus Domini, uno degli eventi più attesi della manifestazione, si chiude con luci ed ombre. E’ stata sicuramente un’edizione speciale e che ha fatto registrare migliaia e migliaia di presenze: fra Misteri, stand, eventi di intrattenimento, le piazze e le strade centrali sono state sempre piene. Lo stesso vale per piazza della Repubblica ma il pubblico per Nina Zilli forse non ha contato i numeri che c’erano sabato per The Kolors. Eppure la giovane cantante piacentina, con una lunga carriera ancora davanti e che si è presentata in gran forma, vestito bianco pronto a cambiare colore sotto gli effetti delle luci, capelli raccolti in una lunga coda che ricadeva su un lato, una giacchetta nera sempre a disposizione perché da queste parti non fa mai abbastanza caldo, è più ‘anziana’ dal punto di vista artistico rispetto alla band e ha sfornato brani che hanno avuto grandissimo riscontro. Molti arrivano e vanno via, forse da un punto di vista è anche meglio viste le restrizioni sulla capienza dovute alla location, imposta dalle nuove misure di sicurezza. Chissà però cosa avrà pensato lei dal palco a vedere il viavai sulla sfondo, visto che Campobasso non è stata solo una ‘presenza eccezionale’ ma una tappa del suo tour. “L’altra sera ero in Toscana e il pubblico era più caliente“, scherza lei, cercando di stuzzicare le persone e stimolandole a cantare con lei. Perché un artista, si sa, ha continuo bisogno di sostegno per dare il massimo, un pò come il tifo allo stadio. I sostenitori hanno fatto comunque la loro parte, soprattutto quando si è esibita coi brani più famosi come “L’amore verrà”, “L’uomo che amava le donne”, “Bacio d’addio”, “50mila”, unendo i diversi stili che hanno caratterizzato i suoi anni da star dello spettacolo, dal pop elegante e soul passando per il raggae, come nel suo recente successo ‘Mi hai fatto fare tardi’ presente nel repertorio proposto ieri. Quando alla fine le scappa una piccola gaffe, dicendo ‘Catanzaro’ al posto di ‘Campobasso’, il pubblico quasi non se ne accorge, è lei che con autoironia lo fa notare: “Vi autorizzo a insultarmi”, scherza ancora. Il pubblico si scalda un pò di più quando Nina Zilli canta ‘Se bruciasse la città’ di Ranieri che lei ha riadattato. Alla fine pochi chiedono il bis ma la richiesta è troppo debole per arrivare alle orecchie della cantante che dopo aver presentato i componenti del gruppo musicale lascia il palco. Pochi minuti, dopo, per concedersi qualche foto e autografo con i fan. Il punto è questo: non si mettono in discussione le doti canore e anche sceniche di Nina Zilli, che evidentemente a Campobasso non è proprio fortunata (all’inizio della sua carriera venne invitata in una serata privata in un locale, dove furono poche le presenze), ma la questione è che invitare un artista con un repertorio non storico, o meglio che non attraversa più generazioni, è sempre un rischio se si aspira al cosiddetto ‘botto’. The Kolors hanno centrato il successo perché è stato centrato il target, ossia tanti giovanissimi, con la presenza anche di molti adulti perché la band riadatta brani di gruppi internazionali. La Zilli ha uno stile più particolare, viene quasi considerata artista di nicchia, e il fatto che molte canzoni una buona parte del pubblico non le conoscesse ha generato atteggiamenti di passaggio e presenza, ma non coinvolgimento. Ergo: o si accetta questo (e lo accettano anche gli ospiti), senza remore, o per cambiare questa città bisogna abituarla a vedere più spesso artisti di questo calibro.

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