Dl Dignità, Merlo (Cgil): ‘Misure condivisibili ma non superano Jobs Act e problema fiscale’

“Il “decreto dignità” varato dal Consiglio del Ministri contiene misure interessanti e condivisibili da tempo richieste dalla CGIL come l’intervento sui tempi determinati che ha messo in atto misure positive. Manca, tuttavia, di coraggio nell’affrontare, attraverso un intervento organico, un profondo ridisegno delle regole del mercato del lavoro”. E’ quanto sostiene Lucia Merlo, responsabile del Dipartimento Mercato del Lavoro CGIL Molise, alla luce della nuova misura varata dal Governo centrale. “In assenza di uno strutturale disegno di contrasto alla precarietà, infatti, le misure sul tempo determinato, pur se positive, rischiano di spostare il peso della precarietà su forme ancora meno tutelate ed ampiamente abusate, quali i tirocini, le false partite Iva se non di incrementare il ricorso al lavoro intermittente o al lavoro autonomo tout court. Il Decreto dignità, per dimostrare con forza la volontà annunciata di rimettere al centro il lavoro e la sua dignità, deve per necessità aspirare ad una proposta più forte che parta dagli investimenti volti a creare occupazione, dal sostegno agli ammortizzatori sociali per affrontare l’enorme problema sociale determinato dalla crisi, dal rilancio e dagli investimenti sulle politiche attive del lavoro. La CGIL ribadisce con forza la contrarietà verso l’intervento volto al ripristino dei voucher “vecchia maniera“, a partire dal lavoro agricolo, strumento che muove in direzione contraria alla annunciata difesa della dignità del lavoro. Poco ha di dignitoso anche l’intervento sui licenziamenti ingiustificati che si limita ad innalzare l’indennizzo a carico delle aziende senza intervenire né sul ripristino della reintegra né sull’impianto più generale delle norme contenute sul decreto sulle tutele crescenti. La norma sulle delocalizzazione rappresenta un primo tentativo per arginare un fenomeno negativo per l’economia e la occupazione in Italia. Tuttavia perché diventi una risposta compiuta è necessario che renda esigibile l’insieme delle norme previste e che affronti le ricadute sociali che tali comportamenti di impresa determinano negativamente sui lavoratori e sulla occupazione attraverso il ridisegno degli ammortizzatori sociali. Il pacchetto sulle misure fiscali, infine, appare privo di tutte le più importanti misure fiscali annunciate e per i provvedimenti in esso adottati, va nel segno opposto rispetto a una politica che deve fare della lotta all’evasione e all’elusione uno dei principali filoni di intervento”.

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