Sentenza Ricostruzione, gli avvocati dei ricorrenti: ‘Regione assegni i fondi agli esclusi o rifaccia la graduatoria’

Due sentenze, prima il Tar e poi il Consiglio di Stato, che confermano l’assegnazione dei fondi post sisma a chi aveva immobili danneggiati dal terremoto del 2002 senza criteri predeterminati che potessero stabilire chi fosse meritevole di finanziamento pubblico e chi no. Gli avvocati Pino Ruta, Margherita Zezza e Massimo Romano, che hanno curato il ricorso di una quarantina di cittadini esclusi (immobili di classe A), in un incontro con la stampa hanno commentato il provvedimento emesso il 12 luglio che potrebbe aprire la strada ad azioni risarcitorie a carico della Regione. L’elargizione dei 346 milioni di euro della delibera Cipe del 2011 assegnati prima dalla giunta Iorio in maniera fin troppo ‘generosa’ e poi riprogrammati dal governo Frattura ma con pochi accorgimenti, senza la definizione di una nuova istruttoria, è finita davanti ai giudici soprattutto dopo che nell’ottobre 2014 è stata pubblicata la graduatoria dei finanziamenti ammessi e delle richiesta escluse. Il Consiglio di Stato ha evidenziato come la giunta Frattura si sarebbe limitata a rimodulare gli importi dei singoli progetti, rimasti uguali alla graduatoria precedente. Inoltre, spiegano gli avvocati, “la Regione invece di spiegare nel merito il motivo dell’assenza dei criteri predeterminati per l’assegnazione dei fondi ha risposto che i soldi erano finiti e che sarebbe stato possibile finanziare nuovi progetti all’arrivo di nuovi fondi”. Ora la ‘palla’ passa all’attuale governo regionale guidato da Toma che dovrà pronunciarsi alla luce della recente sentenza: riformulare la graduatoria e chiedere eventualmente indietro i soldi a coloro che hanno ottenuto oltre il dovuto oppure prevedere un capitolo di spesa per assegnare ai circa quaranta ricorrenti esclusi i fondi a cui avevano da tempo diritto.

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