Sviluppo Mezzogiorno, omaggio a Di Lallo. Nardone: ‘Con Antonio laboratorio di innovazione territoriale’

Agricoltura, innovazione, precarietà della banda larga. Sono stati alcuni degli argomenti di riflessione che si sono sviluppati a Petrella Tifernina nell’ambito del convegno organizzato per ricordare Antonio di Lallo che in questo centro è stato sindaco prima di diventare presidente del “Gal Molise verso il 2000”. Un incontro di riflessione ma anche di ricordi, organizzato dalla costituenda Associazione “Antonio di Lallo” e che si è svolto nella sala museale del comune, coordinato dal giornalista Giovanni Mancinone. Testimonianze di amministratori locali, giovani imprenditori e semplici cittadini, che hanno disegnato la natura rivoluzionaria, ironica, intelligente e genuina di Antonio di Lallo. Aveva 61 anni quando è morto, a marzo di quest’anno. E con il convegno si è voluto recuperare il lascito culturale e politico di un sognatore. Di spessore le comunicazioni del professor Antonio De Cristofaro che ha parlato di infrastrutture, territorio e agricoltura, della professoressa Antonella Santone che ha tracciato con dati certi la mappa dei ritardi nella realizzazione della banda larga e delle ricadute negative sull’economia regionale, del dottor Maurizio Capelli, segretario generale dei Borghi autentici d’Italia, che in collegamento Skype ha parlato della modernità dei progetti innovativi messi in campo dal Gal, e del presidente di FUTURIDEA Carmine Nardone, che si è soffermato sulla desertificazione delle aree interne e marginali del Mezzogiorno. “Insieme alle grandi disuguaglianze storiche di natura sociale ed economica – ha evidenziato Nardone – c’è stata e permane in questi territori la disuguaglianza della conoscenza. E l’assenza di conoscenza diffusa significa privare vaste aree di potersi inserire in un contesto di sviluppo produttivo e redditizio. Il Mezzogiorno ha bisogno di originalità e non di umiliazioni, ha bisogno di valorizzazione piena, di essere un bio-territorio intelligente”. Parlando di Di Lallo, Nardone ha aggiunto: “Il sogno che avevamo era quello di far nascere un laboratorio di innovazione territoriale. Uno strumento che permette di accompagnare la nascita di attività giovanili con l’utilizzo delle risorse disponibili sul territorio. Un progetto che aveva bisogno di innovazione. Ma l’innovazione se non l’accompagni ed è continua rischia di rimanere un concetto vuoto”. Tantissimi gli interventi degli amici di Antonio. Tutti hanno raccontato episodi che nessuno conosceva. Hanno portato il loro saluto l’attuale presidente del Gal Paolo Manuele e il sindaco di Petrella Tifernina, Alessandro Amoroso. Un contributo scritto e letto in sala è stato inviato al convegno da Eldo Fierro e da Angelo di Stefano. Sono intervenuti Italo Di Sabato, Francesco Marinelli, Norberto Lombardi, Gaspare Tocci, Micaela Fanelli, Domenico Marinelli, Gigino D’Angelo, Alfredo Garofalo, Domenico Di Lisa, Angelo Simonelli e Fulvio Di Lisio. Per la logistica, Annalisa Griguolo. Tra i tanti, a chiudere la serata, l’intervento del vecchio parroco del paese, don Domenico di Franco, che con una lucidità straordinaria ha detto ai presenti che un giorno Antonio di Lallo lo incontrò per strada e gli disse: “Don Domenico, noi dobbiamo portare San Giorgio in America”. “Ma come in America? Tu sei pazzo”, ripose il parroco. Poi qualche anno dopo il viaggio venne organizzato e fu una festa piena di emozione per i tanti petrellesi emigrati in America.

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