Da Castiglione a Pollice, storie di molisani all’estero fra emigrazione e riconoscimenti internazionali

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato su proposta della presidenza del Consiglio dei Ministri il capracottese Antonio Virgilio Castiglione ‘Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana’. Si tratta dell’ennesimo molisano figlio di emigrati che ha ricevuto, nello specifico il 23 agosto, un riconoscimento di prestigio. Castiglione è nato nel 1951 a Santiago del Estero in Argentina da una famiglia di origini capracottesi. Il suo bisnonno, Giovanni, emigrò nel Paese sudamericano alla fine del XIX secolo. Avvocato e giornalista, Antonio Virgilio Castiglione si è dedicato alla ricostruzione della grande emigrazione italiana e capracottese in Argentina e in particolare nella provincia di Santiago del Estero dalla metà del XIX secolo agli inizi del XX secolo. Ha pubblicato finora 16 libri di carattere giuridico e storico. Il suo volume “La inmigraciòn italiana in Santiago del Estero” è stato dichiarato di interesse nazionale in Italia. E’ sposato con Mercedes Graciela Cazaux de Castiglione e ha tre figli. Mantiene un rapporto strettissimo con Capracotta, è venuto qualche anno fa in occasione dei festeggiamenti triennali in onore della Madonna di Loreto. Gestisce, insieme all’amico Ben Lariccia, il sito web sull’emigrazione capracottese transoceanica www.immigrationfromcapracotta.com. Il tema dell’emigrazione e il riconoscimento a Castiglione sono stati affrontati a Capracotta a latere di una riunione svolta con il presidente dell’associazione antirazzista tedesca “Mach MEINEN KUMPEL NICHTAN!”, Giovanni Pollice, per definire un rapporto di cooperazione capace di estendere anche sul nostro territorio le buone pratiche promosse in Germania con lavoratori e studenti contro ogni forma di xenofobia, discriminazione contro i profughi, persecuzione razziale o odio etnico. L’associazione ‘Padre Giuseppe Tedeschi’ insieme ai presenti ha avuto l’opportunità di acquisire l’esperienza straordinaria di Donato Pollice che a 98 anni, con una lucidità impressionante, ha ricordato la miseria diffusa della Capracotta degli anni Venti e Trenta del secolo scorso. Salvo la parentesi di 7 anni tra guerra e prigionia, Donato dall’età di 6 anni ha raccontato di aver fatto il pastore, il manovale ed il carbonaio. Nel 1960, a 40 anni, si ritrovò nudo insieme a centinaia di italiani in un casermone di Verona dove in base ad accordi italo-tedeschi una commissione medica visitava i migranti diretti in Germania. Superò anche quella prova e si ritrovò prima a spaccare le pietre in una cava vicino Baden Baden e poi a fare l’operaio. Donato ha raccontato dell’emozione intensa provata lo scorso anno quando, seduto vicino ad Angela Merkel, ha visto consegnare la Croce al Merito della Repubblica Federale Tedesca a suo figlio Giovanni per l’attività educativa antirazzista condotta prima nella Confederazione Sindacale DGB a Dussledorf, poi nel sindacato dei chimici ad Hannover ed infine nella direzione dell’Associazione “Mach MEINEN KUMPEL NICHTAN!”. Capracotta, tra le comunità molisane, è quella che nasconde meglio le molteplici e brillanti esperienze di tante personalità che si sono affermate e distinte nei diversi ambiti professionali, socio-culturali ed imprenditoriali, come attestano figure come quelle di Marino ed Ermanno D’Andrea, Don Alberto Conti, Torquato Di Tella, Carmine Carnevale, Sebastiano Di Rienzo, delle famiglie Paglione e Di Nucci, e di tanti altri.

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