La Suprema Corte ha deciso: non fu abuso d’ufficio, Iorio può tornare a dare battaglia in Consiglio

Ore 21.45. La Corte di Cassazione ha assolto dal reato di abuso d’ufficio Michele Iorio e Gianfranco Vitagliano, annullando la condanna inflitta dalla Corte d’Appello di Campobasso a sei mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta ‘Zuccheropoli’. La sentenza definitiva (quindi senza rinvio) dei giudici della Suprema Corte è arrivata in serata dopo l’udienza e la camera di consiglio. Secondo i magistrati “il reato non sussiste”. Qualora il collegio presieduto dal giudice Giorgio Fidelbo non fosse entrato nel merito sarebbe comunque intervenuta la prescrizione. Alla luce della sentenza e in virtù della Legge Severino, Michele Iorio potrà chiedere di essere reintegrato in Consiglio regionale al posto di Eleonora Scuncio, che gli era subentrata temporaneamente subito dopo le elezioni di primavera. Il filone d’inchiesta da cui è nato il processo si riferisce al 2009 al mancato esercizio del diritto di prelazione della Regione nella cessione delle quote dello Zuccherificio tra gli imprenditori Luigi Tesi e Remo Perna affinché le quote della società a partecipazione pubblica non rendessero possibile una svalutazione tale da avvantaggiare il nuovo acquirente. All’epoca dei fatti Iorio e Vitagliano erano rispettivamente presidente della Regione e assessore a Bilancio e Programmazione. Gli avvocati Arturo Messere e Oreste Campopiano sono riusciti a dimostrare l’insussistenza delle contestazioni. Per la parte civile, il Codacons, era presente l’avvocato Fabio Del Vecchio.

Exit mobile version