Detenuto “innamorato” bacia ripetutamente un’agente di Polizia Penitenziaria, il grave episodio nel carcere di Campobasso

Si era invaghito di un’agente della Polizia Penitenziaria che probabilmente incrociava spesso all’interno della casa circondariale e nel momento in cui è entrato in contatto con la donna in divisa si sarebbe lanciato su di lei, baciandola ripetutamente. L’episodio nelle scorse ore nel carcere di Campobasso, protagonista un giovane detenuto egiziano, recluso nella struttura di via Cavour per reati contro il patrimonio e legati al mondo dello spaccio di stupefacenti. Complice probabilmente il suo costante stato di assuefazione, essendo tossicodipendente, il detenuto avrebbe “puntato” l’agente, con una forte esperienza alle spalle, e avrebbe approfittato di un momento di distrazione della donna, cogliendola di sorpresa. L’appartenente alla Polizia Penitenziaria sarebbe poi riuscita a sottrarsi al suo molestatore, segnalando l’accaduto. Per fortuna nessuna violenza di altro tipo. Il fatto è stato denunciato dal segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziario, Aldo Di Giacomo, per il quale il detenuto egiziano non è certo nuovo ad aggressioni ed episodi di risse e danneggiamenti nell’istituto penitenziario molisano, probabilmente sempre a causa del suo stato di tossicodipendenza. “È questo l’ennesimo caso di vittime tra il personale penitenziario mentre i carnefici continuano a godersi la comoda vita in cella, tra l’altro con la possibilità sempre più concreta di non restarci per lungo tempo”, afferma Di Giacomo. “Il fattaccio di Campobasso denota da una parte che la popolazione carceraria straniera, specie extracomunitaria, è diventato il problema principale mentre si continua a sottovalutare il rischio di radicalizzazione islamica e terroristica. Dall’altra che il personale di polizia penitenziaria è abbandonato a se stesso”. Di Giacomo rivolge un appello al ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede affinché tra le priorità della propria agenda di lavoro individui le criticità della cosiddetta riforma del sistema carcerario che gli ha lasciato in eredità il precedente ministro Orlando. “Noi – aggiunge – siamo disponibili ad aiutare il Ministro Bonafede ad identificare le maggiori e più gravi emergenze in modo da guadagnare tempo per ripristinare le legittime condizioni di detenzione e al tempo stesso di lavoro per il personale penitenziario che non può certamente occuparsi di tutto anche perché le piante organiche a Campobasso come negli altri istituti sono fortemente deficitarie di personale. Sono convinto che è possibile tornare al tavolo del confronto e rivedere tutti gli aspetti della riforma Orlando tenuto conto che è impensabile risolvere i problemi della sicurezza, aggravati dai sempre più numerosi fatti di violenza come le rapine alle ville, le aggressioni agli anziani, con intere zone, quartieri di città in mano a delinquenti ed extracomunitari clandestini, svuotando le carceri e introducendo misure cosiddette alternative e di ravvedimento. Con più malviventi in giro accade esattamente il contrario. Qualora si dovesse continuare solo con proclami senza agire concretamente con interventi legislativi ci aspetterà un anno di dure proteste”.

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