Processo a don Marino, Giada racconta gli abusi in sagrestia ai giudici d’Appello. La ragazza: “Liberata di un peso ma fa sempre male ricordare”

La difesa del parroco: "Emergono contraddizioni"

Ore 13.30. “Sento di essermi liberata di un ulteriore peso oggi, non è stato facile, non lo è mai”. Sono le poche parole che Giada Vitale utilizza una volta uscita dall’aula Francesco Colitto del Palazzo di Giustizia di Campobasso per commentare la sua lunga testimonianza davanti ai giudici della Corte d’Appello, chiamati a giudicare Don Marino Genova, l’ex parroco di Portocannone accusato di aver abusato sessualmente della giovane, oggi 23enne, quando la stessa aveva 13 anni e condannato in primo grado a sei anni di reclusione. Per il resto la ragazza, nonostante il coraggio di denunciare e andare avanti fino alla fine e l’abitudine, ormai, a ricevere la prevedibile attenzione mediatica, preferisce non rilasciare ulteriori dichiarazioni e vuole tornare a casa. Aggiunge per lei qualche affermazione il suo avvocato Giuseppe D’Urbano. “È emersa la testimonianza di una persona che ha raccontato la sua esperienza, citando ciò che le è realmente accaduto – ha detto il legale. – Nonostante l’emotività ha raccontato con serenità e precisione i fatti che l’hanno riguardata”. Per Don Marino c’erano gli avvocati Ciro Intino e Carlo Taormina, il noto legale – con un’esperienza politica alle spalle – che si è fatto conoscere in Italia per processi a forte impatto mediatico, da Tangentopoli al delitto di Cogne, dalla strage di Ustica all’eccidio delle Fosse Ardeatine. “Ci sono cose che non possiamo negare e lo stesso imputato ha fatto mea culpa nelle sedi opportune – ha affermato Taormina. – Da parte nostra grande comprensione nei confronti della ragazza, anche perchè non ignoriamo che ci possano essere episodi accaduti in momenti successivi. Ma per quanto riguarda il periodo di riferimento oggi abbiamo acquisito ulteriori informazioni che a nostro giudizio dimostrano le perplessità da noi avanzate su come sono avvenuti realmente i fatti”. Sintetico l’avvocato Intino. “Sono emerse contraddizioni già individuate in precedenza”, ha dichiarato. Gli episodi si riferiscono al 2009, prima che Giada compisse 14 anni. Per i fatti successivi, fino ai 17 anni della ragazza, c’era gia stata l’archiviazione. La prossima udienza in Appello è stata fissata al 16 maggio.

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