Accoglienza italo-venezuelani in Molise, pressing su trasferimento risorse ai Comuni. Ma molte famiglie costrette a spostarsi altrove

Il perdurare della crisi umanitaria in Venezuela ha spinto milioni di persone ad abbandonare il proprio Paese raggiungendo in gran parte i Paesi confinanti dell’America Latina e dell’America Centrale oltre al Canada, gli Stati Uniti, l’Australia e all’interno dell’Unione Europea varie destinazioni tra cui prioritariamente la Spagna e l’Italia. Questo tema è stato al centro dei lavori del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, svoltosi dal 2 al 5 luglio a Roma presso il Ministero degli Affari Esteri e merita di essere evidenziato sia l’accorato appello lanciato dal dott. Nello Collevecchio, rappresentante per il Venezuela nel CGIE, e sia i tre Ordini del Giorno conclusivi approvati all’unanimità a conferma dell’uniformità di un giusto orientamento solidale ed umanitario di tutte le rappresentanze Istituzionali, Amministrative, Sociali e Diplomatiche presenti nel Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Su queste problematiche si è anche svolta una vivace assemblea del Comitato Molise Pro-Venezuela promossa dall’Associazione “Giuseppe Tedeschi” a Campobasso presso la Chiesa San Pietro il 13 luglio alla presenza di poco meno di un centinaio di italo-venezuelani rientrati in Molise recentemente, e di diversi rappresentanti istituzionali tra cui il senatore Fabrizio Ortis e il sindaco di Toro Roberto Quercio. Le questioni emerse nel corso dei molteplici interventi che si sono susseguiti hanno evidenziato la necessità che le Istituzioni italiane pongano una maggiore e più concreta attenzione a questa emergenza umanitaria approntando gli stessi provvedimenti adottati agli inizi del 2000 per fronteggiare la crisi argentina tesi ad agevolare il riconoscimento della cittadinanza italiana agli oriundi (1.800.000) che ne fanno richiesta visto che solo 150mila sono i connazionali con passaporto residenti in Venezuela. Per le altre misure si può far riferimento alla Spagna che riconosce la validità dei titoli universitari e professionali, delle patenti di guida e delle competenze specialistiche in possesso delle persone. Purtroppo ad oggi gli italo-venezuelani rientrati in Italia sono esclusi sia da prestazioni previdenziali e pensionistiche, che da misure di tutela o sostegno al reddito, non gli viene riconosciuta la validità di alcun titolo o competenza professionale, patente o altra certificazione acquisita in Venezuela con grave nocumento per persone già in sofferenza per le comprensibili ed intuibili ragioni che si conoscono. Solo negli ultimi mesi sono arrivati in Molise decine di specialisti (medici, ingegneri, commercialisti, docenti universitari, informatici, anatomo-patologi, ecc.), che stante le difficoltà summenzionate sono stati obbligati a spostarsi in Cile, in Spagna, in Inghilterra, in Germania e altri Paesi. Perdere simili competenze è un oggettivo danno per l’Italia e in modo specifico per una regione in difficoltà come il Molise (si pensi solo alla carenza di medici e alla paradossale situazione che chi arriva dal Venezuela è impossibilitato ad esercitare la professione mentre se si sposta a Barcellona viene assunto immediatamente in ospedale). Il Comitato Molise Pro-Venezuela si appella alle Istituzioni nazionali, regionali e locali perché raccolgano le conclusioni del CGIE, l’appello del dottor Collevecchio e le sollecitazioni già avanzate e formalizzate in più note all’attenzione del Ministero degli Esteri, delle Commissioni Parlamentari e delle Regioni e dei Comuni. In conclusione dei lavori l’assemblea ha preso atto positivamente dell’approvazione della legge regionale n.4 del 10.05.2019 con cui all’art.25 si dispone un primo intervento per l’emergenza umanitaria in Venezuela ma al fine di non rinviare sine die gli effetti pratici di tale normativa, si sollecita la stessa Amministrazione Regionale a velocizzare il trasferimento dei 30mila euro deliberati ai 136 Comuni molisani dando priorità a quelle località maggiormente interessate al fenomeno del rientro ed evitando di circoscriverne l’applicazione di dubbia costituzionalità ai solo cittadini di origini molisane. “Si ricorda – affermano dal Comitato – che l’utilizzo di alcune parole come “emergenza o urgenza” non è frutto di una forzatura lessicale, ma del fatto che nell’ultimo biennio sono stati assassinati in Venezuela quattro cittadini italiani di origini molisana (Gabriel e Domenico Petruccelli di Sant’Elia a Pianisi a Guacara nel novembre 2017, Elio Simonelli di Toro assassinato a Maracay il 1 agosto 2018 e Amedeo Rafael Basile Ferrer assassinato a Maracaibo il 7 dicembre 2018) e che molti altri sono stati oggetto di sequestri di persona, rapine, intimidazioni, furti o atti di violenza ad opera di bande criminali senza scrupoli. A fronte di tali drammi l’Italia non può permettersi ulteriori disattenzioni, distrazioni o ritardi.”

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